Catturato il terribile nano assassino

Catturato il terribile nano assassino Si aggirava attorno al manicomio con un trincetto Catturato il terribile nano assassino Messina, 26 ottobre. Rinaldo Zagarella, 39 anni, il «nano» evaso nella notte tra venerdì e sabato scorso dal manicomio giudiziario di Barcellona Pozzo di Gotto (Messina), è stato catturato, poco dopo le undici, dai carabinieri nei pressi di Milazzo. Responsabile di tre omicidi el tre tentativi di omicidio a scopo di rapina, Zagarella è stato bloccato sulla strada che da Condro porta a Gualtieri Sicaminò, a una decina di chilometri da Milazzo. L'uomo non ha tentato di resistere. Il pluriomicida era fuggito dal manicomio giudiziario, dov'era rinchiuso da sei anni, servendosi di un lenzuolo arrotolato e di una scala a piuoli. Le sue ricerche erano state concentrate soprattutto nella zona di Piedimonte Etneo (Catania), il suo paese. Alla vista dei carabinieri, Rinaldo Zagarella ha avuto un gesto di stizza, ma non ha opposto resistenza e si è lasciato ammanettare. Il «nano» aveva un sacchetto di plastica contenente alcuni indumenti personali, 90 mila lire e un trincetto, l'attrezzo usato dai calzolai per tagliare il cuoio. Gli inquirenti pensavano che Zagarella avrebbe cercato di mettersi in contatto con i congiunti. Invece è stato catturato a pochi chilometri dal manicomio giudiziario. Si temeva soprattutto che cercasse di uccidere gli ex suoceri, Alfio e Leonarda Licciardello, che spinsero la figlia a chiedere e ottenere il divorzio da lui. La giovane donna, che nel frattempo si è risposata, si è stabilita in Svizzera. Dopo la clamorosa evasione dell'ex genero, i Licciardello avevano lasciato la loro casa per paura che volesse vendicarsi. Soprannominato «il nano» per la sua bassa statura — è alto un metro e 51 centimetri — Rinaldo Zagarella nel 1968 uccise, durante una rapina a Mascali, la tabaccaia Rosaria Marano, e ferì tre parenti della donna. Il giorno seguente, sempre per rapina, assassinò il droghiere Alfio Sgroi, nella rivendita di questo, a Sant'Alfio, un paesino sull'Etna e nel pomeriggio dello stesso giorno soppresse, con un fucile a panettoni, il complice, Giuseppe La Spina, che gli si era ribellato perché era contrario a tanto spargimento di sangue. Il 13 giugno 1968, a 24 ore dagli ultimi delitti, «il nano» venne bloccato dai carabinieri. Rinaldo Zagarella fu condannato all'ergastolo, ma sorsero poi dubbi sulla sua sanità di mente e venne pertanto ricoverato nel manicomio giudiziario in provincia di Messina. (Ansa)