Selvaggi di Marivaux scoprono la "società,,

Selvaggi di Marivaux scoprono la "società,, "La disputa,, al Lirico di Milano Selvaggi di Marivaux scoprono la "società,, (Dal nostro, inviato speciale) Milano, 15 ottobre. Se leggi La dispute, un atto unico che Marivaux scrisse, a cinquantasei anni, ed è una delle sue ultime pièces, non sai se dare ragione agli spettatori della Comédie, che nel 1744 la fischiarono così sonoramente da costringere l'autore a ritirarla (e non se ne parlò più sino .al 1938), o a Marcel Ariana che, contro topinione prevalente degli studiosi di Marivaux, ne ha rivalutato l'alta fantasia poetica e Vita paragonata alle commedie di Shakespeare. Ma se assisti allo spettacolo che Patrice Chereau ne ha tratto per il Théàtre National Populaire, che egli dirige con Planchon e Roberto Gilbert, presentato in questi giorni al Lirico nel cartellone di «Milano aperta», non hai più dubbi, sei subito con Arland: La dispute è una delle commedie di Marivaux più fini e più penetranti, e più «nere» nonostante un finale ottimistico che il regista si è ben guardato dal conservare; e lo spettacolo del T.N.P. è uno dei migliori che il giovane Chereau — trentadue anni e un passato già glorioso anche negli insuccessi, si pensi al clamore e agli opposti giudizi suscitati dalla sua tnessinscena della tetralogia a Bayreuth — abbia sinora allestito. Nellabreve commedia di Marivaux non si ha tempo di porre un problema in apparenza abbastanza futile — è stato l'uomo o la donna il primo o la prima ad essere infedele? •— e subito se ne offre una vivente, e mostruosa, casistica: due ragazzi e due ragazze, allevati sin dalla culla da una coppia di negri nel più ' assòluto isolamento dal consesso umano e l'uno dall'altro, hanno ormai diciannove anni. E' tempo che si incontrino e si conoscano, stiamo a vedere — è il principe di un'immaginaria .corte che parla — come si comporteranno. Nello spettacolo di quasi tre ore di Chereau c'è questo, e con scrupolosa aderenza alla lettera e allo spirito del testo, ma anche molto di più. Anzitutto c'è un lungo prologo, ma non saprei quanto necessario e utile all'economia della rappresentazione, intessuto coti bratti dì altre opere marivaudiane per spiegare, ira l'altro, quale potesse essere una ^società che si dilettava, di siffatti esperimenti, poi si apre il sipario (il prologo si svolge .davanti ad esso, quasi irà'gli spettatori, :in ima specie di gabinetto di .fisica e di astronomia settecentesco, anche se i personaggi — il signore, la sua amante e il seguito -^-indossano abiti d'oggi) ed è la commedia. Attraverso un'insidiosa passerella gettata sul golfo mistico, il principe e la corte entrano in wi mondo che Chereau —», sfido, è il mondo del teairo, il solo vero per il regista — fa subito magico: l'arido schematismo di Marivaux e il suo dialogo leggiadro ma secco si adagiano nella sinuosità e nella, voluttuosità di un'azione che prende il ritmo e il colore del tempo, che non si svolge e si conclude precipitosamente in poche ore, ma si distende per. giorni e settimane, tra albe e tramonti, con la luna che dà sottile si fa piena, con la vita che respira con la natura, Si formano le coppie, nascono l'amore, l'odio, l'amicizia. Siamo all'inizio del mondo e già l'incostanza e l'infedeltà sono in agguato, i tradimenti sono presto consumati. Chereau scompone e ricompone queste coppie in un'aura di sensualità e di passione sempre più accesa, magari confondendo i sessi in incontri nei quali i due maschi o le due femmine si studiano, si toccano, s'avvinghiano come ad esplorare tutte le possibili combinazioni che l'istinto suggerisce ai loro corpi e alle loro anime vergini. E ge gli attori sono di una freschezza e dì una duttilità stupefacenti, specialmente i gióvani, ma c'è un'anziana negra che è impagabile nel cantare le battute dì Marivaux come versetti di spiriruals. Reinventando la vita, ma an: che tutti i suoi mali e i suoi vizi, quattro «selvaggi» lasciano inorriditi i nobili voyeurs nascosti tra altissime *• opprimenti costruzioni (la staila è di Richard Peduzzi, i costumi-di Jacques Schmidt) che a poco a poco si mangiano, abbastanza emblematicamente, lo spazio di una natura primitiva e lussureggiante. E ( non è finita: improvvisamente, \ Marivaux butta sul palcoscenico una terza' coppia che con il suo tenero e onesto comportamento dovrebbe lasciare uno spiraglio alla speranza in un'umanità migliore. Ma Chereau, ed è uno splendido agghiacciante finale, non lo permette. Ecco le prime due coppie scagliarsi sui nuovi venuti, violentarli, quasi sbranarli è trascinarli con loro nel folto della foresta. Corrotti dalla società, gli innocenti corrompono a loro volta altri innocenti. Ma tutti avevano già in sé il germe della corruzione. La vita è una giungla, aveva ragione llobbes. Alberto Blandi

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