Ferrari più veloce. Hunt è in crisi?

Ferrari più veloce. Hunt è in crisi? Prime indicazioni sul circuito giapponese che deciderà il "mondiale,, Ferrari più veloce. Hunt è in crisi? Regazzoni e Lauda precedono l'inglese dopo le prime due prove - Tre notti insonni di Hunt, che ha fatto anche un testa-coda ■ Caldwell dice: "Mi sembra già fuori giri" (Dal nostro inviato speciale) Fuji, 22 ottobre. La giornata giapponese di Niki Lauda comincia alle 7 del mattino. Alle 8 bussa alla porta della camera accanto, che ospita il sottoscritto e il collega Pietro Rizzo, pigro siciliano, per dire all'assonnato Interlocutore: -Ragazzi, andiamo a lavorare! ». E' vestito con la tuta rossa da gara e nel fumi del sonno sembra un folletto capitato per sbaglio da queste parti. Lui è fatto cosi, correre è un lavoro, e un poco per sfottere ma molto sul serio chiama anche noi ad assolvere I nostri compiti. Poco ci manca che resti II di fazione sulla porta a vedere se ci sbrighiamo abbastanza. Se ne va invece per essere il primo al circuito, come sarà poi il primo ad andare a dormire in serata, e l'unico a portarsi a letto come tavola d; studio tempi comparati, raffrontati giro per giro, a scoprire segreti magari inesistenti di avversari e colleghi che vede solo negli specchietti. Giacomino Hunt ha passato la sua terza notte Insonne e poi si è addormentato a mattina quando era tempo di essere ben in quadro. Cadwell raccontai.do queste cose scuote la testa preoccupato, dicendo con espressione concisa molto britannica: • lo non posso toccare il motore umano, ma questo è già fuori girl ». La sua « girl-friend » è in Inghilterra e ogni contatto femminile gli è stato vietato da Teddy Maier che veglia su questa sua rinnovata verginità. Lui accetta ma è nervoso, poi c'è stato l'episodio del registratore che lo ha mandato in bestia, e adesso si trova a dover giocare con la macchina in pista e sa che sono problemi abbastanza seri. Le prove che lui solo ha condotto sabato scorso hanno messo in evidenza problemi di assetto senza indicare soluzioni, che debbono essere individuate tra oggi e domani. I boxes della Ferrari sono I primi della lunga fila, com'è consuetudine e nobiltà. Attorno c'è l'assedio consueto a Monza ma imprevedibile quaggiù, dove in | fondo i maggiori titoli di merito Il ha McLaren, e quindi c'è il nervosismo un po' esibizionista di chi si sente protagonista attorno alle vetture. Dentro ai posti di guida Clay Regazzoni gioca in freddezza con Lauda, discorre quieto e indica questo o quel particolare. Si è deciso di andare per gradi, regolare sospensioni, alettone, baffi senza pretendere di ottenere il miglior rendimento subito. Alla McLaren l'efficientismo cede un poco il passo ad una sorta di esibizione di efficienza. I meccanici se devono passare oltre il guard-rail saltano con balzo felino, Maier siede in posizione fotogenica sul fianco della vettura per essere ben inquadrato vicino ad Hunt, poi inserisce nel gruppo di famiglia Barry Sheene, campione motociclistico e nuovo gioiello nella sua collezione di contratti, per una utilizzazione che potrà andare dalle due ruote immediate alle quattro del futuro. Quando mr. Hunt va in pista scatta l'operazione cronometri, ma c'è poco da stare allegri, perché la vettura bianca e rossa è tra le tante che filano via piuttosto « sporco », palesemente in difetto nel giusto equilibrio tra le curve lente della parte bassa e II curvone veloce che risale fino al rettilineo d'arrivo. Alla Ferrari e alla McLaren arrivano contemporaneamente due treni di gomme diverse. La Goodyear conduce la sua politica con la parzialità consueta, pronta a concedere favori di cui tutti parleranno, nominandola per forza e procurandole quella pubblicità che non merita ma che la situazione di monopolio le concede. I nuovi treni sono diversi, hanno mescola più morbida, permettono in definitiva tempi migliori con sforzo minore. Niki e Hunt se la vedono sugli ultimi giri ed è questione di piccoli centesimi in favore dell'inglese che tira però oltre il limite rischiando guai grossi in un sorpasso su Watson. Un'ora di intervallo per riordinare le idee, poi si ritornerà in pista. In fondo, molto