Si punta all'estero

Si punta all'estero Si punta all'estero (Dal nostro inviato speciale) Genova, 15 ottobre. Sembra un luogo comune: ancora una volta il Salone nautico internazionale di Genova si apre nel pieno di una grave congiuntura, fra difficoltà e incertezze che da tre anni ormai deprimono questo settore dell'industria. Le cifre però sono eloquenti e denunciano i pesanti riflessi che — nel corso del biennio 1974-'75 — la caduta della domanda interna ha avuto sulla produzione: ad un calo del 46 per cento circa della domanda sul mercato nazionale ha fatto riscontro una diminuzione globale del 41 per cento nella produzione, mentre l'andamento delle importazioni (più che dimezzate fra il '74 e lo scorso anno) conferma questa evoluzione negativa. Le imbarcazioni da diporto di produzione italiana vendute sul mercato interno sono state 25 mila 757 nel 1975, contro 33 mila 65 unità dell'anno precedente: una flessione che diventa vero e proprio crollo nelle vendite di scafi per fuoribordo e cabinati a motore, addirittura dimezzate. Per Gian Piero Baglietto, presidente della Consornautica, questi effetti negativi sono da attribuirsi in parte alle difficoltà generali e, per altro verso, anche «al persistere di atteggiamenti poco comprensivi nei confronti di un settore che opera con grande coraggio per difendere la sopravvivenza delle aziende e per proiettarsi sui mercati esteri». Ed è proprio in questa funzione di punto di riferimento per le clientele di molti Paesi europei ed extraeuropei che il XVI Salone nautico si pone con speranze di rilancio, cercando nella domanda estera di imbarcazioni (costante o in aumento) un'alternativa alle difficoltà intrinseche del mercato italiano. Difficoltà che neppure quest'anno influiscono peraltro nel quadro generale del Salone: la tendenza all'espansione, in atto ormai da tempo, si manifesta ancora attraverso l'aumento degli espositori (1546 contro i 1365 dell'ultima edizione, con incremento del 13 per cento, su 136 mila metri quadrati di spazio occupato) e la massiccia presenza di operatori esteri. «Dopo le ultime stangate fiscali restano molte incognite — dice Astrid Muckermann, dirigente della Consornautica e animatrice del settore commerciale dell'Ente Fiera — ma noi speriamo essenzialmente in un incremento dell'esportazione. Dei 75 miliardi fatturati sul mercato interno stagionale nell'anno passato il 60 per cento è stato realizzato, anche secondo il parere degli espositori, durante il Salone nautico; lo stesso discorso vale per una grande percentuale dei 40 miliardi a cui ammontano le vendite di imbarcazioni all'estero per il '75 (27 per cento a Panama, 12,3 per cento in Francia, 11,7 per cento in Germania, 10,2 per cento in Svizzera, 7,8 per cento nel Regno Unito, 4,9 per cento negli Stati Uniti, 6,9 per cento a Gibilterra, e il resto in Paesi diversi, specie nel Medio Oriente»). «Nel 1975 hanno visitato il Salone, ufficialmente, 4152 operatori di 65 nazioni — prosegue Astrid Muckermann — e quest'anno, grazie alla collaborazione dell'AUtalia ed a numerosi voli charter, speriamo di portarne a Genova molti di più: alla fine del '75 si era registrato sui valori dell'esportazione un incremento del 68,3 per cento, l'obiettivo della stagione in corso è di migliorare ancora». Per i visitatori italiani e stranieri non esiste certo problema di scelta: le imbarcazioni esposte superano largamente le 1500, dalla più minuscola e a buon mercato (si chiama «Lord Kid» e costa 175 mila lire) all'ammiraglia del Salone (lo yacht Benetti di 27 metri, valore intorno al miliardo). Rispetto alle edizioni passate gli aumenti sono piuttosto contenuti per le piccole e medie imbarcazioni, mentre appaiono sensibilmente più care quelle in cui incide in misura maggiore la manodopera. C'è anche un doveroso omaggio all'Iva: gli scafi inferiori ai sei metri (tra cui moltissime vele), appartenenti cioè allo scaglione gravato dalla minore quota d'imposta, sono complessivamente 647 ed equivalgono ad oltre il 45 per cento del totale. Questa cifra evidenzia lo sforzo delle aziende produttrici per venire incontro ad un mercato di massa. Gli operatori del settore sottolineano infatti come la flessione della domanda nelle stagioni '74-75 e '75-76 si sia verificata soprattutto a danno delle imbarcazioni di minori dimensioni e di minor costo. Resta, sulle contrattazioni degli scafi più lussuosi esposti al XVI Salone, l'incognita della « guerra » alle bandiere ombra, ma produzione di lussuosi yachts non corre comunque alcun pericolo, ci saranno sempre nuovi clienti. Una delegazione del Kuwait, ad esempio, è a Genova già da cinque giorni: la schiarita per l'industria nautica arriverà dal Mediterraneo Orientale, condita di petrodollari? Roberto Reale

Persone citate: Astrid Muckermann, Benetti, Gian Piero Baglietto