Nel bagagliaio di un'auto rubata cadavere coi polpastrelli bruciati

Nel bagagliaio di un'auto rubata cadavere coi polpastrelli bruciati A Catania, un pregiudicato di 25 anni, padre di 4 figli Nel bagagliaio di un'auto rubata cadavere coi polpastrelli bruciati Gli assassini speravano di ritardare l'identificazione distruggendo le impronte - La vittima aveva risieduto a Torino, era stata diffidata dalla polizia - Ignoti i motivi dell'omicidio (Dal nostro corrispondente) Catania, 13 ottobre. Omicidio a Catania, il ventiduesimo in otto mesi: un uomo di 25 anni, padre di quattro bambini, è stato ucciso e chiuso dentro il bagagliaio di un'auto che poi è stata incendiata. Gli assassini speravano di rendere irriconoscibile il corpo perché non potesse essere più identi¬ ficato. Avevano anche bruciato i polpastrelli della vittima per distruggere le impronte digitali. L'uomo si chiamava Salvatore Crisafulli, fino allo scorso anno abitava a Torino, via Canova 16, poi era tornato a Catania perché diffidato dalla polizia. Il delitto è stato scoperto ieri alle 21, in strada Pantano d'Arci, nella zona indù- striale a una decina di chilometri dalla città. Un passante ha visto un bagliore in mezzo ai campi e si è avvicinato: era una « 131 » che stava bruciando. Lo sconosciuto ha telefonato ai vigili del fuoco che sono accorsi con un'autopompa. Le fiamme che ormai avevano avvolto la vettura, sono state subito spente, ma c'era ancora fumo che usciva dal bagagliaio. I vigili hanno forzato la serratura, sollevato il coperchio e alla luce delle torcie elettriche sanno notato che c'era un sacco di nailon pieno. Diradato il fumo, è apparso il profilo di un corpo umano raggomitolato. I pompieri hanno telefonato alla polizia. Il cadavere è stato estratto dal bagagliaio dell'auto e sfilato dal sacco di nailon che l'intenso calore aveva in parte fuso appiccicandosi alla pelle del cadavere. Sul petto della vittima, all'altezza del cuore, c'era un foro profondo, forse provocato dalla lama di un coltello. Siccome non c'erano documenti d'identificazione, la « scientifica » ha rilevato quello che restava delle impronte digitali dei polpastrelli. Un medico ha accertato che le ustloni non erano state causate dall'incendio della vettura, ma erano state fatte in precedenza. Le impronte palmari sono state inviate alla scuola superiore di Polizia a Roma che attraverso il casellario ha accertato, con un certo margine di sicurezza, che appartenevano a Salvatore Crisafulli, pregiudicato per tentate rapine e furti. Comunque il cadavere è stato in seguito identificato dal padre della vittima, Antonino, all'obitorio di Catania. « Non c'è dubbio è mio figlio — ha detto l'uo mo —. E' uscito di casa ieri mattina senza dire dove andava ». La polizia e i carabinieri non hanno ancora accertato il movente del delitto. L'unica cosa certa è che Salvatore Crisafulli è stato ucciso per vendetta, forse aveva fatto uno « sgarro » a qualcuno. E' sicuro che il giovane è stato assassinato altrove e poi portato nella zona industriale per far scomparire il cadavere. L'auto in cui è stato rinchiuso, era stata rubata quindici giorni orsono ad Acicastello. La polizia di Catania ha informato quella di Torino per conoscere i trascorsi del giovane quando risiedeva in Piemonte. Non è escluso che l'ordine di eliminare Crisafulli sia partito proprio dal capoluogo piemontese. t. s.

Persone citate: Crisafulli, Salvatore Crisafulli