Arrestato il futuro governatore della Banca Centrale d'Israele di Giorgio Romano
Arrestato il futuro governatore della Banca Centrale d'Israele Accusa di peculato; il governo Rabin è in difficoltà Arrestato il futuro governatore della Banca Centrale d'Israele (Nostro servizio particolare) Tel Aviv, 19 ottobre. Il governatore designato della Banca d'Israele, Asher Yadlin, è stato tratto in arresto ieri sera per peculato, con altri due personaggi compromessi in diverse transazioni illecite con l'imputato principale. Si chiude così la prima fase di uno scandalo di dimensioni nazionali, che avrà certamente vaste ripercussioni anche politiche e che prelude, con molta probabilità, ad altri arresti. Le prime voci di scorrettezze finanziarie risalgono a qualche settimana fa, dopo che il 5 settembre scorso, Yadlin — che da alcuni anni era a capo della potentissima «Cassa Malattie», che conta oltre due milioni di iscritti — era stato nominato governatore della Banca d'Israele, ufficio che avrebbe dovuto assumere il 1° novembre. La nomina aveva sollevato qualche polemica, soprattutto perché era sembrata dettata da una scelta politica (Yadlin è un laborista e appartiene alla stessa corrente del capo del governo e del ministro delle Finanze) e perché il designato non è un esperto di banca ma piuttosto un sindacalista e un organizzatore di indiscussa capacità. Superate queste obiezioni, hanno cominciato ad essere diffuse vaghe voci circa malversazioni nell'esercizio dei suoi compiti, che sono state oggetto di un'indagine da parte del procuratore generale dello Stato, professor Aharon Barak, il quale domenica, dopo investigazioni da parte della polizia e una serie di interrogatori, ha sottoposto al gabinetto un rapporto particolareggiato, in cui si specificavano nei sei capi d'accusa le principali transazioni illecite di cui Yadlin si sarebbe reso colpevole. La maggior parte di esse riguarda beni della «Cassa Malattie», per la cessione o permuta di terreni ed edifici, nelle quali l'accusato avrebbe ricevuto cospicue tangenti per importi complessivi che oltrepasserebbero un milione e mezzo di dollari (non si sa ancora se soltanto a proprio vantaggio od anche a profitto del partito), parte dei quali sarebbero stati illegalmente inviati all'estero. Il «giallo del governatore», complicato da episodi ancora oscuri e da impensate connivenze (tra gli arrestati c'è il capo contabile della «Cassa Malattie» e un avvocato che avrebbe avuto parte decisiva nella più importante delle transazioni, la cessione del centro medico di Tel Baruch), è stato reso più piccante dalle dichiarazioni dell'imputato, il quale ha sostenuto fino all'ultimo che le accuse contro di lui erano siate montate da un'anonima signora che egli aveva abbandonato dopo anni di convivenza. I sospetti dei giorni scorsi hanno trovato conferma, sembra, nelle dichiarazioni di uno dei suoi complici, il quale finora aveva respinto sdegnosamente le accuse. Esse hanno portato ai primi arresti che oggi sono stati confermati dal magistrato di Tel Aviv Il governo si trova davanti ad un imbarazzante dilemma: finora non aveva voluto sospendere la nomina in base al principio che ogni individuo è innocente fino a che non sia provata la sua colpevolezza, mentre Yadlin non aveva voluto accettare il consiglio dì dimettersi. D'altra parte appariva inconcepibile che il posto dì maggior prestigio e responsabilità finanziaria del Paese fosse occupato da persona che non era al di sopra di ogni sospetto. Formalmente, inoltre, l'attuale governatore, Moshe Zambar, non può continuare nell'ufficio oltre la data del 31 ottobre, né esiste per statuto la carica di vicegovernatore. Mentre da parte dell'opposizione si insiste perché si proceda subito ad una nuova nomina e la scelta cada su un tecnico e non su un politico, il governo dovrà riunirsi in seduta straordinaria per annullare la precedente decisione e nominare un nuovo governatore. Giorgio Romano
Persone citate: Aharon Barak, Asher Yadlin, Moshe Zambar, Rabin, Yadlin
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