Mitico eroe del circo

Mitico eroe del circo La morte di Darix Togni, a 54 anni per leucemia in un ospedale di Milano Mitico eroe del circo Domatore fra i più audaci, suscitava l'entusiasmo delle platee (Dal nostro corrispondente) Milano, 16 ottobre. (o. r.) I funerali di Darix Togni si svolgeranno lunedì alle 10. Dal policlinico, dopo la funzione religiosa, la salma sarà trasportata a Rio Saliceto, in provincia di Reggio Emilia per essere tumulata nella tomba dei Togni. Darix aveva 54 anni. E' morto siesta mattina, per complicazioni renali causate dalla leucemia. Lo scorso settembre era stato operato per un ematoma al cranio. Centinaia di persone si sono recate al policlinico per rendere omaggio al famoso domatore, ma nanne dovuto rimandare il loro ultimo saluto perché la camera ardente sarà allestita solo alcune ore prima del funerale. In memoria di Darix Togni durante gli spettacoli del circo di Moira Orfei, questa sera e domani, saranno osservati alcuni minuti di silenzio. Darix Togni un giorno disse: « Sono stanco, ho bisogno di riposo. Sento di non farcela più ». Era il maggio del '55, il domatore aveva 33 anni e da nove tutte le sere entrava nella gabbia delle belve per il suo breve, ma drammatico spettacolo. Quei pochi minuti accanto a tigri e leoni lo avevano spossato, te¬ meva che i suoi nervi cedessero di colpo. Sentiva il bisogno di tranquillità. « Fare il domatore a vita è punto divertente » aveva aggiunto forse parlando a se stesso. La sua mano destra era rigata di cicatrici ancora fresche. Un mese prima, Dessié, un magnifico leone di cinque anni, gli aveva dato una zampata sull'arto che impugnava la frusta, scarnificandoglielo fino all'osso. Darix era in piena rappresentazione e volle portarla a termine nonostante il sangue che gli colava lungo il braccio e sulla segatura della pista. Non smise lo spettacolo così come non smise di fare il domatore perché, come disse, era « la ragione della sua vita ». Darix sapeva che il pubblico vuole emozioni: « Per farlo accorrere numeroso ci vorrebbe uno sbranato al giorno... ». Con le belve era spavaldo per offrire allo spettatore qualche minuto di brivido. Adoperava frusta e forcone caparbiamente, irritava gli animali, li aizzava. Non faceva ripetere gli esercìzi meccanicamente, ma improvvisava, costringeva le belve ad obbedire al suo estro, ad invertire i giri e i movimenti. Si imponeva con la prepotenza: « Gli animali mi odiano, ma mi temono », diceva soddisfatto. rvmebmdpencnstczcqccpmluvIplccnifevQrfbcl In quanto a coraggio, Darix ne era il simbolo. Entrava nella gabbia dei leoni affamati durante l'ora del pasto e imboccava con le mani le belve che chiamava « i miei micetti ». Prima di fare il domatore, Darix era stato trapezista e cavallerizzo. Il suo esordio con le belve avvenne nel '46, a Torino, con appena cinque giorni di preparazione. Ebbe subito un grande successo: il pubblico si esaltava per la disinvoltura con cui affrontava le belve. Inizialmente vestiva una giubba con gli alamari d'oro, poi quando diventò direttore del circo che porta il suo nome, cambiò abbigliamento e si presentò in pista vestito come un gladiatore: un gonnellino di pelle sostenuto da una unica spallina. In breve divenne un personaggio mitico. I manifesti lo ritraevano piantato sulle gambe larghe, le braccia alzate con i pugni chiusi sulla frusta e sul forcone: dietro di lui, tigri e leoni appollaiati sugli sgabelli. Poi la malattia. Un male insinuante che gli toglieva le forze. In questi ultimi anni, entrare nella gabbia era diventato una vera tortura. Quando usciva, quasi non si reggeva in piedi, aveva la fronte madida di sudore e brividi in tutto il corpo. Anche se la malattia lo stava lentamente uccidendo non rinunciava al suo spettacolo. « Se mi fermo io — aveva confidato — si ferma il circo. No, tutto deve continuare, ho superato ben più gravi difficoltà ». Poi è crollato di colpo. E' iniziata la lunga odìsj sea in ospedali, cliniche. Sembrava che il suo male fosse dipeso da una emorragia cerebrale. Fu ricoverato a Milano, sottoposto a esami dolorosissimi che Darix ha sempre sopportato senza mai che dalla sua bocca uscisse un lamento. Disse un'infermiera: « Ne ho conosciuti di uomini coraggiosi e forti, ma come il domatore, mai ». Poi una luce di speranza: sembrava che Darix si fosse ripreso. Ma è stata una breve illusione. Altra ricaduta e altro ricovero; poi il responso che non lascia speranze: leucemia. La morte. Aldo Popaiz Milano. Darix Togni, in una foto di repertorio (Ap)

Persone citate: Aldo Popaiz Milano, Darix Togni, Moira Orfei, Togni

Luoghi citati: Milano, Reggio Emilia, Rio Saliceto, Torino