La seconda rivincita di Cagliari

La seconda rivincita di Cagliari I tifosi sardi aspettano Gigi Riva e la promozione La seconda rivincita di Cagliari (Dal nostro inviato speciale) Cagliari, ottobre. Nel suo bar pieno di ricordi sportivi Marius Sardara racconta le notti in mare dei tifosi del Cagliari. Due giorni senza dormire, sulle navi traghetto, fatiche, disagi, Il cuore colmo di speranza, la squadra che vinceva cacciando ansie e stanchezze. Ora al Cagliari capita anche dì giocare in campetti quasi di periferia e Marius ne prova sincero dolore. La Sardegna, nel calcio, è ritornata all'isolamento antico. Sei anni fa la squadra di Riva vinceva lo scudetto ed il successo fu vissuto dalla Sardegna tutta come una specie di rivincita contro il centralismo burocratico della capitale ed il potere economico delle grandi città industriali del Nord. Il triangolino tricolore sulle maglie significava anche il riconoscimento di un valore più generale che i sardi sentivano come loro dovuto ma nel contempo continuamente negato. L'Interpretazione del tifo in chiave socioeconomica è ovviamente parziale e riduttiva perché la passione sportiva, spesso viscerale e irrazionale come una religione, si alimenta di altri impalpabili umori, e tuttavia è innegabile che il fenomeno, in Sardegna, abbia assunto sotto questo punto di vista particolare rilievo. La campagna di popolo nata spontaneamente per impedire la ventilata cessione di Riva, al di là del fatto sportivo, si colorava di significati diversi: « Non volevamo essere depredati anche nel calcio », dice Marius, gran capo del tifosi, e calca volutamente l'accento su quell'- anche » che apre discorsi nuovi, sottintende implicazioni profonde. Si va in giro e si parla con ia gente, nei ristoranti, nei bar e anche per le strade, e le impressioni che si ricavano sono sempre le stesse, scontentezza e rabbia repressa. A Cagliari hanno costruito le fabbriche, d'accordo, che vogliono dire posti dì lavoro ma anche inquinamento, deturpazione, freno all'espansione di altri settori, specchio per le allodole. La raffineria messa su da Moratti con l'appoggio della Regione dà occupazione, ma i profitti prendono la strada del continente e per la Sardegna viene fatto ben poco. Mancano le infrastrutture turistiche, gli alberghi, un plano edilizio razionale: su nel nord dell'isola ci sono i villaggi vacanze, e tuttavia anche questi sono gestiti da società che In linea di massima non reinvestono in loco. La gente in giro dice queste cose e aggiunge che la colpa è di una ristretta cerchia di persone, sarde, che approfittano di connivenze col potere per imporre determinate scelte economiche. Afferma Insomma la gente che in Sardegna esiste la mafia e che l'isola è sottoposta ad una specie di sfruttamento coloniale. Se questo è l'umore diffuso, chiaro che anche la vittoria nel calcio diventi una maniera per alzare la testa. Ma ora il Cagliari è sceso in serie B, il ricordo degli antichi successi è lontano ed i tifosi, con pazienza dij gnitosa e ostinata, ridimensionano I loro sogni ma non rinnegano la loro fede. Il pubI blico rispetto allo scorso anno è aumentato, I e questo è sintomo Importante: « In questo momento — dice Marius — la squadra ha bisogno ancor più di incitamento. Non importa se giochiamo in serie B ». Ottomila abbonamenti, una lunga fila davanti ai botteghini, un tifo discreto ma pieno di amore. Pochi giorni fa si è presentato in sede un vecchio sostenitore reclamando come ogni anno II • suo » abbonamento: vuole vedere di nuovo in campo Riva, il Cagliari che vince, la promozione, i tempi d'oro che ritornano. Non importa se ci vorranno anni, ciò che conta è credere nel futuro. L'attesa paziente di una seconda rivincita non Indulge tuttavia a chiudere gli occhi davanti agli errori. I tifosi sardi Imputano ad Arrlca lo smembramento della squadra, la svendita di giocatori ancora validi « per far piacere ai suoi amici del continente », la mancanza di un coerente piano di gestione: l'unica nota positiva è la permanenza di Gigi Riva In Sardegna. Un personaggio quasi leggendario, un calciatore che ha saputo raccogliere attorno a sé consensi unanimi. La Sardegna ama Riva, è risaputo, di un amore senza riserve proprio perché Riva ha saputo amare senza riserve la Sardegna: « E' venuto piangendo e andrebbe via piangendo », commenta Marius Sardara, condensando in una sola frase le ragioni di un attaccamento che forse, in Italia, non ha eguali. Gigi per il Cagliari vuol dire tutto, ostinazione, sfortuna, trionfo, riscatto, ed i tifosi si riconoscono e si identificano in lui. Carlo Coscia

Persone citate: Carlo Coscia, Gigi Riva, Marius Sardara, Moratti, Riva