Dentro la "Stanza del vescovo,, con Ugo Tognazzi e Ornella Muti di Sandro Casazza

Dentro la "Stanza del vescovo,, con Ugo Tognazzi e Ornella Muti Dal romanzo di Chiara un film di Dino Risi a Stresa Dentro la "Stanza del vescovo,, con Ugo Tognazzi e Ornella Muti (Dal nostro inviato speciale) Stresa, 22 ottobre. Coperte soltanto da un velo di olio solare le due ragazze stanno distese sul ponte del «cabinato» mentre Tognazzi e Patrik Dewaere scambiano, da poppa a prua, battute sulle bellezze commoventi di un nudo femminile. Di fronte a Stresa in mezzo al lago autunnale, assolato e deserto, il regista Dino Risi (lì sorpasso, Profumo di donna) gira alcuni esterni di La stanza del vescovo, tratto dal romanzo di Piero Chiara. Ambientato nel '46, tra le acque e le ville del Lago Maggiore, il film racconta le esperienze di un giovane (Dewaere) annoiato e vagabondo che consuma le sue rendite perlustrando le coste lacustri sulla sua panciuta barca a vela battezzata «La tinca». Per caso si troverà coinvolto nel «giallo» di una ricca famiglia che vive con feroce egoismo i sintomi dello sgretolamento della vecchia e corrotta borghesia fascista. Un omicidio, un suicidio, un disperso della guerra d'Africa che ricompare, una bella e misteriosa vedova (Ornella Muti) la quale sembra nascondere la vocazione della mantide, un signorotto (Tognazzi) insincero e sensuale, un pizzico di erotismo, sono i personaggi c gli argomenti di un film che cerca nell'atmosfera accidiosa e decadente di certe grandi ville che si affacciano sul Verbano il motivo critico unificante della storia. Dopo «La spartizione», da cui Lattuada derivò Venga a prendere un caffè da noi, con Tognazzi, la Banca di Monate, 11 piatto piange, Piero Chiara è oggi uno degli scrittori italiani più cinematografici: «I suoi personaggi, gli interni e gli sfondi che descrive — spiega Risi — sembrano pensati attraverso l'obiettivo di una macchina da presa ». Autore tra i più prolifici e stimati, anche dalla critica straniera, della commedia italiana Anni 60, Dino Risi dopo Profumo di donna e Anima Persa (entrambi da romanzi di Arpino) sembra proseguire con La stanza del vescovo una trasformazione dei suoi modelli espressivi più congeniali, abbandonando il gusto ironico e critico del costume italiano per l'indagine sulle cause psico-emotive della decadenza borghese e piccolo-borghese. «E' necessario cambiare temi — dice il regista —. La vecchia commedia di costume si è deteriorata in pornografia. Il pubblico è disgustato dalla volgarità, dalla violenza, che imperversano sui nostri schermi. La strada giusta non credo che sia il cinema "difficile", aristocratico, per una piccola élite di intellettuali ». Perché il pubblico continui ad affollare i cinema bisogna aggiornare il linguaggio, cercare buone storie e nuovi filoni. Un tentativo che Risi sta compiendo con successo — visti i risultati di incasso e di critica — già da Profumo di donna. «Solo lavorando con intelligenza e senza scivolare nella grossolanità per il miraggio di facili e immediati guadagni il cinema italiano può sperare di resistere dignitosamente alla concorrenza dei supercolossal statunitensi». Tanti esempi lo rivelano da Profumo di donna ad Amici miei. La stanza del vescovo, che ha provocato un pugilato a Cinecittà tra Risi e Comencini al quale il film era stato dapprima promesso, costerà un miliardo e trecento milioni. Sulla carta le garanzie di successo sembrano rispettate: un romanzo che ha venduto oltre 100 mila copie, un regista gradito al pubblico, un attore popolare come Tognazzi e un'attrice che stuzzica le fantasie maschili come Ornella Muti. Ci sono tutti gli ingredienti cari al box-office. «Io ho sempre tenuto d'occhio la cassetta — risponde provocatoriamente Risi —. Proprio oggi che il cinema sta andando a picco e tutti si lamentano perché la gente lo diserta, far cassetta, senza volgarità, significa riempire le sale di spettatori. E questo a me va benissimo». Quasi come se sentissero sulla loro pelle tutti i problemi economici dell'industria cinematografica italiana, le due ragazze nude sulla barca riprendono a strofinarsi vigorosamente l'olio solare con zelo complice ai desideri del loro regista. Sandro Casazza

Luoghi citati: Africa, Arpino, Cinecittà, Risi, Stresa