Il pg chiede l'intervento dell'esercito in Calabria per la lotta al banditismo

Il pg chiede l'intervento dell'esercito in Calabria per la lotta al banditismo Il pg chiede l'intervento dell'esercito in Calabria per la lotta al banditismo (Nostro servizio particolare) Catanzaro, 18 ottobre. La Calabria rischia di essere occupata da reparti dell'esercito addetti alla caccia ai banditi perché « consistenti reparti » sono stati sollecitati ad intervenire dal Procuratore Generale della Corte d'appello di Catanzaro, Massimo Bartolomei. Le montagne dell'Aspromonte dovrebbero essere, secondo il magistrato, battute, sorvegliate, accerchiate. Per motivare la richiesta, Bartolomei denuncia la «preoccupante latitanza di duecento banditi nel territorio dell'Aspromonte » e la fa seguire, nel suo telegramma, da una sorta di dichiarazione di resa in cui sostiene che il fenomeno fatto oggetto di «pesanti critiche nel recente dibattito parlamentare non è eliminabile data l'insufficienza di uomini e di mezzi ». Concludendo la sua richiesta, Bartolomei si dichiara convinto che solo l'esercito con operazioni a vasto raggio potrebbe « gradualmente » aver ragione della criminalità mafiosa, e lamenta che le « sollecitazioni telegrafiche rivolte dalla Procura Generale alle autorità competenti » siano rimaste tutte senza risposta. L'iniziativa è clamorosa anche se non è la prima; già alcuni mesi fa, infatti, Bar¬ tolomei aveva avanzato la stessa richiesta. Ecco una breve storia degli avvenimenti che hanno portato al recente dibattito parlamentare citato da Bartolomei e quindi alla sua sorprendente iniziativa. Qualche giorno dopo l'uccisione di Francesco Ferlaino, l'avvocato generale della Corte d'Appello di Catanzaro, assassinato il 3 luglio 1975, tre membri del Consiglio Superiore della magistratura partirono per Lamezia con lo scopo ufficiale di portare le condoglianze dei giudici italiani alla famiglia del collega, ma con l'incarico ben più delicato di esaminare la possibilità di aprire un'inchiesta sui possibili rapporti tra la mafia calabrese e certi settori della magistratura. I tre « inviati » del Consiglio Superiore tornarono a Roma e stesero un rapporto sull'argomento, ma l'inchiesta comunque non venne aperta. Nella primavera di quest'anno, durante un convegno tenuto a Reggio Calabria sul tema « Mafia, Stato e società », scoppiò la bomba: il deputato socialista Salvatore Frasca Polara si scagliò violentemente contro le « carenze » dimostrate dalla magistratura calabrese nella lotta contro la mafia e chiamò in causa Massimo Bartolomei nella sua veste di Procuratore Generale. s. m.

Persone citate: Bartolomei, Ferlaino, Salvatore Frasca Polara

Luoghi citati: Calabria, Catanzaro, Reggio Calabria, Roma