Parlano gli sponsor di Giorgio Barberis

Parlano gli sponsor Parlano gli sponsor Ventiquattro (tra A 1 e A 2), 21 delle quali regolarmente abbinate con un giro di - liquido » di circa 4 miliardi. Gli sponsor, con I soldi che annualmente profondono, sono diventati ormai figure indispensabili per II basket: senza di loro la pallacanestro italiana sareLbe incora ferma a parecchi anni fa, né potrebbe covare legittime ambizioni di crescere ancora. Lo scorso anno, nel basket, sono entrate due grosse ditte torinesi, la Martini e la Cinzano (per rispettare l'ordine con cui si sono abbinate), legandosi a due società che rappresentano rispettivamente la più valida espressione piemontese e la più prestigiosa delle formazioni Italiane. Sono nate così la Chinamartini Torino e la Cinzano Milano, che poi una strana sorte ha accomunato nel fulgore di lusinghiere affermazioni internazionali e nella disavventura In campionato, vedendole retrocesse entrambe a fine anno nel « purgatorio » della serie A, quella che viene comunemente indicata con la sigla A 2. Ad un anno di distanza dall'ingresso nel mondo del basket è dunque Interessante sentire la ' voce ' dell'abbinante, il rag. Gastone Fara, capo ufficio stampa e P.R. della Martini e Rossi, ed il dottor Sandro Morari, direttore della pubblicità e P.R. della Cinzano. « Nel basket — esordisce Fara — siamo entrati ritenendolo uno sport in fase di sviluppo e quindi conveniente pubblicitariamente. La nostra opinione è che può costituire un ottimo Investimento, a patto che l'abbinante non si limiti a dare i soldi ma aiuti la so- cletà a spenderli con l'apporto di tutta la sua organizzazione. Cosa che abbiamo fatto ». « Oltre ad essere uno sport in ascesa — afferma Morari — il basket è una disciplina per i giovani ed a noi faceva gioco anche cercare di ringiovanire l'immagine aziendale. Però non sono d'accordo sul discorso che l'abbinante debba avere una funzione attiva rispetto all'abbinata. Questo dipende dalla società che si è trovata: noi, per esempio, abbiamo sponsorizzato quella che può essere considerata la prima società, quella che ha inventato il basket in Italia. Abbiamo trovato una struttura societaria già perfettamente funzionante, con a capo un personaggio come Rubini, che se non ci fosse bisognerebbe inventarlo. Grazie a lui il nome "Cinzano" è venuto sovente alla ribalta ed oltre a questo c'è stata la vittoria in Coppa delle Coppe che ci ha permesso di portare avanti anche un discorso "internazionale" cui siamo abbastanza sensibili ». / discorsi di Fara e di Morari partono da presupposti diversi, il modo di concepire la parola 'abbinamento' è chiaramente differente: il fallito traguardo di restare nell'A 1 ha suscitato reazioni contrastanti. La Martini, per esemplo, è intervenuta direttamente nella campagna acquisti della squadra, con quella che Fara considera un'' una tantum » per l'acquisto di Vendemini: ■ Siamo del professionisti — spiega Fara — e la nostra decisione è stata ben ponderata: quando si fa un budget c'è sempre una certa cifra di riserva. La cifra sborsata rientra comunque nell'ambito dì una gestione che potrebbe concludersi con un saldo attivo. La squadra aveva bisogno di essere rinforzata e per questo abbiamo accettato un sacrificio ulteriore: comunque si può star certi che il giorno che lasceremo non accamperemo alcun diritto sul cartellino del giocatore, sarà della società e basta ». Sìa Fara sia Morari si trovano comunque d'accordo sull'impossibilità di valutare già ora, dopo un anno, i risultati dell'abbinamento: » Come diceva il vecchio Henry Ford — racconta Fara — di cento dollari spesi per pubblicizzare un prodotto, 50 tornano utili e 50 no. E' però impossibile stabilire quali siano i 50 che hanno reso. Certo è importante quello che la gente dice e per questo è importante la vittoria cosi come, tanto per fare un altro esempio, l'accordo sessuale nel matrimonio. Ma attenzione: parlo di importanza non di basilarità. Per il futuro si vedrà: la nostra permanenza nel basket non sarà certo eterna, ma verrà dettata dalla situazione. Non pensiamo certo di portare avanti un discorso all'infinito, come invece fa un Borghi ». « Abbiamo scelto — conclude Morari — una nobile decaduta che però vuole fortissimamente riprendersi. Forse il campionato scorso è stato al di sotto delle nostre aspettative, però ci sono stati i risultati internazionali a compensare. Il nome "prestato" ne è uscito fuori, e torno a dire molto merito è di Rubini, in maniera abbastanza simpatica, perché bisogna valutare anche come viene trattato dalla stampa. Abbiamo continuato e questo è l'indice della nostra soddisfazione. Quest'anno sarà più difficile per via della partenza handicappata rappresentata dall'A 2. Noi speriamo che la squadra riesca a salire, dandoci ancora qualche soddisfazione anche in campo internazionale. D'altronde nella giornata finale del torneo Lombardia vedere settemila persone nel Palazzone di Milano che tifavano per la Cinzano era un bello spettacolo. Non le pare? ». Giorgio Barberis

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