Jancsó: il nudo osceno soltanto in film politici

Jancsó: il nudo osceno soltanto in film politici Jancsó: il nudo osceno soltanto in film politici Roma, 23 ottobre. La condanna per il film Vizi privati, pubbliche virtù non muterà I programmi del regista Miklos Jancso che adesso sta sceneggiando oon la moglie, Giovanna Gagliardo (coimputata nel processo di ieri) una storia centrata sul mostro biblico Golem. In dicembre il regista si trasferirà a Budapest per l'inizio delle ripresa di Allam es Forradalom, un film sul rapporto tra Stato e Rivoluzione nel quale saranno impegnati tutti attori ungheresi. Nonostante l'esito del processo di Torino, Vizi privati, pubbliche virtù è libero di circolare In Francia, in Svizzera, nei Paesi scandinavi ed uscirà In dicembre anche a Londra dove ha già ottenuto il visto di censura. Per tutta la giornata Miklos Jancsó e la moglie, la sceneggiatrice Giovanna Gagliardo hanno dovuto rispondere, nella loro abitazione nel pressi del Pantheon, alle telelonate di amici e uomini di cultura che intendevano esprimere ai due -condannati- la loro solidarietà. • Non ho visto II film di Jancsó — ha detto Michelangelo Antonioni — tuttavia mi chiedo in base a quali criteri I magistrati che fanno tutt'altro mestiere, possono giudicare esteticamente un'opera cinematografica, quali libri hanno letto, di quali esperienze culturali sono stati protagonisti per poter fare, oltre al loro mestiere di giudici, anche quello di critici». Per Damiano Damiani «non è possibi¬ le affidare la sopravvivenza di un film agli umori di pochi personaggi, non qualificati, tra l'altro, ad esprimere giudizi estetici su un'opera cinematografica. E' indispensabile che le forze politiche intervengano al più presto per modificare una normativa anacronistica». • E' una condanna politica quella emessa dai giudici torinesi — sostiene Miklos Jancsó — e ciò è evidenziato dalla discriminazione che la magistratura fa sull'oscenità: se il nudo è legato alle idee è osceno, se il nudo non è legato alle idee non è osceno. Essendo, oltre che cineasta anche avvocato, prevedevo la condanna, anche se speravo di sbagliarmi, perché troppo pesante era l'accusa: film osceno nel suo complesso ed osceno In modo aggravato in cinque scene. Il comune senso del pudore e l'osceno lasciano largo margine all'interpretazione del magistrato e i giudici non hanno certamente tenuto conto della vecchia filosofia del diritto, secondo la quale la legge è conservatrice, mentre il magistrato, per la sua facoltà discrezionale, dovrebbe essere progressista ». Conclude Jancsó con un mezzo sorriso: -Come è difficile Introdurre delle novità. Quando cominciai con le sequenze lunghe Insorsero I critici, adesso che ho cambiato forma per sottolineare le mie idee sono Insorti I magistrati- e. b.

Persone citate: Allam, Damiano Damiani, Giovanna Gagliardo, Michelangelo Antonioni, Miklos Jancso

Luoghi citati: Budapest, Francia, Londra, Roma, Svizzera, Torino