La vela sta per diventare uno sport solo per ricchi

La vela sta per diventare uno sport solo per ricchi La vela sta per diventare uno sport solo per ricchi l nostro inviato speciale) i (Dal nostro inviato speciale) Genova, 15 ottobre. « La barca a vela da crociera è un ottimo investimento al riparo dell'inflazione, un bene-rifugio » mi dice con aria persuasiva un venditore, quasi rimproverandomi per aver commentato con una certa amarezza il prezzo di un cabinato sui 9 metri. Questa sembra la filosofia del sedicesimo Salone Nautico Internazionale: vendere barche a chi ha molti quattrini da investire. Come in tutti i momenti di grave crisi economica i compratori ricchi non mancano: portano via barche da 50 o 100 milioni. Si fanno da parte, letteralmente spaventati, quelli con modesti risparmi in banca. Una deriva per principianti, come il « Flying Junior », costa quasi un milione e mezzo, Iva compresa. Per il « 470 » da regata si sfiorano i due e mezzo. Una barchetta da crociera di metri 6,50 viene offerta a 12 milioni con motorino fuoribordo. Se sconfiniamo nel campo delle barche più comode, adatte a navigazioni d'altura, eccoci a quota 30 milioni senza troppi accessori, lunghezza metri 9,50. La vela poteva diventare uno sport di massa, economico per natura (il vento non costa nulla, ripetiamolo all'infinito). Oggi sta correndo il rischio di diventare uno sport da borghesia ricca. La rassegna genovese offre un gran numero di splendidi scafi, mescolati ad altri che sembrano piuttosto botticelle ben gonfiate per accogliere il maggior numero dì persone. Tutti hanno prezzi per¬ lomeno scoraggianti. Neppu-lomeno scoraggianti. Neppu re la trovata dei « gusci », cioè degli scafi nudi da completare, riesce più ad offrire un appiglio al velista comune. Ci vogliono più di 7 milioni, Iva compresa, per un guscio di metri 6,50 con coperta pronta e albero. Un guscio classico da crociera, solido, con coperta finita, privo di albero, sui 10 metri fuori tutto, costa ben 15 milioni. Il disagio è evidente. Oggi, all'apertura del Salone, molti espositori non avevano ancora i pieghevoli con il listino dei prezzi. Nel catalogo generale della mostra lo spazio destinato ai prezzi delle singole barche è rimasto vuoto. Qualche cantiere cerca di invogliare il velista da crociera con sconti temporanei. La società Michel Dufour offre lo sconto del 6 per cento per tutto il mese di ottobre, del 5 per cento per novembre e via di seguito diminuendo mese per mese. Nessuno offre più bandiere ombra in omaggio, come sconto; in passato avveniva con disinvoltura. Lasciamo per un momento le note amare, diamo un'occhiata ai padiglioni e ai piazzali della vela. Si nota un forte sviluppo delle costruzioni sotto i 6 metri, per ragioni fiscali, ma sono numerosi i tentativi di offrire una vera e propria barca da crociera nel limite dei 7 metri. Sotto i 6 ecco l'« IL-16 » disegnato da Abrami, l'« Alpa 19 » su progetto di Harlé, l'« EC17 » e l'« EC-19 » di Ceccarellì, il « CBS 4,99 », l'« U-20 » di Harrauer, per dirne alcuni. Tra i 6 e i 7 metri mi t Tra i 6 e i 7 metri mi sembra interessante il « Panettone » in lega d'alluminio, esposto anche a scafo aperto. E' una barca cabinata lunga metri 6,66, di concezione molto moderna, con dislocamento di soli 1200 chilogrammi (zavorra 550), ponte fiush deck, sistemazioni interne per quattro persone. Riconferma di barche già viste, come il « QR » piccolo, l'« Alpa 21 » di metri 6,4.0, lo « Sciuscià » di Ceccarellì, il « Pagadebit » dei Cantieri Sartini. Sempre in rapporto all'impennata dei prezzi sembrano grandi le barche sotto gli 8 metri, come il veloce « CBS 7,50 », il sempre aggiornato « Comet 7,70 » (uno dei listini più ragionevoli, se si considerano la qualità e le doti nautiche), l'« EC-7 », costruito dalla Conaver, l'« Arlecchino » di Sartini, l'« Aloa 26 » della Azimut, l'« Elvstrom 14T » costruito in Spagna e importato dalla CTIV di Milano. Se passiamo nelle categorie superiori la rassegna si fa imponente. Impossibile indicare tutte le barche degne di una visita accurata. Mi limito ad alcuni esempi: il « Perception » disegnato da Gary Muli, il « Ranger 32 » dello stesso progettista (10 metri, dislocamento 4300, 46 metri quadrati di vela), il « Balanzone », lo « Show 34 », il nuovo e bellissimo «Swan». Nella classe media, tra gli 8 e i 9 metri, due novità assolute. L'« A-27 » dell'Alpa, disegnata da Sparkman e Stephens, lunghezza 8,18, cinque cuccette, motore diesel da 12 HP, dislocamento 2800 chilogrammi con zavorra di 1230, 47 metri quadrati di superficie velica, 21 milioni e mezzo senza Iva. Il « Dufour 29 » destinato a sostituire l'« Arpege »: metri 8,95, dislocamento 3300 chilogrammi (1200 zavorra), 50 metri quadrati di superficie velica, cinque cuccette, in vendita a 24 milioni e mezzo, Iva compresa (18 per cento). Barche da provare in mpra. costruite seriamente aHc.tt se senza fronzoli. Il visitatore trova molti motivi d'interesse anche tra le derive minime nuove, che incalzano il « Laser » dopo i successi degli anni scorsi. Un panorama senz'altro esauriente, benché gli alti prezzi accentuino la trasformazione dei visitatori in « vouyeurs » della vela. Mario Fazio lomeno scoraggianti. Neppu-1 Tra i 6 e i 7 metri mi t lomeno scoraggianti. Neppu Tra i 6 e i 7 metri mi s

Luoghi citati: Genova, Milano, Spagna