Un nuovo massiccio attacco di truppe siriane nel Libano di Igor Man

Un nuovo massiccio attacco di truppe siriane nel Libano L'obiettivo è Sidone, il polmone di Beirut Un nuovo massiccio attacco di truppe siriane nel Libano (Dal nostro inviato speciale) i Beirut, 13 ottobre La massiccia offensiva lanciata dai siriani contro le forze libanesi e del Movimento musulmano progressista non Ita colto Beirut di sorpresa. Oggi a Chtoura, a mezza strada tra il Libano e la frontiera siriana, avrebbe dovuto aver luogo la definitiva seduta della «conferenza di pace» tra libanesi, palestinesi e siriani, sotto l'egida della Lega araba. L'inviato della Lega, Hassan Sabrì Kholi, aveva dichiarato l'altra sera che un «accordo di principio» era stato finalmente raggiunto e che oggi sarebbe stato emesso il comunicato finale. «Successo al cento per cento», aveva detto il dottor Kholi ai giornalisti. Ma a Beirut tutti sentivano che l'attacco siriano era nell'aria, nessuno si faceva illusioni. La strada per Damasco era bloccata fin da ieri dai siriani che all'altezza di Sofar rimandavano indietro i convogli provenienti da Beirut. Venivano segnalati movimenti di thanks siriani nella zona di Aley e a Sud della capitale, nella zona di Jezzine. «I siriani si apprestano a perpetrare un nuovo tradimento», ammoniva Abu Ayad, il «numero 2» di Al Fatah, il «duro» dell'Olp. «Imbracciamo i mitragliatori, preparia- moci a vendere cara la pelle in nome della Palestina». Queste parole, diffuse dalla Wafa, l'agenzia di informazioni palestinese, avevano l'effetto di una scudisciata sui nervi, già duramente provati, dei beirutini: cominciava l'assalto ai mercatini rionali, i venditori ambulanti di pane e lenticchie, di benzina, aumentavano d'un colpo i prezzi. Quando la radio, stamani, ha annunciato che le truppe siriane erano passate all'attacco, le strade si sono svuotate immediatamente. Poco dopo giungeva l'annuncio del portavoce della Lega araba: «La conferenza di Chtoura è stata rinviata a tempo indeterminato». Tutte le residue speranze sono cadute quando sì è appreso che il segretario della Lega araba, Mahmoud Riad, aveva richiamato al Cairo Hassan Sabri Kholi perché riferisse ai ministri degli Esteri, questo fine settimana, «sulle difficoltà incontrate nel cercar di por fine ai combattimenti». Il Cairo ha denunciato duramente l'offensiva siriana. Il ministro degli Esteri egiziano Fahmi l'ha definita «una flagrante sfida ai re e ai capi di Stato arabi» che il 18 ottobre dovrebbero tenere al Cairo l'annunciato vertice. L'offensiva, ha detto Fahmi, mira a mettere il vertice di fronte a un nuovo fatto compiuto. Ma si terrà il vertice che avrebbe dovuto «sbloccare» la situazione nel Libano? E' possìbile che tutto salti per aria. Lo ha lasciato capire lo stesso Riad dicendo alla radio: «Avevamo sperato che i capi di Stato suggellassero con la loro firma l'accordo di Chtoura, ma sfortunatamente i contrasti fra di loro si sono allargati». La catastrofe, piuttosto, minaccia i fedayn e i musulmani progressisti. L'offensiva siriana vede in campo ventimila uomini e ottocento carri armati. «E' una rappresaglia per gli attentati terroristici dei palestinesi contro le rappresentanze siriane all'estero» ha dichiarato a Damasco il ministro degli Esteri Knaddam. La convergenza strategica, a Chtoura, tra libanesi e palestinesi ha evidentemente messo in difficoltà i siriani i quali si son visti costretti ad approvare il documento di base. Questo non ha però loro impedito di muovere all'attacco, prendendo a pretesto, fra l'altro, il colpo di mano del «giugno nero» contro l'ambasciata di Siria a Roma. L'offensiva siriana si muove su due direttrici. I fanti di Damasco, preceduti dai carri armati, dopo un violento fuoco di artiglieria e di razzi, avanzano a sud di Jezzine, in direzione di Sidone, e a est di Beirut investendo Bhandoun e Aley, rispettivamente a 19 e 16 chilometri dalla capitale. Bhandoun e Aley costituiscono l'ultima roccaforte dei guerriglieri e dei musulmani progressisti sulla strada Beirut-Damasco. E' facile prevedere che le forze siriane si prefiggano di raggiungere, sulla strada di Aley, Baadba, 8 chilometri a est di Beirut (dov'è il palazzo presidenziale di Sarkis) per poi spingersi fino alla città costiera dì Damour. Muovendo da Jezzine, i siriani hanno già conquistato cinque villaggi e puntano in direzione del porto di Sidone, il polmone di Beirut: tutti i rifornimenti giungono da questa località. La radio palestinese dice che i fedayn resistono gagliardamente, ma ammette che la superiorità del nemico è schiacciante: aerei siriani sorvolano a bassa quota Sidone, Bhandoun sarebbe già caduta. Se le forze dì Damasco raggiungeranno la costa, Beirut sarà condannata a un lungo impietoso assedio. . -Igor Man

Persone citate: Ayad, Fahmi, Fatah, Hassan Sabri, Hassan Sabrì Kholi, Mahmoud Riad