Perché difendo i Centri per l'assistenza tecnica

Perché difendo i Centri per l'assistenza tecnica Una lettera polemica sui fondi pubblici Perché difendo i Centri per l'assistenza tecnica Signor Direttore, ho letto l'articolo, forse un po' troppo polemico, su La Stampa di domenica 5 settembre, riguardante l'assistenza tecnica agricola e vorrei dire che se la preoccupazione di Maspoli è che ruesta assistenza debba essere un « servizio pubblico », a me sembra che sia già cosi, perché, secondo quel poco che so del programmi della Regione Piemonte, in questo campo tutto è regolato dalla legge regionale, che prevede e regolamenta e finanzia e controlla quattro forme diverse di assistenza tecnica: quella delle aziende agricole singole (tramite i Cata), quella delle aziende associate (tramite le cooperative), quella che riguarda le iniziative dirette della Regione e quella della contabilità aziendale. Per quanto riguarda i Cata, credo che la Regione faccia bene a basarli sull'adesione volontaria ed a pretendere che abbiano almeno 80 aziende aderenti e che esse siano soltanto dirette coltivatrici. Capisco perciò che la grande azienda capitalistica e chi la rappresenta sia contro i Cata, perché da essi è esclusa; non capisco invece le riserve e ostilità dell'articolo verso un sistema di assistenza tecnica organizzato dal basso dai contadini. Se mai, chi ne sa di più dovrebbe aiutare I Cata a superare le cento o mille difficoltà, anche di finanziamenti in ritardo e di inesperienza, che devono affrontare continuamente. In questo senso credo che il 'carattere pubblico- dell'assistenza tecnica in Piemonte debba ancora aumentare e dare più garanzie e più aiuti soprattutto nella formazione dei programmi, nella preparazione e aggiornamento dei tecnici agricoli, nel coordinamento da parte degli Ispettorati agrari e nel collegamento (per la necessaria assistenza scientifica e pratica) tra i Cata e l'Università o altri istituti. Ma proprio per questo e grazie al suo « carattere pubblico » che sia il più ampio possibile la « gestione sociale » dell'assistenza tecnica (tramite i Cata e le cooperative) mi sembra un'ottima cosa, che secondo me non è per niente « appalto » ma è una forza concreta, non solo a parole, di quella « partecipazione » prevista dalla Costituzione e dallo statuto della Regione Piemonte. E per me è un merito se la Regione fa il possibile per accontentare un po' tutti: è suo dovere farlo, contro ogni discriminazione, per potere pretendere da tutti un contributo u favore dell'agricoltura. Si ricorda, prof. Maspoli, dell'incontro tra una delegazione dell'Università di Torino (che lui guidava) ed i soci del Cata di Montiglio? Crede che il suo giudizio positivo di allora avrebbe potuto esserci senza il Cata autogestito? E non dico questo perché noi siamo dell'Alleanza Contadini e siamo diversi dalla Coldlretti. Si può essere diversi in tante cose, ma i Cata farli lo stesso che funzionino. L'agricoltura, purtroppo, è la cenerentola anche per l'assistenza tecnica, perché la coperta è stretta sempre e solo a nostro danno. Per questo siamo solo ai primi passi e l'Importante è che possiamo imparare a camminare da soli senza balie e senza che qualcuno, volendo farci correre, finisca per farci fare un bel ruzzolone! Giuseppe Rossetti Presidente del Cata di Montiglio (Asti)

Persone citate: Giuseppe Rossetti, Maspoli, Montiglio

Luoghi citati: Piemonte