"Escalation,, di accuse alla cricca di Shanghai di Alain Jacob

"Escalation,, di accuse alla cricca di Shanghai Si consolida la posizione di Hua Kuo-feng "Escalation,, di accuse alla cricca di Shanghai Pechino, 22 ottobre. Importanti comunicazioni sono attese per domani sera a Pechino, dove l'affare del «complotto dei quattro» s'approssima alla stretta conclusiva. Si prevede che sarà annunciata ufficialmente la nomina di Hua Kuo-feng alla presidenza del partito e della sua commissione militare, ma anche la nuova composizione dell'ufficio politico e del suo comitato permanente. Quest'ultimo è ormai il solo ad attizzare le indiscrezioni, perché l'essenziale delle altre decisioni della direzione del partito è ormai di dominio pubblico. Questa mattina, ad esempio, radio Pechino ha aperto le trasmissioni parlando delle manifestazioni cominciate giovedì nella capitale, dando per la prima volta il titolo di «presidente» a Hua Kuo-feng, e denunciando esplicitamente i membri della «banda dei quattro)): Wang Hong-wen, Chang Chun-chiao, Chiang Chin, e Yao Wen-yuan. Qualche ora dopo l'agenzia Nuova Cina ha diffuso un dispaccio sullo stesso tema, valutando a un milione e mezzo i partecipanti alla manifestazione di giovedì, e denuncian do con varietà di termini i «quattro cospiratori e carrieristi». L'agenzia si rallegra dell'annientamento della «cricca controrivoluzionaria» che costituiva «una peste ai- l'interno del partito». I quattro dirigenti sotto accusa sono, per la Nuova Cina, «i rappresentanti tipici della borghesia in seno al partito e degli ostinati partigiani del capitalismo che persistono su questa strada». Il dispaccio della Nuova Cina lascia intravedere qualche aspetto ancora sconosciuto di questo affare, o almeno della versione ufficiale dei vincito¬ ri. La rivelazione più stupefacente è che le recenti misure sono «la rapida realizzazione della saggia decisione presa dal presidente Mao» e sembra che questo non si riferisca soltanto alla nomina di Hua Kuo-feng alla presidenza del comitato centrale (che Mao avrebbe potuto prendere in considerazione prima della sua morte) ma anche alla destituzione di Chiang Ching e dei suoi amici del «gruppo di Shangai». La popolazione è stata informata che da tempo il presidente aveva cominciato a criticare questi personaggi. Compiendo un altro passo avanti (e consapevole che una smentita non potrà giungere dall'oltretomba) il nuovo potere attribuisce adesso a Mao la responsabilità iniziale dell'eliminazione politica della sua vedova e degli uomini che lui stesso portò al potere. Nuova Cina enumera i diversi «crimini» di cui si sarebbero resi colpevoli i «membri della banda dei quattro» e alle accuse già conosciute dì aver deformato il pensiero del presidente Mao e «praticato il revisionismo sotto l'insegna del marxismo» se ne aggiungono altre. Si apprende così che i quattro «si sono opposti alla linea rivoluzionaria proletaria del presidente Mao su una serie di questioni interne e internazionali». E quest'ultima precisazione fatta per la prima volta lascia supporre che la politica estera cinese possa subire qualche modificazione al termine di questa crisi. La «banda dei quattro» è anche accusata di essersi dedicata ad «attività frazioniste per dividere il partito», e questo significa che «i cospiratori» hanno cercato di raggruppare dei seguaci nell'ambito del comitato centrale. Infine, Nuova Cina conferma che si è trattato di una lotta per il potere al livello più alto, cioè per la stessa presidenza del partito. «Gli intrighi e le cospirazioni erano un tentativo per usurpare la direzione suprema del partito e dello Stato, e sono stati fatti fallire dal comitato centrale diretto dal compagno Hua Kuo-feng». E si legge ancora la stupefacente precisazione che il nuovo capo del pcc ha agito «conformemente alle disposizioni del presidente Mao». Oggi, sulla piazza Tien an Men, è ripresa la sfilata dei manifestanti, ma un servizio d'ordine rinforzato limita un po' la calca che ieri aveva praticamente paralizzato il centro della capitale. Continuano a risuonare tamburi, gong, cimbali, petardi, ma piove e le lunghe file di dimostranti che avanzano sotto il cielo grigio, con gli stendardi bagnati non offre l'impressione di entusiasmo popolare che l'agenzia Nuova Cina si è compiaciuta di sottolineare per la manifestazione di ieri: che c'era di più allegro dello spettacolo dei bambini delle scuole che marciavano con i maestri sulla piazza Tien an Men al grido di «abbasso Chiang Ching?». Alain Jacob Copj rlchl di « Le Monde » c per l'Italia de « Lo Stampo » Copyright di « Le Monde » e per l'Italia de « La Stampa »