I miei amici fisici

I miei amici fisici Confidenze e lezioni del Nobel Segrè I miei amici fisici Emilio Segrè: « Personaggi e scoperte della fisica contemporanea », Ed. Mondadori, pag. 297, lire 7500. « Se non ci fosse stato Newton — afferma Emilio Segrè in Personaggi e scoperte della fisica contemporanea — qualcun altro avrebbe inventato il calcolo infinitesimale e scoperto la gravitazione, mentre senza Dante nessuno avrebbe scritto la Divina Commedia». E conclude esser quindi naturale dilungarsi sulla vita di Dante più che I su quella di Newton. E tuttavia... tuttavia proprio Emilio Segrè ci offre in questo volume un quadro del- ! la fisica contemporanea visto attraverso il profilo degli uo- mini che più hanno contribuì-1 to al suo sviluppo. Perché la I ricerca scientifica è fatta da | uomini (da giovanotti, per lo più, l'età di massima creatività è sui venticinque anni) ciascuno diversissimo dagli altri come attitudini, desideri, interessi, carattere ma tutti spinti da un comune spirito inventivo e da una curiosità inesauribile. Segrè limita il suo studio al periodo dal 1895 ad oggi. Ottant'anni che nano visto una completa rivoluzione nel nostro modo di concepire l'universo fisico: Zeeman, Roentgen, Becquerel, i Curie dettero il via a quel « cataclisma scientifico-filosofico » che da un lato dimostrò l'insufficienza d'ogni spiegazione puramente meccanica della natura (si dovette far ricorso alla meccanica dei quanti e al principio d'indeterminazione) e dall'altro, attraverso Planck, Einstein e Rutherford spostò l'indagine dal macroscopico al microscopico, là dove i sensi non danno più direttamente alcun sostegno alla ricerca e si impone la necessità di ricorrere a nuovi concetti, sul tempo e sullo spazio, sulla materia e sull'energia, in ap parente contrasto con l'espe rienza quotidiana. Non è un libro facile, anche se lo stesso Segrè suggerisce al lettore meno preparato nelle matematiche superiori di tralasciare qua e là alcune pagine squisitamente tecniche per meglio seguire il filo del racconto. In particolare l'autore (egli stesso uno dei più eminenti fisici viventi, premiato con il Nobel per aver dimostrato l'esistenza dell'antiprotone) procede cercando di isolare dapprima i vari problemi, per esempio la radioattività o la struttura dell'atomo o la supercondut tività o il principio di simme' tria nel mondo subatomico, seguendoli nel loro evolvere attraverso il racconto di come vennero compiute le sco perte più significative (e qui ricompare il lato umano, individuale, personale della ri cerca scientifica) per giunge re alla fine ad una sintesi, là e in quanto possibile, che ci dà una visione generale dello stato attuale della scienza e dei tanti problemi ancora insoluti. Da un punto di vista scientifico diremmo che questo lavoro del Segrè è un ottimo « punto di riferimento », non solo per conoscere quali siano i grandi centri focali della fisica attuale ma per avere un'idea dell'orientamento dei lavori odierni (fisica delle particelle, fenomeni criogenici, teorie dei campi, elementi transuranici, astrofisica). Notevole è l'affermazione conclusiva che la biologia molecolare è la conquista più significativa e di maggior portata del dopoguerra. Segrè aggiunge che la biologia molecolare (genetica, doppia elica di Crick e Watson) non è fisica, ma è un fatto che i maggiori esponenti di essa iniziarono le loro carriere come fisici. Si tratta, in una parola, come già scrisse O. M. Corbino nel lontano 1929, « non di realizzare una semplice sovrapposizione di tecnicismi, ma di ottenere la fusione nello stesso cervello della mentalità biologica con quella nata dalla nuova fisica ». Una affermazione che ci riporta a quell'ideale umanistico dello scienziato universale, che è estremamente lontano dalla specializzazione e dal lavoro di équipe attuali ma che resta il presupposto di un vero progresso. Ideale, del resto, al quale si avvicinano le maggiori figure del periodo che stiamo conside- rando: quasi tutti i sommi, infatti, non limitarono mai il loro interesse alla fisica, ma ebbero conoscenza e passione per altre discipline: Einstein musicista, Oppenheimer studioso di sanscrito, altri impegnati nella vita politica e così via. Il libro di Segrè è comunque interessante soprattutto dal lato umano. Segrè ha fatto parte del gruppo degli « studiosi di via Panisperna » — con Enrico Fermi, Pontecorvo, Rasetti, Arnaldi, D'Agostino e saltuariamente Majorana — che intorno al Trenta eseguirono ricerche rivelatesi fondamentali sulla radioattività indotta dai neutroni e negli anni successivi ha conosciuto praticamente tutti i maggiori scienziati dell'ultimo mezzo secolo. Parla di Einstein e di Heisenberg, di Bohr e di Oppenheimer, di Pauli e di Dirac come di amici e colleghi con i quali ha scambiato discorsi e raffrontato esperienze, con i quali ha compiuto ricerche e ten-tativi. Ogni figura rivive di-nanzi ai nostri occhi nella sua immediatezza, nelle cose grandi e anche nelle piccole. PprPhé SPtrrP p nnr. r-h* nnoi v v? ? gI , 1 u ! che ha da dire lo dice schiet- to, qualche volta (e questo è divertente) con una punta di malizia. Umberto Oddone Emilio Segrè