La Siberia ispira cento pittori di Livio Zanotti

La Siberia ispira cento pittori Anche "modernisti,, presenti in una mostra a Mosca La Siberia ispira cento pittori (Dal nostro corrispondente) Mosca, 14 ottobre. La mostra viene inaugurata nel pomeriggio. Ma già nella mattinata comincia l'andirivieni di critici. S'affaccia anche una frotta di giovani, capelli sul collo e barbe, studenti forse. La donna all'ingresso del padiglione li invita a tornare più tardi. Quelli insistono, però la custode non cede. Allora ridiscendono a balzelIoni le scale ingombre dell'anonimo edificio dell'« Unione dei pittori ». Si mettono ad aspettare tutti fuori, sotto gli alberi del giardinetto che filtrano la pioggia autunnale, rallentandola. Sembra che questa sia la prima esposizione ufficiale in cui vengono ammessi anche artisti di tendenze non ortodosse, gli aborriti « modernisti ». E tanto basta per esercitare un particolare richiamo, qui a Mosca. A. D. Kurkin, 29 anni, presenta una « Nature morte » qttuasphuplaipmnidvmdgunsctufil titolo in francese sotto il \ o quadro vuol essere già un anticonformismo, seppure datato), che è un naif rivisitato: una pelle di montone stesa ad essiccare all'aria aperta, scura e dura nel colore a tempera. O. A. Pankov, 36 anni, ha disteso un giovinetto su una nuvola in un orizzontale perfetto. Solo la testa, decollando per suo conto, s'inchina a guardare il celestiale corpo inamidato. Poiché non è la pubblicità di una Funeral home, deve alludere allo sterminato spazio siberiano che l'ha ispirato o allo stato d'animo dei giovani che per la prima volta lo incontrano. Si chiama Polet « Volo », una prova di volo surreale. Viktor Grigorievich Kalinin, 30 anni, ha una qualche notorietà: espone un trittico di stile guttusiano, « La base dei geologi », che rompe con il figurativo tradizionale, alla ricerca di un realismo più dinamico. Gli « eretici » son tutti qui, bnpc«Vcg o quasi (alcuni fauves cele- i branti limpidi paesaggi e scene di lavoro dominate dalla presenza massiccia delle macchine che spostano terra, una « montagna incantata » deiVii astratto » Anatoli Lepin completano le fila dell'ii avanguardia »). Poi c'è il realismo socialista, di una fissità incontaminata, che certo lusingherebbe Andrej Zdanov e il suo « sommo ispiratore-protettore ». La severa mascella di un operaio in primissimo piano, marinai e soldati « fotografati » accanto ai cannoni, una fisarmonica che d'improvviso mette un tocco di belle epoque tra militari e ragazze ritratti sulla tolda di una nave, ancora volti di proletari rigidamente contemplativi. Tutto lo stereotipato prodotto di mezzo secolo di comprensibile ma ottusa reazione al quietismo compiaciuto dell'art pour l'art occidentale di fine Ottocento. Morti e sepolti Malevich e Kandin- skij (quest'ultimo già allon tonatosi da una rivoluzione che non capiva e dalla quale non era compreso), via anche i mistici alla Chagall, della grande scuola russa moderna non è restato nulla. Lo scultore Nikita Lavin skij è il presidente della Commissione Lavoro che ha organizzato la mostra. Ha lo aspetto di un artista bohemien e il lessico da funzionario di una proletkultur canonizzata. « Abbiamo portato centotrenta pittori in Siberia e gli abbiamo detto: fate quello che volete, anche niente », racconta. L'idea sembra che maturasse da tempo: la arte al servizio dell'Oriente selvaggio e questo al servizio dell'arte. Come è stata realizzata? «Il komsomol di Mosca, l'organizzazione regionale dei giovani comunisti, ha messo i soldi, i mezzi e noi siamo andati. Giugno e luglio laggiù, in quel mondo cosi diverso dagli atelìers ». Ma con quali criteri sono stati fatti gli inviti? « Abbiamo esaminato gli artisti del "settore giovani" dell'Unione pittori, abbiamo accertato le diverse tendenze e poi abbiamo messo tutto insieme. Ma questa che vedono è ancora una esposizione sperimentale ». Il bigottismo pittori e plastico è sempre al potere. I padri dell'arte astratta restano chiusi nelle cantine della galleria Tetrjakov per una posterità che molti al Cremlino e fuori vorrebbero non vedesse mai la luce. Ma in questi giorni alla periferia di Mosca senza molta publicità, ma senza persecuzioni, Anatoli Lepin allestisce una personale che è la prima di un « modernista » nella capitale. Livio Zanotti

Persone citate: Anatoli Lepin, Andrej Zdanov, Chagall, Malevich, Nikita Lavin, Polet, Viktor Grigorievich Kalinin

Luoghi citati: Mosca, Siberia