Trapattoni: li fermiamo

Trapattoni: li fermiamo Il trainer a cuore aperto prima di Manchester Trapattoni: li fermiamo Calcio smitizzato quello che offre Trapattoni a poche ore dalla sfida in Coppa Uefa con il Manchester United. Un football diverso, in chiave umana, con il volto vero che spesso è nascosto da una comoda maschera. Dice il trainer bianconero ai giornalisti, discorrendo con gusto, con il sorriso che nasce sulle labbra. -Docherty è un tipo molto amabile, molto simpatico. L'altro giorno a Manchester mi dice: ha telefonato Book, trainer del Manchester City, chiedendo se volevo delle Informazioni sulla Juventus. Gli ho risposto con una risata, con un "fammi il piacere", visto che le aveva buscate secche dai bianconeri ». Trapattoni è rimasto incantato dall'ambiente calcistico inglese. L'altro giorno, dopo la batosta del Manchester United in trasferta ccn il West Bromwich, i responsabili dei « diavoli rossi » non hanno battuto ciglio. • Sono entrato con loro — ci racconta il "Trap" — nella sala di ritrovo. Si rideva, si scherzava con visi distesi, sorseggiando il tè. Da noi ci sarebbero stati spogliatoi con barricate, dentro si sarebbe consumata una tragedia. Il calcio è bello cosi. Questa è la loro autentica forza. I quattro gol che hanno incassato non significano nulla. Sono capaci di rifarsi ampiamente la domenica seguente. Auguriamoci che non anticipino i tempi ». Trapattoni dialoga serenamente. Ha condotto ieri mattina un training scrupolosissimo cercando di mettere in pratica sull'erba del Combi quegli accorgimenti tattici che usano gli inglesi per mettere in difficoltà gli avversari. Provini meticolosi dunque sui cross per trovare la posizione esatta di ciascun uomo, per prevenire eventuali rischi. Dopo la « lezione » collettiva per annullare Coppel, Pearson, Hill, Trapattoni Intavola un dialogo sereno, proprio perché questa trasferta sia interpretata nei giusti termini. Contrariamente a Docherty, Trapattoni ha seguito I consigli dell'amico Radice. Si è Incontrato con l'allenatore granata che cortesemente gli ha fornito ragguagli sul Manchester. Gigi infatti ha un ricordo fresco del Manchester; recentemente infatti, quando si trovava in tournée in Irlanda con il Torino, aveva dedicato un pomeriggio alla squadra di Docherty Impegnata nella prima giornata di campionato. Un viaggio-lampo in compagnia di Bearzot, tanto per arricchire sempre di più II bagaglio a livello internazionale. Il trainer ha fatto tesoro delle indicazioni di Radice, anche se ci tiene a staccare questo incontro dalla giusta, sana, rivalità sportiva. » Stare tranquilli — dichiara — che nel derby saremo divisi. Quando eravamo al Milan ci scannavamo In allenamento per portare la nostra squadra al successo e vincere come premio un aperitivo. Gigi ed io siamo amici, ma logicamente divisi nel lavoro. Non scherziamo ». Dopo questa precisazione d'obbligo Trapattoni si tuffa a parlare anima e corpo del Manchester United, squadra che offre ben nove giocatori alle nazionali di Inghilterra, Scozia e Irlanda. -Mi sembra che In questa circostanza I dati siano eloquenti. Il Manchester non è complesso di sprovveduti. Ci sono individualità di spicco, c'è un'Indiscutibile abllità tecnica. Di loro mi ha colpito soprattutto un fatto: oltre ad essere padroni del gioco aereo, sanno metterti in difficoltà con la manovra a terra. Quel Pearson è un tipo molto mobile, molto pericoloso-. Con queste premesse ci si chiede dunque che tipo di match dovrà impostare la Juventus per tornare a casa in allegria. A questo punto, più che far leva su dettagli tecnici, Trapattoni gioca una carta legata a componenti psicologiche. -Esiste il problema — sono parole di Trapattoni — di dover fornire una grossa prestazione, una prova d'orgoglio, di carattere, lo non sono pessimista e vi spiego il perché. La Juventus ha attualmente grosse chanches da giocare. Questa volta abbiamo un Boninsegna in più, un mese in più nelle gambe, abbiamo insomma la possibilità di poter sorprendere l'avversario. Chiaramente non potremo presentarci con la pretesa di imporre il nostro gioco, ma ora possediamo tenuta atletica per contrastare Il passo -. Come alla roulette ci si sbizzarrisce con i numeri, con un pronostico. Trapattoni esprime il desiderio, in punta di piedi. •Un 1-0 o un 2-1 per loro sarebbe l'ideale ». Si chiude la lunga chiacchierata con una stretta di mano, con un buonumore confortante. C'è allegria nel clan bianconero, guidato da un Morini che torna a pensare alla maglia azzurra. Dopo Royle adesso avrà a che fare con Pearson (scontato l'accoppiamento, anche se Trapattoni non ha ufficializzato le principali mar¬ cature), uno dei bomber di Don Revie. -Per ora — dice Francesco — mi preoccupo di far bene per la Juventus, poi penserò alla nazionale. Non sarà un esame. A trentadue anni ho già affrontato centomila attaccanti, penso di possedere un'adeguata esperienza. Se mi restituiranno la maglia azzurra, risponderò alla chiamata per non essere squalificato a vita...-. — Ti senti trascurato? -No. Ognuno fa le sue scelte. Prende delle decisioni, poi si ac corge di sbattere II muso. Rln grazio i giornalisti perché mi ten gono in considerazione. " Loro (Bearzot e Bernardini) non "vedendomi " potrebbero rischiare di far giocare Pirazzini ». Qui Mori ni dimentica addirittura che il va lido difensore giostra come libe ro, ovvero in altro ruolo. La Juve lascia Torino stamane, i convocati sono diciassette. Trapattoni, a differenza di Carletto Parola, non è superstizioso. -Sono nato il giorno diciassette, ho disputato diciassette incontri in nazionale. Questo numero lo prendo come portafortuna...-. Ferruccio Cavaliere

Luoghi citati: Inghilterra, Irlanda, Manchester, Scozia, Torino