Montefibre: completi (in stipendi ritardo) di Marzio Fabbri

Montefibre: completi (in stipendi ritardo) L'annuncio del ministro dell'Industria Montefibre: completi (in stipendi ritardo) Secondo Donat-Cattin, saranno pagati fra pochi giorni; secondo la società, invece, il ritardo sarà maggiore Roma, 26 ottobre. (g.f.) Gli stipendi dei lavoratori della « Montefibre » non sono in pericolo. Saranno pagati, sia pure in ritardo, ma integralmente. La notizia rassicurante è stata data dal ministro dell'Industria e del Commercio Donat-Cattin in una dichiarazione al « Gr-3 ». La situazione della Montefibre è diffìcile, ma non allarmante. L'azienda registra un deficit consolidato di 126 miliardi, ma ha effettuato investimenti cospicui diretti a rilanciare notevolmente la sua attività. «E' una azienda — ha sottolineato il ministro — risanabile.. Le attuali difficoltà sono determinate soprattutto da una mancanza di liquidità, che è peraltro comune a numerose altre imprese di grande, media e piccola dimensione ». Per consentire il normale proseguimento del lavoro, il governatore della Banca d'Italia, Baffi, ha autorizzato gli istituti bancari ad effettuare interventi normali di credito, ferme restando le disposizioni date di recente per una rigorosa stretta creditizia. La Montefibre, altre imprese a partecipazione statale e private, amministrazioni pubbliche e parastatali potranno così ottenere finanziamenti a medio termine per esigenze urgenti ed entro limiti ristretti. munque pagato entro pochi giorni. «Se fosse per pochi giorni potremmo pagarlo anche subito», osservano in Foro Bonaparte, aggiungendo: «Certo se ci venissero rimborsali dalla "cassa d'integrazione guadagni" i dieci miliardi che noi abbiamo anticipato da mesi a dipendenti potremmo disporre subito dei 4 miliardi che ci sono necessari per gli stipendi». La direzione del gruppo, inoltre, per illustrare i motivi che hanno condotto al diffici- momento ha fornito dati sulla crisi che sta attraversando in tutto il mondo il settore delle fibre. In Germania la i «Hoechst» ha messo a orario ridotto 1000 dei 1800 dipendenti dello stabilimento di Bad Hersfeld mentre la «Bayer» ha deciso un aumento del 6 per cento dei prezzi. In Francia la «Rhòne Poulene» ha ridotto gli orari per 1400 lavoratori di due fabbriche; negli Usa la «Dupont» intende licenziare 600 impiegati su 8000; la «Dupont-Canada» ha chiuso un impianto che produceva poliestere; la «Montesanto Textiles» (americana) ha ridotto la produzione del 25 per cento licenziando 200 dipendenti, la «Toray», giapponese, riduce la mano d'opera di 5000 unità, la «Courtalds», inglese, chiude 4 impianti che occupano 4 mila lavoratori. Se, dunque, è in rallentamento l'intero mercato internazionale, aggiungono alla Montedison, a maggior ragione lo è quello italiano; i consumi, a causa delle misure restrittive adottate dal governo, si vanno riducendo e tutte le piccole e medie industrie di trasformazione, la gran massa dei clienti Montefibre, diminuiscono gli acquisti di prodotti. Gli elevati tassi bancari (siamo ormai al 22-23 per cento) — aggiungono alla Montedison — costringono le aziende a ridurre le scorte di magazzino e ciò si traduce ancora in una diminuzione della domanda di prodotti. La stretta creditizia operata dalle banche si farà sentire in maniera pesantissima sui medi e piccoli imprenditori, sugli artigiani, vale a dire ancora una volta sulla gran parte dei clienti del gruppo. Questa diminuzione di domanda ha portato le giacenze di magazzino a 17 mila tonnellate oltre i livelli normali per un valore eccedente ai 30 miliardi. A questa situazione si aggiungono le difficili condizioni del mercato finanziario che impone alle aziende di provvedere ai pagamenti per i lavori in corso per investimenti con il normale indebitamen¬ to, anziché con quello a medio termine. E' noto che da gennaio questo settore del mercato finanziario è di fatto inoperante: gli istituti di medio credito hanno le casse vuote e le aziende sono costrette a rivolgersi al normale sistema creditizio, sopportando interessi molto più alti e sottraendo disponibilità per il normale funzionamento delle aziende, cioè per il pagamento dei fornitori di materie prime e di intermedi e per il pagamento delle retribuzioni. Dopo avere tracciato questo quadro catastrofico da Foro Bonaparte annunciano però che «fa società comunque è impegnata a ricercare i modi più idonei a far fronte alla situazione nell'interesse prioritario dell'azienda e con l'obiettivo di fornire ai propri dipendenti una sicura prospettiva di lavoro». Marzio Fabbri

Persone citate: Baffi, Bonaparte, Donat-cattin, Montesanto

Luoghi citati: Bad Hersfeld, Canada, Francia, Germania, Roma, Usa