Occotsio: tre attestati ma il "killer" è in fuga

Occotsio: tre attestati ma il "killer" è in fuga E stato scoperto il "commando,, fascista Occotsio: tre attestati ma il "killer" è in fuga Il giovane sfuggito alla cattura è un sr.rdo - Gli inquirenti sono arrivati sulla pista giusta controllando tutti i proprietari di motociclette Guzzi di colore rosso Roma, 26 ottobre. « Ho fatto parte del commando che ha ucciso Occorsio. Con me c'erano altre tre persone, tra le quali il killer che abitava a Roma in via Clemente X, ma è sparito ». Gianfranco Ferro ha confessato ieri notte a Firenze ed è crollato alle prime domande dei giudici Vigna e Pappalardo che indagano sull'assassinio del magistrato romano, ucciso a raffiche di mitra il 10 luglio scorso. Il killer è — secondo gli inquirenti — un rapinatore, coinvolto in un sequestro di persona, appartenente al movimento neofascista « Ordine nuovo ». Sarebbe stato lui a rubare la « 124 » beige con la quale il commando si recò in via Giuba per uccidere Vittorio Occorsio. Il presunto omicida del magistrato è riuscito a fuggire, ma gli altri due complici so- no stati arrestati a Catania; sono Francesco Rovella 23 anni e Leone Di Bella di 21 anni. Il primo è un estremista di destra legato all'ambiente siciliano di « Ordine nuovo », rinviato a giudizio da Vittorio Occorsio nella istruttoria sul movimento eversivo. Di Bella è figlio di un noto ingegnere catanese, pregiudicato per rapina. Presso la questura di Roma si trovano altre due persone, in stato di fermo, di cui non è stata resa nota l'identità. La svolta clamorosa alle indagini l'ha data un'agenda zeppa di nomi e indirizzi rinvenuta in casa del Ferro venerdì notte, durante la perquisizione che è preceduta al suo arresto. Messo alle strette, Gianfranco Ferro ha con¬ fessato e sono immediatamente scattati gli accertamenti. Gli agenti dell'ufficio politico si sono recati in via Clemente X e hanno perquisito la casa del killer, ormai vuota: sono stati trovati gli occhiali che il capo del commando — secondo le descrizioni — aveva il 10 luglio e un dossier contenente i ritagli degli articoli pubblicati dai maggiori quotidiani italiani dall'inizio dell'inchiesta per l'uccisione di Vittorio Occorsio fino a pochi giorni fa. Il proprietario della 124 beige usata dal « commando » per uccidere il magistrato aveva raccontato alla polizia che il rapinatore che gliela aveva sottratta sotto la minaccia del mitra, era un giovane alto, robusto e con una folta barba nera. « Somigliava all'attore Bud Spencer » aveva spiegato. Nell'agenda di Gianfranco Ferro erano annotati vari nomi di pregiudicati ed è stato su quelli che gli inquirenti hanno puntato il loro interrogatorio di ieri notte. Quando i magistrati hanno fatto il nome del sardo, Ferro avrebbe ammesso che costui aveva partecipato | all'omicidio. Dall'interrogatorio di Francesco Rovella e Leone Di Bella, trasferiti a Roma, gli investigatori cercano di sapere dove il killer, ormai identificato, si sia nascosto. Le indagini sono immediatamente scattate e è iniziato un setacciamento di tutte le possibili basi che il rapinatore in fuga potrebbe contattare. Le impronte digitali degli arrestati saranno messe a confronto con quella « isolata » dai tcnici della scientifica su uno dei nove volantini firmati « Ordine nuovo » lasciati dal « cemmando » nell'auto di Vittorio Occorsio, dopo il delitto. Sulle tracce del « commando» gli inquirenti sono giunti seguendo la pista della «moto rossa». All'indomani dell'uccisione di Vittorio Occorsio, un tassista aveva raccontato al capo dell'ufficio politico Umberto Improta che, nei pressi di via Giuba, la mattina del !0 luglio, aveva veva preso a bordo un giovane il quale, poco dopo, si era fatto consegnare da un amico, arrivato a bordo di una Guzzi rossa, un pacco. Altri due testimoni avevano confermato che una persona con una Guzzi 850 era stata vista già nei giorni precedenti alla data del delitto, stazionare nei pressi dell'abitazione del giudice. La Guzzi rese noto agli investigatori che di quell'esemplare, in produzione fino a quattro anni fa, erano stati messi sul mercato 250 esemplari. I proprietari furono rintracciati tramite l'ufficio del registro e cominciò un lungo lavoro di selezione. Mentre quest'indagine andava a rilento, Pierluigi Vigna, pubblico ministero nell'inchiesta sul gruppo eversivo di Mario I Tuti, il neonazista di Empoli condannato all'ergastolo per l'omicidio di due carabinieri, fece alcuni accertamenti su un giro di moto di grossa ci¬ lindrata. In questa occasione il magistrato venne a sapere dall'impiegato di una agenzia di compra-vendita romana che un certo Gianfranco Ferro gli aveva ceduto il 3 agosto scorso una Guzzi rossa amaranto 850, targata Taranto. Le ricerche portarono alla perquisizione dell'alloggio di Gianfranco Ferro, al ritrovamento di una pistola Colt 45 e quindi al suo arresto. Ferro fu indiziato anche di « concorso in omicidio » per Vittorio Occorsio. Due giorni fa la moto, sequestrata ad Ascoli Piceno, venne portata a Roma per essere mostrata ai testimoni. Questa notte, infine, Ferro, interrogato a Firenze, ha confessato. Fabrizio Carbone Silvana Mazzoccbi Il giudice Occorsio