Sfida per italiani di Giovanni Arpino

Sfida per italiani I colloqui di Arpino Enzo Bearzot Sfida per italiani Se può, mangia solo dolci. Forse per ristabilire un equilibrio, dati i rospi che devi ingoiare, gli dico. Lui, Enzo Bearzot, annuisce sardonicamente. » Ho spalle larghe, so resistere », risponde. Fuma troppo, non beve, viaggia come una spoletta, crede ciecamente nel proprio lavoro. Anche se in questi giorni i rospi, cioè le sofferenze, non sono pochi. ■ C'è un gran qualunquismo in giro. C'è chi mi consiglia di cambiar tutto, come se la Nazionale fosse un laboratorio, non una squadra bisognosa di rinsaldarsi grazie a determinati automatismi. C'è gente che parla con leggerezza degli azzurri, e che non si comporta mai cosi quando deve esaminare una squadra di club », mastica con grinta. Non ho bisogno di consolarlo, sa come la penso io. E tutti e due sappiamo che la Nazionale è una proiezione di sentimenti contorti, un tirassegno che non può difendersi da bordate gratuite, una « Miss Italia » che ciascuno misura con il proprio metro, chi studia il petto e chi la lunghezza della coscia, scandalosamente. Non ama parlare di sé. Se gli dico che, dopo di lui, chiunque altro non potrà tornare indietro, questo lo consola un poco, ma pochissimo. Si lascia andare solo per un attimo: « I paragoni sono sempre improponibili. Ma noi avevamo una Nazionale che subiva, che reagiva di scatto in due-tre contropledl per partita, che si batteva per cancellare il gioco altrui, non per costruirne uno proprio. I tempi cambiano, le generazioni dei calciatori mutano, bisogna pur obbedire alla storia. O no? E questa storia ci obbliga, oggi, a tentare una ricerca diversa. Una ricerca di gioco, un'Impostazione nuova, più consona agli uomini che corrono, che esistono. Vincendo o perdendo, vincendo male o rischiando troppo, ma questo è il sentiero. O saremmo già morti. Il Club Italia è sempre una parentesi di orgoglio per chi vi gioca. Questo conta, e l'elaborazione di nuovi temi, naturalmente rispettando ciò che dice e ordina Babbo Campionato, vecchio amabile tiranno ». Dal Lussemburgo a Manchester. Bearzot è già oltre Manica, per vedere se gli juventini del Trap sapranno resistere agli inglesi. Il suo realismo non gli concede sosta. • Il Manchester è più giovane del Borussia », esamina freddamente II "vedo" In questo collo¬ quio dedicato al mercoledì di coppa. • Ha brio, è veloce, sa battersi, sa frustarsi da solo nei fianchi. Un grosso pericolo, per gli amici bianconeri. Ed il Borussia una volta era tutto impeto, tutta carica, si sbilanciava per segnare non un gol ma sette. Oggi è più savio, dosa le forze, ha meno polmoni ma l'esperienza lo rende ancor più pericoloso. A parità di Inquadratura, il Torino di Radice gli era degno avversario, una partita tutta da vedere: oggi, senza Peccl, con Claudio che deve rischiare, non è possibile un pronostico ». Stringe la mutria, riflette, poi tenta un sorrìso: » Sono già due confronti da semifinale. E le due squadre torinesi si presentano con soli giocatori italiani: è bello, questo. Non vorrei sembrare nazionalista, anche se in ogni campo di calcio, in tutto il mondo, i nazionalismi esistono eccome. Ma se le due torinesi passano il turno, deve essere festa grossa, perbacco. Hanno gli avversari più scorbutici del continente, mica due squadrette. E' una sfida grandiosa ». Già. Alla Nazionale nessuno consente tempi lunghi di lavoro, tutti vogliono II risultato. Il bel gioco, magari anche II caffè gratis e subito. Al club In Coppa tutti minacciano condanne, esami critici Impietosi, calcolando che le squadre italiane, negli ultimi anni, escono « troppo presto » dai tornei internazionali. Borussia e Manchester, che bugiardi non sono, recriminano ancor oggi per il sorteggio che li ha opposti a Toro e Madama. « Certo mi attendo indicazioni importanti dalle due partite », prosegue Enzo Bearzot. « In una sola notte, molti giocatori potrebbero ritrovarsi con il morale e la consapevolezza a mille gradi, oppure potrebbero ripiegare in chissà che malumori e delusioni». Inutile tornare sulle pretese critiche e tifose che esigono, In un Paese stento qual è II nostro, meraviglie di pedate, ed immediatamente. Chi non concede adeguato « spazio di lavoro » ad una qualsiasi équipe, quindi anche agli uomini del calcio, non può aver ragione. Anzi si schiera con 1 più beceri censori, felici di rimescolar nel torbido. « Proprio qui è II punto: il rispetto del lavoro. Cosa che è estremamente difficile ottenere a casa nostra », sospira II • vedo ». Ma poi ride: « Non tirarmi troppo addentro a questi discorsi, sennò non la finiremmo mai. Mentre l'importante è fare, un passettino dopo l'altro, vincere una piccola difficoltà dopo l'altra, applicarsi, ascoltar le rampogne pubbliche o amichevoli, valutarle, ma senza smettere di credere in se stessi ». Più parla, più trasuda metafisico dolore. GII hanno detto che non deve far le ore piccole chiacchierando e cedendo a un bicchiere: e lui non beve, ma certo non può sottrarsi ad un -parlar football' che è comune. Gli hanno detto che dovrebbe cancellar Tizio, mettere Sempronio, come se si trattasse di usar pedine, non carne e ossa d'uomini, • quegli » uomini. Deve condurre una barca che neppur Caronte vorrebbe governare al timone. Lui trangugia, studia, viaggia, guarda, discute. E soffrirà molto più in tribuna a Manchester che non in panchina. E' destino anche questo. Un pronostico, amico -Bea'?. « Solo auguri. Forse contano di più. Sarebbe magnifico se ce la facessero, le due torinesi. Posso dire solo questo. In una situazione di nichilismo com'è l'attuale, un comportamento battagliero, virile, varrebbe tanto oro. E ne abbiamo bisogno, di oro, mi sembra ». Lui, comunque, pur sperando che tutto funzioni, è disposto anche a raccattare I cocci futuri, mai da escludere. Bettega-Grazianl, c'è un altro - mister » che vi segue, stanotte. Stringerà I denti come e più di voi. Giovanni Arpino Bearzot e i gemelli azzurri (Dis. di F. Bruna) dcpd

Persone citate: Bearzot, Bettega, Caronte, Enzo Bearzot, Radice

Luoghi citati: Arpino, Italia, Lussemburgo, Madama, Manchester