Critiche confermate dalla Confindustria
Critiche confermate dalla Confindustria Critiche confermate dalla Confindustria I provvedimenti "non rimuoveranno i motivi di fondo della crisi nella bilancia dei pagamenti" - Necessario ridurre il costo del lavoro Roma, 11 ottobre. Alla vigilia del confronto governo-Parlamento, la Confindustria ribadisce oggi il suo giudizio critico nei confronti delle misure anticrisi. Nel documento finale del Consiglio direttivo — tenutosi stamane sotto la presidenza di Guido Carli — viene riconosciuta la necessità degli interventi riduttivi della domanda interna, «al fine di mantenere un certo equilibrio della bilancia dei pagamenti»; al tempo stesso, però, si rileva che «i provvedimenti presi o annunciati avranno un effetto temporaneo sulla domanda interna e si tramuteranno, attraverso gli scatti della contingenza, in un trasferimento di oneri sul settore produttivo, con una redistribuzione di risorse al suo interno». Gli imprenditori perciò ritengono che queste misure non rimuoveranno i motivi di fondo della crisi nella bilancia dei pagamenti e aggraveranno quindi le condizioni di operatività delle aziende produttive. E' una constatazione, la loro, che non-porta a chiedere la sospensione dei provvedimenti, tecnicamente per- fezionabili, ma un loro completamento, capace realmente di ridurre il costo del lavoro per unità di prodotto. Del resto, sottolineano gli industriali, nella stessa relazione previsionale e programmatica si ammette l'esistenza di uno squilibrio tra dinamica del costo di lavoro in Italia e nei Paesi concorrenti. Ma se per il governo questo squilibrio da costo di lavoro è ovviabile solo attraverso una depressione della domanda interna, a giudizio della Confindustria, invece, «esistono possibilità di mutare i dati obiettivi del problema attraverso incontri tra forze politiche, forze di governo, parti sociali (sindacati e imprenditori, ndr), tesi a ricercare vie e mezzi per riequilibrare il rapporto tra i nostri costi di lavoro per unità prodotta e quelli dei Paesi concorrenti». Il Consiglio direttivo confederale, tuttavia, ritiene che qualsiasi azione correttiva della domanda interna è neutralizzata da alcuni automatismi (soprattutto gli scatti degli stipendi dei dipendenti pubblici) che fanno dilatare il disavanzo dello Stato: di conseguenza, il governo dovrebbe accompagnare questa azione con un serio e rilevante tentativo di programmazione del settore pubblico di sua competenza, specie in quello degli investimenti. Facendo riferimento ai problemi del breve periodo, l'organizzazione degli industriali pensa che l'intensità con cui i problemi congiunturali si presentano e i conseguenti interventi pubblici sulla domanda interna potrebbero essere limitati attraverso una politica delle esportazioni che punti alla utilizzazione di risorse pubbliche, «tratte dai fondi destinabili alla ritrutturazione e riconversione, per compensare l'erosione dei margini di competitività delle merci italiane». e. p.
Persone citate: Guido Carli
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