Il volto nuovo della viticoltura di Piero Cerati

Il volto nuovo della viticoltura Un'iniziativa in corso in Piemonte Il volto nuovo della viticoltura Si punta sulla qualità, non sulla quantità Asti, ottobre. I consumi sono in ribasso, ma la produzione italiana di vino è in aumento: secondo l'Irvam, Istituto ricerche mercato agricolo, nel 1980 raggiungerà i 76 milioni di ettolitri (nel 1975 furono 69 milioni di ettolitri). Non crediamo che l'incremento della popolazione porti ad un sufficiente aumento dei consumi, tale almeno da pareggiare il conto con la produzione. L'obiettivo della vitivinicoltura italiana deve quindi essere la qualità, non la quantità; qualità anche per i vini da tavola. II Piemonte ha da tempo scelto la strada della qualità, la sua viticoltura è rimasta collinare (90% del totale) e la produzione enologica è scesa in media dal 1961-65 al 1971-75 da 6.152.000 a 4.245.000 ettolitri, mentre Veneto, EmiliaRomagna. Puglia e Sicilia hanno registrato un aumento complessivo superiore agli 8 milioni di ettolitri. Il Piemonte non soltanto ha mantenuto gli impianti in collina, ma si avvia ora ad una viticoltura altamente selezionata con l'impiego di vitigni di particolare pregio, cioè sani, adatti all'ambiente e in grado di dare uve con alto potenziale tecnologico. Di questo programma ha parlato recentemente ad Asti il professor Italo Eynard, titolare della cattedra di viticoltura all'Università di Torino, ad un convegno del Miva (Moltiplicatori italiani viticoli associati) con dibattito introdotto dall'assessore all'agricoltura regionale Bruno Ferraris. In Piemonte è in corso un plano quinquennale viticolo ad opera dell'Università di Torino (Cnr - Coltivazioni arboree - Microbiologia e Industrie agrarie; professori Eynard, Gandini, Mannini) per selezionare le cultivar migliori e controllare se effettivamente hanno alti requisiti; l'obbiettivo è il miglioramento della qualità (uva e vino) e una maggior costanza, nel tempo, della produzione. « Oggi in commercio — ha commentato Eynard dopo il suo intervento — vi è materiale standard, messo a disposizione dal vivaisti: arriveremo entro cinque anni a garantire materiale selezionato, certificato per qual'tà e resistenza, alla portata dei viticoltori. Per evitare eventuali forme di speculazione (tutti vorranno avere per primi il materiale di qualità, n.d.r.) la premoltlplicazione delle piantine sarà centralizzata, e vi sarà gradualità nel passaggio dalle attuali piantine standard a quelle selezionate ». Puntare sulla qualità, ha spiegato Eynard, non significa che si debbano scegliere e propagare cloni (piantine) con bassi livelli produttivi, ma che si deve tener in debito conto fattori quali il tenore zuccherino e la capacità di produrre mosti di composizione equilibrata, specialmente quando si tratta di vitigni con potenzialità produttive già normalmente elevate. « Nostro obbiettivo è poi anche quello di ridurre per quanto possibile le differenze fra le ottime, le buone, le mediocri e le pessime annate, per lo meno elevando la frequenza di quelle buone od ottime. Si devono evitare, grazie alla selezione programmata, i danni causati all'uva dal precoce arrivo del freddo o dal persìstere dì piogge e nebbie autunnali •. Eynard ha poi spiegato come avviene la selezione clonale: individuazione dei vigneti in zona tipica In base allo stato sanitario e alle caratteristiche della produzione enologica; etichettatura dei ceppi per zona ecologica, in base alle caratteristiche morfologiche e alla resistenza ai parassiti: seiezione dei ceppi per il controllo della produzione, conteggio e peso medio dei grappoli e la determinazione delle analisi (contenuto zuccherino, acidità totale ecc.). Nella scorsa primavera, sono state preparate le barbatelle innestate per l'impianto in campi di omologazione sui portainnesti ottenuti dall'Università di Milano. «Da/ prossimo anno — ha concluso Eynard — si inizieranno I rilievi nel campi di omologazione per procedere alla raccolta dei dati necessari a stabilire se e quali del presunti cloni possono presentare immediato interesse, in base allo studio accurato (poiché In questo caso ci sì trova In condizioni ambientali uniformi) delle caratteristiche morfologiche, fenologiche, agronomiche ed enologiche. Questi rilievi ci diranno se Il sistema seguito è stato corretto come impostazione e come esecuzione ». Piero Cerati

Persone citate: Bruno Ferraris, Eynard, Gandini, Italo Eynard, Mannini

Luoghi citati: Asti, Emiliaromagna, Milano, Piemonte, Puglia, Sicilia, Veneto