Piccolo: tante tournée ma poche le "novità,,

Piccolo: tante tournée ma poche le "novità,, Il cartellone dello Stabile di Milano Piccolo: tante tournée ma poche le "novità,, (Dal nostro inviato speciale) Milano, 11 ottobre. Se non avessi il fondato sospetto che avanguardia, sperimentazione, cooperazione, spontaneismo e via teorizzando non equivalgono di necessità a rivoluzione o, semplicemente, a nuovo teatro, non esiterei a definire reazionario il discorso con cui Giorgio Strehler ha presentato stamane, a palazzo Marino, la trentesima stagione del Piccolo Teatro di Milano: tanto appassionata è stata la sua difesa delTestablishment del teatro pubblico, e implacabile la sua polemica contro «la tendenza a rinnegare il teatro cos'i come noi — ha detto Strehler — crediamo debba essere e crediamo debba essere fatto». In ogni caso, a parte i convenevoli e le reciproche attestazioni di stima con il sindaco Tognoli, che ha introdotto la conferenza stampa, e perdonato quel tanto di retorica che non manca mai quando Strehler procede a ruota libera (ha parlato a braccio per quasi un'ora e mezzo), non si poteva non rimanere colpiti dalla veemenza, e dalla convinzione, con le quali il direttore del «Piccolo» sosteneva «la vitalità irrompente e obiettiva» del suo teatro e il «fortissimo legame di esso con la collettività», e anche dalla franca brutalità con la quale egli chiedeva «prospettive chiare e sicure per l'avvenire del Piccoo» dichiarando: se ci credete, rafforzatelo, oppure abbiate il coraggio di chiuderlo. Buttata ancora una volta là la tesi, per me incontestabile, secondo la quale il «Piccolo» è l'unico teatro nazionalpopolare del Paese, e quindi da istituzionalizzare come tale, Strehler ha poi esposto il programma della prossima stagione nascondendo — e questo devo proprio dirlo — dietro la cortina fumogena di un frenetico anche se lodevole attivismo il rinvio dei promessi allestimenti della Tempesta e dei Giorni della Comune: il regista ha assicurato che andranno in scena, come previsto dal cartellone biennale o triennale, ma non ha parlato di date. Per ora si sa che il dramma di Shakespeare aprirà la stagione 197778, .anziché chiudere questa, e che il lavoro di Brecht verrà rappresentato, s'ignora dove, nell'autunno dell'anno venturo. Brecht in ogni modo fa ugualmente la parte del leone nel cartellone di quest'anno che comprende, con le riprese del Campiello, del Giardino dei ciliegi, di Io, Berlolt Brecht con Milva e lo stesso Strehler al posto di Carraro, delle Case del Vedovo di Shaw e di Le Balcon di Genet, replicato sinora soltanto venti sere, Ascesa .? caduta della città di Mahagonny, di Brecht appunto, in collaborazione con 1? Scala, per un mese al Lirico con regìa di Srehler, e un seminario brechtiano, definito «lavoro di teatro collettivo», sui testi dell'Acquisto dell'ottone. Anche se aggiungiamo uno spettacolo per bambini, La bambola abbandonala dello spagnola Alfonso Sastre sul tema, manco a dirlo brechtiano, del giudizio di Salomone alla maniera del Cerchio di gesso del Caucaso, e La scuoala delle mogli di Molière che il regista D'Amato metterà in scena per l'estate milanese, il panorama non è ricco — molte riprese, poche o magre novità — nonostante che Strehler sia di opposto parere facendosi forte di tre mesi di recite parigine, di una tournée in Urss e in altri Paesi socialisti e di un'attività regionaledavvero intensa e sistematica con il proposito, sacrosanto, di portare dappertutto, e tali e quali, gii spettacoli di via Rovello. Almeno, grazie a questo gran girare di compagnie, i torinesi vedranno finalmente // giardino dei ciliegi , che aprirà il 10 novembre la stagione del Carignano, e II campiello, che chiuderà in maggio, nello stesso teatro, quella dello Stabile. Non solo, ma il nostro Stabile parteciperà anche, con Ciclo dell'eroe borghese, a una rassegna a Milano dei teatri pubblici italiani che ci sembra tra le più utili e doverose iniziative di quest'anno. Dal canto loro, i milanesi si consolino con il rinnovato e fermissimo proponimento di Strehler di risolvere al più presto il problema della sede del «Piccolo»: quando il regista c iede a gran voce un teatro nuovo e funzionale, ha davvero ragione. Alberto Blandi

Luoghi citati: Milano, Urss