Il Cnel approva l'«equo canone» entro ottobre disegno di legge?

Il Cnel approva l'«equo canone» entro ottobre disegno di legge? Il ministero non ha ancora preso decisioni definitive Il Cnel approva l'«equo canone» entro ottobre disegno di legge? (Dalla redazione romana) Roma, 14 ottobre. Negli ambienti del ministero di Grazia e Giustizia si conferma questa sera che lo schema di disegno di legge sull'equo canone sarà presentato nell'ultimo Consiglio dei ministri di ottobre. Il ministro Bonifacio attualmente sta esaminando le varie ipotesi, ma non ha ancora preso alcuna decisione definitiva. DI conseguenza « non hanno fondamento » le notizie intorno a soluzioni già definite. Con tutta probabilità, la stesura dea provvedimento sarà fatta dopo che i tecnici del ministero avranno potuto consultare le proposte e le documentazioni del Consiglio nazionale dell'economia e del lavoro sull'equo canone. Oggi il Consiglio del Cnel ha approvato la relazione di Parravicini che sostiene la necessità di porre fine al regime quarantennale di blocco del fitti, da sostituirsi con un sistema di equo canone. Secondo il consigliere del Cnel, il nuovo meccanismo dovrebbe essere cosi articolato: l'affitto annuo andrebbe determinato rivalutando con un coefficiente fisso (200-220) le rendite del catasto edilizio; il totale andrebbe aumentato di un 25 per cento per coprire le spese che gravano sugli immobili; sarebbe naturalmente necessario migliorare il catasto attuale, completando le rilevazioni degli immobili (attualmente solo l'85 per cento delle abitazioni è catalogato); una normativa particolare potrebbe essere varata per gli affitti attualmente non soggetti a blocco e per 1 nuovi contratti di locazione. In questo ultimo caso il canone annuo non dovrebbe superare la rendita catastale moltiplicata per 300. Nella relazione, infine, si prevede un periodo di transizione di due anni e si rileva la necessità di un rilancio della edilizia pubblica. Il problema della regolamentazione dei fitti è stato affrontato oggi anche dalla Confedilizia, l'associazione dei proprietari, che ha proposto pigioni limitate al cinque per cento del «valore dichiarato» degli immobili e la concessione di un «sussidio-ca¬ sa» per gli inquilini meno abbienti. Rilevando l'inopportunità di una ulteriore proroga del blocco dei fitti il presidente Deili Santi ha respinto anche l'ipotesi di un equo canone legato ai valori catastali. A giudizio dell'organizzazione, occorre invece rivitalizzare il settore della edilizia, caduto ormai in uno stato di crisi gravissima, facendo affluire nuovi consistenti investimenti privati verso la costruzione di case. «Oggi in Italia — ha osservato Delli Santi — si producono pochissime abitazioni (nemmeno tre alloggi nuovi per ogni mille abitanti); il bisogno di nuovi appartamenti rimane dunque largamente insoddis/atto, mentre i costi di costruzione, anche per i ritardi burocratici nella concessione delle licenze, sono saliti vertiginosamente». Soddisfare la «fame» di case vuole dire mobilitare un volume annuo di investimenti di migliaia di miliardi (15-20 mila miliardi nei prossimi cinque anni). Ci vuole quindi una seria riforma per promuovere e incoraggiare con una normativa adeguata l'investimento immobiliare: «Ma non si può — ha precisato Delli Santi — operare una liberalizzazione completa del settore perché, data la carenza di abitazioni, i prezzi salirebbero automaticamente alle stelle». Da qui la richiesta di una maggiore presenza pubblica nel settore che attualmente è limitata solo al 7 per cento.

Persone citate: Delli Santi, Parravicini

Luoghi citati: Italia, Roma