Era un "campione" nel dare le multe il carabiniere che rapinava le banche di Francesco Santini
Era un "campione" nel dare le multe il carabiniere che rapinava le banche A Ascoli Piceno lo avevano premiato per zelo in servizio Era un "campione" nel dare le multe il carabiniere che rapinava le banche Sposato, e con un bimbo di un anno, commetteva i "colpi" durante le ferie e le licenze Ora è in carcere, accusato di cinque assalti a istituti di credito fra Modena e Reggio Emilia I Dal nostro inviato speciale) Modena, 21 ottobre. Un carabiniere indossa una tuta blu, si nasconde il volto con un foulard, impugna la rivoltella e diventa un rapinatore: un bandito solitario che assalta banche e istituti di credito, tra Modena e Reggio Emilia. Lo fa quando è in licenza in casa dei suoceri, a Novi Modenese, un paesetto della Bassa, ai confini col Mantovano, ordinato e pulito, con le case tutte uguali che sembrano tirate su dalla squadra dello stesso geometra. Poi finiscono le ferie. Il carabiniere mette in moto la sua «Alfetta» che odora di nuovo. Con la moglie e il figlio, che ha un anno, se ne torna in caserma, a S. Elpidio a Mare. Riprende la divisa ed ha un premio: è il militare che in provincia di Ascoli Piceno ha fatto più contravvenzioni di tutti i colleghi. Poi lo a o ioe di o ia o ol o, e a eaa di ie o d e ino arrestano: è lo scandalo. Alla moglie dicono: «E' una vergogna: sarebbe bene, a questo punto, che si uccidesse in carcere». La donna è in lacrime ma aggiungono: «Ha disonorato l'Arma: per noi suo marito è morto». Marilena Poli stamane ha visitato il marito nel carcere di Reggio Emilia. Roberto Montese l'ha ascoltata in silenzio. «Abbiamo un bambino — ha detto —, non mi posso sparare. E' andata così. Vendi la macchina e tira avanti in casa dei tuoi». Poi ha chiesto: «E tu mi aspetterai? Prima o poi sarò fuori, possiamo ricominciare la nostra vita, prenderò un lavoro, staremo bene». Roberto Montese ha trent'anni, sua moglie ne avrà ventisette il mese prossimo: «Lo aspetterò — dice — assieme al nostro piccolo Manuel: sono dieci anni che lo amo, il nostro sogno non è finito». Marilena Poli non hn remo- re: parla del marito con grande ammirazione. Lei stessa si sente protagonista: «Siamo nella tempesta», dice e corre al telefono. «Sì, sono io, una brutta avventura», risponde all'amica d'infanzia che le telefona dalla casa accanto e vuole sapere di più. «Sì, lo spavento — dice —, poi potevano ucciderlo in un conflitto a fuoco: meglio così anche se l'incubo non è finito. Ho i giornalisti, ti lascio». Il conflitto a fuoco non c'è stato. Roberto Montese è stato arrestato su un autobus di linea, a Concordia. Era tra gli altri passeggeri e cercava di nascondere il viso. Aveva in tasca tre milioni e 800 mila lire. Se li era «fatti consegnare» una mezz'ora prima a Fabbrico, dal cassiere della «Banca Popolare» di Modena. Nessuna messinscena, nessun salto di bancone: era rimasto in fila dietro allo sportello. Al suo turno si era coperto il volto, aveva estratto la rivoltella e con tono affabile e gentile aveva chiesto il denaro. Se n'era andato senza correre, con il suo sacchetto di nailon zeppo di banconote. Dinanzi alla banca era salito a bordo di una «500»: aveva parcheggiato l'utilitaria lì davanti appena pochi minuti prima, aveva lasciato il motore avviato ma, certo, nessuno si era insospettito. E nessun sospetto, mai in passato, aveva suscitato in casa dei suoceri. «Un ragazzo tranquillo», dicono nella piccola piazzola del distributore di carburante che fronteggia la loro casa. Appena più in là c'è la stazione dei carabinieri di Novi. « E' rimasto lì per tanti anni — dice la madre di Marilena, mentre un'auto si avvicina per fare benzina — e mia figlia si è innamorata: aveva appena diciassette anni, una bambina, lui un bel giovane, in divisa: anch'io ero contenta». Da allora sono passati dieci anni. Nel 1973 il matrimonio, le prime imprese di bandito solitario, le prime auto sportive. Poi l'anno scorso il bambino. In questi tre anni Marilena Poli non si è mai domandata dove suo marito prendesse tanti quattrini: per la casa arredata con eleganza a S. Elpidio, per l'affitto, per le auto sempre nuove, per la domestica a ore, per i viaggi, i vestiti. Con uno stipendio che non supera le duecentomila lire al mese? La donna dà una spiegazione: «Eravamo partiti bene, con qualche risparmio». E un'auto da sei milioni? «Già, anche il tenente me lo ha domandato ma a S. Elpidio, anche un altro collega di mio marito possiede un' ''Alfetta": forse i superiori avrebbero dovuto domandarlo prima. Oggi questo non sarebbe successo e io sono caduta dalle nuvole ». Adesso a Roberto Montese imputano cinque rapine in tre anni: tutte con la stessa tecnica di bandito solitario e gentile. «Chissà il mio uomo dove avrà nascosto i quattrini?», si domanda Marilena Poli dandosi un colpo di cipria. «Quelli, se si trovano, sono da restituire », dice il nonno, Natale, che ha 76 anni. Il padre tace: è chiaro che ha vergogna. «Tutta questa gente — dice — in casa mia: io sono una persona onesta. Posso rimproverarmi soltanto perché questi due giovani hanno avuto troppo. E io che per la nascita del nipotino avevo preso dei buoni postali: centomila lire ». Francesco Santini
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