Però il giornalista ha ragione di Gaetano Scardocchia

Però il giornalista ha ragione LETTERA AL DIRETTORE DAI SOCIALISTI TEDESCHI Però il giornalista ha ragione Egregio Direttore, in riferimento all'articolo del suo corrispondente, signor Scardocchia, apparso sul suo giornale il 14 ottobre '76, mi permetto di comunicarle quanto segue: 1) Il professor dottor Horst Ehmke, deputato al Bundestag, membro della direzione della Spd, è profondamente sorpreso per il modo in cui gli vengono attribuite dichiarazioni e opinioni che egli non ha in nessun modo espresso. 2) La cosiddetta intervista è stata un colloquio di dieci minuti svoltosi a Bonn il 6 ottobre 1976. 3) Tutte le dichiarazioni, anche quelle sul psi e sul cosiddetto eurocomunismo, che dal suo corrispondente vengono attribuite al prof. dott. Horst Ehmke, non corrispondono in nessun modo alla verità e sono del tutto inventate. Alle domande sull'eurocomunismo che gli sono state poste dal signor Scardocchia, il prof. dott. Ehmke ha rispo¬ sto indicandogli il testo della conferenza che egli ha tenuto alla Friedrich Ebert Stiftung. Il signor Scardocchia ha ricevuto una copia scritta di questa conferenza. Lei comprenderà, egregio signor Direttore, che noi dobbiamo chiedere una precisazione. Distinti saluti. Hans-Eberhard Dingels direttore della Sezione rapporti Internazionali presso la direzione della Spd a Bonn Il professor dottor Ehmke racconta bugie. Il giornalista stavolta ha un p ivilegio che non sempre i D- ^Tialisti hanno: di poter provare quel che dice. Avendo saputo, mentre ero a Bonn, che Ehmke aveva tenuto un'interessante conferenza sull'eurocomunismo dinanzi alla Friedrich Ebert Stif tung (la fondazione culturale socialdemocratica), gli ho chiesto un colloquio e il testo della conferenza. Egli mi ha accordato l'uno e l'altro. Sul nostro colloquio egli può dire ora tutto quel che vuole, che è durato dieci mi- nuti (e invece io dico che è durato mezz'ora) e che non era un'intervista (e allora, perché stavo lì con taccuino e matita?); ma resta il fatto che nell'articolo io ho avuto l'accortezza, quanto mai provvidenziale, di attribuirgli soltanto opinioni e dichiarazioni che si ritrovano pari pari, parola per parola, nell'opuscolo della sua conferenza. Professor Ehmke, confrontiamo i testi e riconoscerà che è tutta farina del suo sacco. Non c'è neppure una virgola, dico una, che non abbia il suo bravo riscontro nell'opuscolo: a pag. 12 (l'evoluzione dei comunismi occidentali), a pag. 15 (i riconoscimenti all'autonomia del pei), a pag. 24 (rapporti tra Nato e pei), a pagina 26 (rapporti tra pei e Urss) e a pagina 27 (critiche alla struttura del pei). Potrei ripubblicare qui — ma sarebbe noioso per i lettori — tutte le dichiarazioni I attribuite a Ehmke nel mio articolo con accanto il testo tedesco di riferimento. L'opuscolo che egli mi ha dato resta comunque a disposizione di un eventuale tribunale o giurì a cui il professor dottor Ehmke potrebbe rivolgersi per tutelare la sua credibilità di uomo politico dall'accusa che io gli rivolgo: di essere un bugiardo, disposto a rinnegare perfino ciò che ha detto pubblicamente dinanzi ai suoi compagni di partito. I lettori potranno chiedersi: ma perché questo Ehmke mente? Ecco la risposta: perché era stato invitato a Roma in questi giorni, come rappresentante della Spd, per un incontro con i dirigenti di un partito politico italiano. La segreteria di questo partito, dopo che era apparso il mio articolo, gli ha però fatto sapere che l'invito doveva considerarsi annullato, a meno che Ehmke non avesse smentito i suoi troppo positivi apprezzamenti sul pei. E Ehmke ha smentito. Un invito a Roma vai bene una menzogna. Gaetano Scardocchia

Persone citate: Friedrich Ebert, Friedrich Ebert Stiftung, Horst Ehmke, Professor Ehmke, Scardocchia

Luoghi citati: Bonn, Roma, Urss