Il Paese è inquieto di Giovanni Trovati

Il Paese è inquieto Il Paese è inquieto Venerdì scorso, quando il governo convocò i sindacati per comunicare che avrebbe aumentato di 100 lire la benzina, il ministro del Tesoro Stammati commentò: «Se non daremo la sensazione di esserci messi su una strada diversa, il 18 saremo alla bancarotta». 11 18 è lunedì e scade la misura di salvaguardia della lira decisa dal governo con l'imposta del 10 per cento sulle operazioni valutarie (importazioni e viaggi all'estero). Non sappiamo se abbiamo dato un'immagine diversa di noi (che «non siamo soltanto capaci di contrarre debiti e di spendere», come ci diceva Andreotti), certo è che domenica scorsa le auto sono uscite dalle città come le altre domeniche, e i giorni seguenti hanno intasato le città come sempre. Le 100 lire non hanno fermato nessuno. I sindacati, invece, si sono trovati di fronte a manifestazioni spontaneistiche di sciopero o di blocchi stradali («Non sono juochi di artificio — ha detto Boni, socialista della Cgil al convegno di Ariccia — ma campanelli di allarme») e ora sono divisi sul come riprendere il controllo della base. Le divergenze passano anche nell'interno della Cgil e della Uil, meno, questa volta, della Cisl. Nella Cgil i socialisti (Boni) sono sulle posizioni del pdup (Giovannini) contro i comunisti; nella Uil socialisti e socialdemocratici sono contro i repubblicani. Nella Cisl è prevalsa la convinzione di respingere uno sciopero generale e uno sciopero di protesta per guidare uno sciopero con obiettivi precisi. La posta per le confederazioni è di imbrigliare le fughe in avanti di Torino e Milano, che definiscono «battaglie della disperazione», resistere agli «isterismi», riprendere il controllo del movimento sindacale. «Non dobbiamo dare al Paese — ha dichiarato Marini della Cisl — il senso di un rifiuto alla politica di austerità, che è necessaria, non perché la chiede il governo, ma perché la ripresa degli investimenti passa attraverso lo strumento di una maggiore accumulazione pubblica». E' difficile affermare oggi se gli scioperi di Torino e di Milano sono «fuochi di artificio» o sono indicatori di una volontà di una maggioranza. Il governo riteneva che il Paese fosse più disposto ad accettare i sacrifici deliberati venerdì e quelli annunciati per i prossimi giorni, lo ritenevano forse gli stessi partiti e i sindacati. Eppure c'era l'avvertimento dell'extrasinistra che si proponeva di dimostrare che la base avrebbe reagito. A costoro (ma non solo all'extrasinistra) si è riferito ieri alla Camera Barca, osservando che «ogni argomento è buono per cercare di far saltare la situazione e poco conta la coerenza». II governo, che ha bisogno dell'astensione dei partiti in Parlamento e della non ostilità dei sindacati nelle piazze, tende a concedere agli uni e agli altri quel tanto che permetta loro di affermare di essere riusciti ad imporre le loro richieste. Ieri ha concesso ai 'sindacati il rinvio del Cip che oggi avrebbe dovuto fissare i nuovi aumenti delle tariffe elettriche, delle tariffe telefoniche, l'aumento del prezzo della pasta e di alcune specialità medicinali. E' stato detto che non si vuol ripetere l'errore della scorsa estate, quando le confederazioni furono soltanto avvertite dell'aumento delle tariffe telefoniche e poi si ebbero manifestazioni di autoriduzione (spontanee, ma non tanto, perché alcuni settori sindacali le appoggiarono, come alcuni partiti non le disapprovarono), accompagnate inoltre da atti di teppismo contro le centraline della Sip. Cosicché, nel gennaio successivo si dovette rivedere il meccanismo degli aumenti. La riunione del Cip sarà rinviata di una settimana: Cgil, Cisl e Uil potranno dire alla base di aver strappato «una trattativa seria con i responsabili del governo»; intanto non si aggiungono altri motivi o pretesti che fomentino il malcontento nei luoghi di lavoro. I prossimi giorni diranno come i partiti si comporteranno nei confronti del governo sulla relazione previsionale (e sarà il primo test per il futuro del monocolore), come le confederazioni riusciranno a riprendere in mano il movimento sindacale, come il governo aiuterà la lira a superare la prova di lunedì. Vedremo soprattutto quale sarà la risposta dei cittadini, perché sono essi i protagonisti primi. Giovanni Trovati

Persone citate: Andreotti, Boni, Giovannini

Luoghi citati: Ariccia, Milano, Torino