In Venaria, 50 alloggi occupati per protesta

In Venaria, 50 alloggi occupati per protesta In Venaria, 50 alloggi occupati per protesta Contro il sistema delle assegnazioni, la politica edilizia del comune e le ultime ristrutturazioni Cinquanta alloggi sono stati occupati la settimana scorsa nel quartiere delle «ex-casermette» di Venaria. Le famiglie hanno inteso cosi protestare contro il sistema delle assegnazioni, la politica adottata dal Comune in materia di edilizia popolare, e il metodo delle ristrutturazioni. Il problema aveva già sollevato molte polemiche. Il progetto iniziale dell'Insediamento (15 palazzoni prefabbricati, 500 appartamenti, scuole, un centro commerciale, ampi parcheggi e zone verdi) prevedeva una spesa di 7 miliardi. Poi i costi sono saliti, alla fine di agosto 1 lavori per le fognature erano ancora da ultimare. Un'Indagine aveva permesso di accertare che 65 assegnatari erano famiglie con una o due persone; 84 con due o tre; 192 con tre o quattro. Erano Invece previsti alloggi da 5, 6. e anche sette vani con doppi servizi. «E' stato fatto tutto con leggerezza — avevano obiettato gli Inquilini —. I negozi sono piccoli, i cortili pieni di buche, e di sassi». In Comune si è cercato di intervenire con una «ristrutturazione». Cosa si è scelto di fare? Con una spesa di quasi un miliardo e mezzo, 60 alloggi devono essere divisi a metà. Un'operazione alla quale oggi gli assegnatari si sono opposti. «Hanno diviso senza criterio le stanze, creato corridoi angusti, compromesso la solidità della casa con l'apertura di porte, la creazione di nuovi muri». Il malumore, sfociato la settimana scorsa nell'occupazione tocca anche le assegnazioni. «C'è un consigliere comunale che ha un alloggio — dice il Comitato di lotta —. Un commerciante ha ottenuto un appartamento più grande del dovuto, altri con graduatorie basse sono stati sistemati, uno ha addirittura già venduto l'alloggio». Attacchi duri che non rispamiano amministrazione comunale, istituto case popolari, impresa costruttrice. «Sono partiti da 7 miliardi, adesso slamo a 11, finiremo a 16 miliardi. Un alloggio costerà sui 30 milioni. Non si poteva risparmiare qualcosa e lavorare meglio?».

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