se non tutto, si decide in questi giri a singhiozzo, nelle soste forzate o meditate, nel centesimi di secondo che l'uno riesce a rubare all'altro, che nulla sono se non lo specchio di una maggiore efficienza. Il guaio per Hunt è che lui deve correre contro tutti, mentre Lauda ha la tranquillità di sapere che ogni avversario che gli arrivi davanti e non si chiami Hunt, gli fa fare un passo avanti verso il titolo. E tutti adesso sono alla pari. Personaggi Ecclestone o Chapman non si fanno certo fregare da qualsivoglia Goodyear. Le gomme veloci finiscono in dotazione a tutti I teams che contano e allora la lotta Hunt-Lanuda si allarga, coinvolge la MartlniBrabham-Alfa (per la prima volta protagonista assoluta con Carlos Pace), la Lotus di Andretti, poi Regazzoni con la Ferrari, e l'incredibile Brambilla, pilota ruspante che riesce a far miracoli con quel catorclno di macchina che si ritrova. Niki ha i problemi suoi perché II treno di gomme che gli hanno dato ha strani difetti di equilibratura, la circonferenza dei pneumatici non è eguale, e la macchina viaggia zoppino finché Lauda non si decide a tornare alle gomme dure e con quelle a migliorare se stesso di un'ora prima. Tanto gli basta perché Hunt questa volta è proprio in crisi. Dopo aver cambiato altre tre volte posizione all'alettone, modificato l'assetto anteriore, è finito in testa-coda alla prima curva della parte bassa, danneggiando la macchina nell'uscita sul prato. L'efficientissimo McLaren ha mostrato la corda quando si è trattato di intervenire al volo, fuori programma. Hunt è uscito e rientrato tre volte dai boxes sempre meno efficace nella guida, sempre più incupito in viso. Finisce il primo round con Niki più rassicurato, e Hunt che reagisce come un ragazzino tradito dal giocattolo più bello. Succede, ma domani potrebbe essere il giocattolo italiano. Aspettiamo e stiamo a vedere. Giorgio Viglino I TEMPI — 1. Andretti (Usa), Lotus, 1'13"29, alla media di 214,114; 2. Pace (Brasile), Martini-Brabham-Alfa, 1'13"43; 3. Regazzoni (Svizzera), Ferrari, 1 '13" e 64; 4. Brambilla (Italia), March, 1'13"73; 5. Lauda (Austria), Ferrari, 1'13"74; 6. Hunt (GB), 1 '13" e 76; 7. Hassmi (Giappone), Kojima, 1'13"88; 8. Mass (Germania), Me Laren, 1'14"07; 9. Depailler (Francia), Tyrrell, 1'14"15; 10. Pryce (GB), Shadow, 1'14"23. 11. Scheckter (Sudafrica), Tyrrell, 1'14"26; 12. Perklns (Australia), Martini-Brabham-Alfa, 1'14"; 38; 13. Laffite (Francia), Ligier, 1'14"45; 14. Watson (Irlanda), Pensche, 1'14"67; 15. Stuck (Germania), March. 1'14"80; 16. Peterson (Svezia). March, 1'14"88; 17. Hoshino (Giappone), Tyrrell, 1'14"94; 18. Jones (GB), Surtees, 1'14"94; 19. Merzario (Italia), Williams, !'15"28; 20. Nilsson (Svezia), Lotus, 1'15"43. (Nostro servizio particolare) Tokyo, 22 ottobre. (e. c.) Il circuito del Fuji è stato costruito nel 1966, ai piedi dell'omonimo monte, a circa 100 chilometri da Tokyo. Il tracciato nacque grazie ai finanziamenti delle società Nissan e Toyota che, unendosi ad altre ditte minori, ne favorirono la costruzione allo scopo di incrementare le competizioni automobilistiche. La parte del circuito nipponico che verrà utilizzata per II Gran Premio ha uno sviluppo di 4300 metri, lungo il quale sono disseminate ampie curve e diversi saliscendi. Il tracciato ricorda, a grandi linee, quello svedese di Anderstop, che notoriamente non è tra i più favorevoli alla Ferrari. Su questo tracciato dovrebbero trovarsi a loro agio le Tyrrell, le Lotus e le March. Hunt e Lauda nella loro sfida diretta per il titolo dovranno perciò fare i conti anche con i vari Scheckter, Andretti, Peterson e Brambilla. Il record della pista fu stabi¬ lito nel 1968 dall'americano Mark Donohue, tragicamente scomparso lo scorso anno durante le prove del Gran Premio d'Austria, con una McLaren nel tempo di 1'16"81, alla media di chilometri orari 201,535. Non si hanno termini di paragone per le formula uno, ma c'è da ritenere che questo circuito risulterà uno dei più veloci del campionato. Il primo Gran Premio del Sol Levante si disputerà sulla distanza di 73 giri, pari a chilometri 313,900. Fuji. Niki Lauda con il direttore sportivo Audetto (Telefoto)