Montefibre: senza stipendi? Tensione negli enti pubblici di Giancarlo Fossi
Montefibre: senza stipendi? Tensione negli enti pubblici Il nuovo tasso di sconto accentua la crisi Montefibre: senza stipendi? Tensione negli enti pubblici Roma, 25 ottobre. I sindacati stanno definendo «adeguate iniziative» per assicurare il regolare pagamento degli stipendi nelle aziende in crisi fra le quali la Montefibre, in numerose amministrazioni provinciali e comunali (Torino, Venezia, Roma, Palermo, Catanzaro, Cagliari, Cosenza, Reggio Calabria ecc.) e in alcuni enti parastatali e pubblici. Si parla di uno sciopero generale di tutte le categorie dell'industria, al quale potrebbero associarsi i lavoratori dipendenti dal settore dei servizi e del pubblico impiego. Ma si insiste anche per un incontro con il governo e con i competenti organi regionali per ottenere misure dirette ad evitare la corresponsione parziale delle retribuzioni, sensibili ritardi, il pericolo nei prossimi mesi di preoccupanti interruzioni. Di fronte alla minaccia della Montefibre e di altre aziende industriali di non pagare parte degli stipendi alla fine di ottobre anche per mancanza di credito, il segretario confederale della Uil Ravenna ha protestato contro le limitazioni del credito disposto dal governo. «Era più che prevedibile — ha detto — che l'aumento del tasso di sconto e le altre restrizioni varate dall'ultimo consiglio dei ministri non sarebbero state sopportate da numerose imprese. Se si considerano poi le iniziative concrete per l'espansione degli investimenti e dell'occupazione, che dovranno essere contestuali agli inasprimenti fiscali decisi o solo preannunciati, si può facilmente avvertire la necessità che si adottino provvedimenti di segno contrario, tendenti cioè ad attivare almeno il medio credito». Un fatto è certo, per Ravenna: «Noi non possiamo pensare che lavoratori restino senza una parte della loro paga. Non potremo che reagire, con iniziative commisurate alla portata dei fatti». Gli effetti della stretta creditizia, peraltro, saranno di portata ben più vasta. «Se non ci sarà più credito — ha osservato il segretario nazionale dei chimici Cisl Trucchi — per pagare i lavoratori, non ci sarà nemmeno per pagare le materie prime in arrivo. In questi termini si sono già espressi i petrolieri. Per il settore chimico, le. duplice minaccia assume toni ancora più gravi». Trucchi ha annunciato che, oltre alle iniziative già in corso in alcune fabbriche e nella stessa Montefibre, sarà attuato uno sciopero in tutto il gruppo Montedison. In accordo con i sindacati dei chimici, le organizzazioni dei tessili insorgono contro «il disimpegno della Montedison» chiedendo fra l'altro il controllo dei finanziamenti pubblici. Una delle soluzioni possibili per assicurare il pagamento degli stipendi negli enti locali sarebbe, secondo il segretario confederale della Cgil Giovannini, la restituzione ai comuni della potestà contributiva. «Comunque — ha aggiunto — occorre muoversi con azioni di tipo strutturale, piuttosto che agire a livello congiunturale, come è stato fatto pochi giorni fa con l'erogazione di 400 miliardi ad una serie di amministrazioni in difficoltà. La situazione alla Montefibre è stata discussa in un incontro a Torino, promosso dall'assessore regionale al lavoro Alasia con le organizzazioni sindacali Cgil, Cisl, Uil ed i rappresentanti dei Comuni in cui hanno sede gli stabilimenti. Un comunicato stampa diffuso dalla Regione al termine della seduta definisce «inqualificabile e ricattatorio» il comportamento della Società. Giancarlo Fossi
Persone citate: Alasia
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