Questore nelle grane per la casa da gioco

Questore nelle grane per la casa da gioco Polemiche a Taormina Questore nelle grane per la casa da gioco Il pretore ha inviato avviso giudiziario al funzionario e al dirigente del commissariato perché hanno diffidato il casinò a riaprire (Nostro servizio particolare) Messina, 19 ottobre. Riesplode l'aggrovigliato intrico del casinò di Taormina aperto, fatto chiudere, riaperto, in complesso funzionante pochissimi giorni in 14 anni di polemiche e processi. L'ultimo sviluppo delle querele che vede il ministero dell'Interno contrapposto ai titolari del casinò, al Comune e all'Azienda di turismo e soggiorno di Taormina, si è concluso in un clamoroso scontro tra organi dello Stato. Infatti il pretore di Taormina, Pietro Sturiate ha inviato comunicazioni giudiziarie al questore di Messina Giuseppe Nicolicchia e al vicequestore Salvatore Dotto, che dirige il commissariato di p.s. a Taormina, per il reato di abuso innominato di ufficio. Secondo il magistrato, l'abuso consiste nel fatto che il 3 giugno il questore e il 3 ottobre il vicequestore hanno diffidato la società «'A zagara» titolare del casinò dal riaprire la casa da gioco. Intenzione del comm. Domenico Guarnaschelli, figura popolarissima a Palermo, già gerente d'un casinò a Tripoli, quando la Cirenaica era italiana, e principale azionista della «'A zagara», era di riaprire con tavoli di«chemin de fer» e «roulette» la sera del 12 scorso. Ma, temendo di esser nuovamente denunciato, all'ultimo momento ha cambiato programma e si è ben guardato dall'azzardarsi a lanciare una nuova «sfida» al ministero dell'Interno. Il pretore Sturiate, che nel pomeriggio ha confermato di aver iniziato il procedimento penale contro il questore e il vicequestore, non ha voluto rilasciare alcuna dichiarazione. «L'istruttoria è in corso», i ha detto. D'altra parte Guarnaschelli è nelle peste perché se non riaprirà il casinò probabilmente si troverà in difetto con un altro pretore, quello di Acireale, Enzo Cosentino, al quale i duecento dipendenti della «'A zagara» si son rivolti per riavere il posto. E il pretore Cosentino, dando ra¬ gione al croupier Giorgio Zabeo, il primo ad essersi rivolto a lui, ha giudicato «risibili e prive di consistenza giuridica» le giustificazioni di Guarnaschelli che gli aveva spiegato di non aver riaperto per le diffide della questura messinese. Voltando la frittata, quindi, non ci vuol molto a scommettere sul senso della frase del pretore Cosentino: il casinò di Taormina, per lui, è legittimo e Guarnaschelli non deve ubbidire alla polizia. E, d'accordo col suo collega, il pretore Sturiate ora addirittura processa il dottor Nicolicchia e il dottor Dotto. Nella storia del casinò di Taormina, ormai lunga quasi tre lustri, vi sono processi a carico di Guarnaschelli imputato di esercizio abusivo del gioco d'azzardo, ma alla fine il commendatore palermitano se l'è sempre cavata: o assolto o condannato, ma poi amnistiato. La sua «buona ragione», in sostanza, è che la licenza ottenuta dal governo fascista nel 1935 per gestire una casa da gioco «nel territorio italiano della Cirenaica», una volta perduta la Libia nella seconda guerra mondiale, è sempre valida nel resto del territorio italiano, perciò anche a Taormina. D'altronde, la Regione Sicilia imitando quella della Val d'Aosta, (Saint-Vincent funziona per un decreto del presidente Chabod del 1946) ha autorizzato Guarnaschelli con un proprio decreto a far agire il casinò, nonostante le opposizioni del ministero dell'Interno. E' facile supporre come l'iniziativa del pretore di Taormina abbia messo a rumore Messina già sotto choc per il recente braccio di ferro tra il pretore Elio Risicato e il sindaco democristiano, Giuseppe Merlino. Si ricorderà: Risicato revocò il mandato al primo cittadino, da lui messo sotto processo per presunti abusi, e sulla vicenda proprio in questi giorni a Palazzo di Giustizia a Messina è in corso un'inchiesta ordinata dal ministero di Grazia e Giustizia. Antonio Ravidà