Il solito pasticcio di Giovanni Arpino

Il solito pasticcio CALCIO E STILE Il solito pasticcio Insomma: la colpa è nostra. Siamo noi « addetti », giornalisti, microfoni, telecamere a gonfiare il caso. Siamo noi gente di taccuino, di penna, di orecchie non devote, di magnetofoni e piombi tipografici a seminar zizzania. Non Bernardini che spara a zero dal video (e i federali dormono, com'è sacrosanto nelle domeniche di austerità). Enzo Bearzot ingoia l'ennesimo rospo, è sicuro. Ma chissà gli strilli che deve aver cacciato nelle dure ore di « colloquio segreto ». Sempre che contino, questi strilli: si sa, per il « Doc » le parole volano, le dica lui o l'ultimo passante. Possiamo — anche se con umana fatica — capire Bearzot: non poteva addossarsi la responsabilità — dimettendosi o ricattando — di far naufragare subito la Nazionale, proprio mentre la barchetta alza i pappafichi per il suo primo confronto ufficiale con i dilettanti del Granducato (e gli inglesi di novembre). Da uomo probo, anche se ingenuo (ma questo non è un difetto, malgrado i giorni che ci tocca vivere) il « vecio » subisce, il presidente Carraro mette un cerotto sulla gamba di legno, Bernardini assicura che, con lui, la « coppia ideale » continuerà ad oltranza. E' evidente che non sanno come scaricarlo, questo buon Bernardux: né io, dopo averne dette tante, ho più animo di distribuir legnate polemiche. Constato, ad occhi freddi, che il « Dottor Pedata » merita il titolo non per scienza ma per l'abilità con la quale schiva il calcio altrui dopo aver distribuito i propri. L'importante, a casa nostra, è non risolvere. Semmai, riconvertire, ultimo termine d'effetto. Anche se il « Doc » non Io riconvertirebbero neppure sette re Salomoni a congresso. Mi fa pena vedere una creatura di esperienza, di antichi valori, lasciarsi sedurre dalle prime domande che gli vengono poste, uscire con stramberie tollerabili sì e no al bar, ignorare ogn: /'orma di saggezza e di cautela. I cattivi amici di Bernardini hanno prima scatenato una falsa diatriba intorno ad Antognoni per coinvolgere Bearzot, poi hanno lanciato come un « kamikaze » lo stesso Bernardini in una girandola parolaia di bassa specie. Il calcio parlato è salito cosi al livello di guardia, mentre quello giocato si sforza di cavar sangue dalle rape. In Nazionale, accanto a un inamovibile (secondo certuni) ora abbiamo pure un ineliminabile. C'è la panchina e c'è la poltrona « honoris causa ». Complimenti a tutti. Il « volemose bene » continua, fino alla prossima telecamera e alla prossima intervista. Naturalmente smentibili il giorno dopo. Ah, perché non son io coi miei pastori... Giovanni Arpino

Persone citate: Antognoni, Bearzot, Carraro, Enzo Bearzot, Salomoni, Stile