Cina: Mosca rompe il silenzio ed approva il realismo di Hua di Livio Zanotti

Cina: Mosca rompe il silenzio ed approva il realismo di Hua Per l'Urss già avviato un nuovo dialogo con Pechino Cina: Mosca rompe il silenzio ed approva il realismo di Hua (Dal nostro corrispondente) Mosca, 21 ottobre. Sia pure per interposta persona (com'è costume in certi casi), il gruppo dirigente sovietico ha rotto il silenzio fin qui mantenuto e ìa conoscere il proprio giudizio sui mutamenti di potere avvenuti in Cina. A parlare è Jack Waddis, responsabile dell'ufficio esteri del partito comunista britannico. Il suo intervento, diffuso dall'organo del partito Morning star viene ampiamento ripreso dal settimanale russo Za rubejom (un milione dì copie destinate ai quadri delle grandi città), edito dall'Unione dei giornalisti, portavoce autorevole dell'opinione del Cremlino. E' una conferma a quanto era finora trapelato per varie vie e mostra l'ampiezza dell'impegno con cui Mosca segue la svolta imposta da Hua Kuo-feng. Seguendo una gradualità misurata sull'evolversi della situazione cinese, anche la Tass, nell'edizione riservata ai giornali sovietici, comincia oggi a diffondere le corrispondenze dei suoi due inviati permanenti a Pechino. Essi descrivono negli ultimi dìspacci, con dovizia di particolari, le manifestazioni in corso a favore del gruppo «centrista»: le lunghe colonne di operai, impiegati, studenti, ciascuna organizzata per categoria e per luogo di provenienza, che ripudiano in coro «la mafia di Shanghai» (alludendo ai «radicali» ora sconfitti, la cui base principale era e probabilmente rimane nella grande metropoli industriale). La parola d'ordine dominante appare quella diffusa dai cartelli che esortano: «Detestiamo Chiang Ching» e a Mosca non se ne dispiacciano davvero. «Il conflitto determinatosi in Cina è la conseguenza del confronto tra due tendenze diverse, una, rappresentata da coloro i quali più realisticamente vedono la situazione del Paese e con maggiore sobrietà valutano il suo ruolo internazionale, l'altra, che cresciuta nel corso della rivoluzione culturale premeva per imporre una linea estremista», dichiara Jack Waddis, con l'assenso esplicito dei sovietici. Quindi egli si domanda: «Come sarà regolato questo conflitto?». Nella risposta che segue immediatamente c'è riassunto con estrema chiarezza tutto ciò che i sovietici si aspettano da Hua Kuo-feng. Scrive il Morning star: «Come sarà regolato il conflitto lo deciderà lo stesso popolo cinese. Quanto a noi, che negli ultimi anni osservavamo con angoscia l'evolversi della rivoluzione cinese, speriamo nel trionfo del realismo, confidiamo che il popolo cinese potrà trovare una soluzione giusta ai suoi problemi e di nuovo tornare a collaborare, quali che debbano essere le divergenze sussistenti, con tutte le forze: paesi socialisti, movimenti di liberazione nazionale, paesi non allineati, movimenti dei lavoratori e democratici dei paesi capitalisti, a sostegno della pace, della democrazia, del socialismo ». Il giornale comunista inglese fa cosi eco e trascrive in chiaro quanto accennato da Leonid Breznev nei colloqui con il leader mongolo Tsedenbal. «Noi siamo convinti che ci siano rimedi anche ai più complessi problemi dell'Asia, che per comprensibili ragioni noi seguiamo con particolare attenzione», aveva detto l'altro giorno il segretario generale del pcus. La strada che conduce alla normalizzazione dei rapporti tra Urss e Cina è considerata lunga, ma qui si considerano già in cammino. E per sapere qual è il percorso compiuto attendono il prossimo sette di novembre, cinquantanovesimo anniversario della rivoluzione bolscevica. La tradizione diplomatica tra i due Paesi vuole che in quel giorno i cinesi rispondano al messaggio inviato loro dai sovietici in occasione dell'anniversario della Repubblica popolare. Evidentemente al corrente di quanto andava maturando nel partito cinese, lo scorso primo ottobre i russi, per la prima volta dopo lunghi anni, gli hanno rivolto un invito alla trattativa. Anche « Stella Rossa », il giornale delle Forze armate, affronta oggi il problema dei rapporti con la Cina e, sia pure molto cautamente, parla della possibilità ora più reale di risolvere il vecchio contrasto tra Mosca e Pechino. Livio Zanotti

Persone citate: Hua Kuo-feng, Jack Waddis, Leonid Breznev, Tsedenbal