Lockheed: l'Inquirente continuerà l'inchiesta di Guido Guidi

Lockheed: l'Inquirente continuerà l'inchiesta Lo hanno deciso i giudici della Cassazione Lockheed: l'Inquirente continuerà l'inchiesta Gli incriminati, non ex ministri, si erano rivolti alla Suprema Corte perché non sanno come opporsi ai provvedimenti contro di loro - Respinto il ricorso alla Corte Costituzionale Roma, 23 ottobre. L'inchiesta sullo scandalo Lockheed è salva, almeno per il momento. Le sezioni unite penali dalla Cassazione hanno concluso che la legge non riserva alla magistratura ordinaria il diritto di controllare l'attività della Commissione inquirente con la conseguenza che i venti parlamentari possono andare avanti nel loro lavoro. « Se Luigi Olivi, imputato di avere corrotto o tentato di corrompere l'ex ministro della Difesa, Luigi Gui — questa, nella sostanza, la decisione presa oggi dai quindici giudici della Corte Suprema — intende protestare contro l'ordine di cattura nei suoi confronti deve rivolgersi altrove: la Cassazione, infatti, non è competente a giudicare per difetto di giurisdizione ». Il principio giuridico affermato questa mattina dalle sezioni unite penali ha portato la Cassazione ad un'altra conclusione non meno importante: se l'autorità giudiziaria ordinaria non è competente a sindacare la validità o meno di un provvedimento della Commissione inquirente non può, per lo stesso motivo, giudicare se esiste il sospetto che la legge con cui vengono regolati i procedimenti d'accusa contro il capo dello Stato e contro i ministri sia in contrasto con la Costituzione e trasmetterla eventualmente alla Corte Costituzionale. « Se questo facesse — è la tesi delle sezioni unite — la Cassazione invaderebbe un potere altrui perché la Commissione inquirente è una emanazione diretta del Parlamento ». Il problema è stato risolto così in modo definitivo: ma il pericolo che possa essere messa in dubbio tutta l'attitività sinora compiuta dai venti parlamentari, seppure scongiurato per ora, non è affatto annullato. Infatti, è facile presumere che la tesi sostenuta oggi, senza successo, in Cassazione verrà riproposta in futuro davanti alla Corte Costituzionale quando dovessero essere giudicati a Palazzo della Consulta qualche ministro insieme a qualche imputato « laico » come, ad esempio, lo stesso Luigi Olivi, Ovidio Lefebvre d'Ovidio, Camillo Crociani ed altri. L'argomento è serio e non ha affatto poca consistenza giuridica. La questione è sorta perché coloro jhe vengono incriminati dalla Commissione inquirente non sanno a chi rivolgersi per protestare contro i provvedimenti presi nei loro confronti. La Commissione inquirente, infatti, ha gli stessi poteri che sono del Pubblico Ministero nell'ordinamento giudiziario: può arrestare, può procedere a perquisizioni, può disporre sequestri. Ma contro le iniziative del Pubblico Ministero la legge prevede sempre un ricorso ad un giudice superiore: nel caso della Commissione inquirente, invece, non è previsto nulla. E questa non previsione è in contrasto con il sistema giuridico italiano che stabilisce una serie di controlli su tutti i provvedimenti presi da un giudice: si tratta di una garanzia contro eventuali soprusi e possibili errori. « Se questo concetto è valido per tutti i cittadini e confermato, d'altro canto, da una norma della Costituzione (art. Ili) per cui contro le sentenze e contro i provvedimenti sulla libertà personale è sempre ammesso il ricorso è la tesi so- . Cassazione 1 stenuta dall'avv. Alfredo An 1 gelucci, difensore di Luigi Olivi — perché non è ugualmente valido nei procedimenti d'accusa contro i ministri? E perché è da considerarsi legittima la norma che, con¬ Commissione i ed anche al Par- | sentendo alla inquirente lamento, di giudicare anche imputati cosiddetti laici in quanto non hanno avuto incarichi di governo, pone gli imputati che non sono ministri nelle condizioni di non avvalersi dei diritti previsti da tutti gli altri cittadini? Se Olivi fosse stato incriminato dalla magistratura ordinaria avrebbe fatto ricorso contro l'ordine di confronti: ma coimputato con gli ex ministri della Difesa Gui e Tanassi questo diritto ha perduto ». Se la tesi dell'avv. Angelucci fosse stata accolta, il cattura nei suoi \ pericolo per Commissione la vita della inquirente sarebbe stato gravissimo: sia se la Cassazione avesse deciso che l'ordine di cattura era sbagliato, sia se' avesse stabilito di affidare la legge all'esame della Corte Costituzionale. Nella migliore della ipotesi avrebbe bloccato per alcuni mesi ogni attività in via della Missione. Le sezioni unite penali, in vece, hanno scelto una soluzione che giuridicamente è ineccepibile: la competenza a giudicare questa materia è del Parlamento e l'autorità giudiziaria ordinaria non può in alcun modo pronunciarsi perché si sostituirebbe ad un altro potere dello Stato. Ma è una soluzione che lascia aperto il problema. Guido Guidi Roma. Antonio d'Ovidio Lefebvre (a destra) e Camillo Crociani, due fra gli implicati nello scandalo Lockheed

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