Confapi: sì alla riconversione no a misure solo assistenziali
Confapi: sì alla riconversione no a misure solo assistenziali Confapi: sì alla riconversione no a misure solo assistenziali Genova, 9 ottobre. « La Confapi ritiene che l'esame della realtà della piccola impresa debba considerare soprattutto due momenti: uno relativo a tutti 1 suoi problemi Interni, l'altro che configura la sua posizione rispetto a quanto la circonda In termini politici di Infrastrutture economiche e sociali del rapporti con 11 mercato, col sistema bancario, con l'apparato burocratico centrale e periferico, col sindacato del lavoratori ». Con queste parole Fablu Frugali, presidente della confederazione della piccola e media industria, ha Iniziato la sua relazione da luì stesso definita « volutamente provocatoria », al convegno di studi svoltosi oggi a Genova, sul tema « Investimenti, produttività, occupazione ». Al convegno, che ha visto una modesta presenza degli Industriali genovesi, per la quasi totalità associati alla Confindustria, erano presenti, tra gli altri, 11 sottosegretario all'Industria, on. Enzo Ermlnero, l'on. Luciano Barca, In rappresentanza del pei, e 11 segretario della UH, Giorgio Benvenuto. Frugali, nella sua relazione, ha posto l'accento sul costo del lavoro per unità di prodotto « che — ha detto — In Italia supera abbondantemente quello di Paesi più Industrializzati ed economicamente più forti », ciò che rappresenta uno dei mail dell'Impresa. Un programma di riconversioni e ristrutturazioni che si limita ad erogare mezzi finanziari, senza una previsione di Intervento sul mail esterni dell'impresa, non può avere successo perché si tradurrebbe In un plano di carattere assistenziale, che la Confapi respinge. Altrettanto destinato all'Insuccesso, sarebbe un plano di riconversione nell'attuale situazione di rigidità del mercato del lavoro. Tra le Indicazioni della Confapi, a questo riguardo, Frugali ha poi sottolineato la necessità di sgravare I settori Industriali degli « oneri sociali Impropri », da porre a carico della collettività; nonché l'approfondimento del problema della scala mobile. Banche e piccole imprese « La piccola e media Impresa — ha ancora detto il presidente della Confapi — deve far sentire la sua voce per quanto riguarda il credito. L'obiettivo di una politica per le piccole e medie Industrie non può essere quello di aumentarne la dipendenza dal sistema bancario, ma, al contrarlo, quello di alutarle a darsi strumenti per ramnitre 11 potere nel confronti della banca. Ne discende la necessità di Istituire un fondo centrale o fondi regionali di mutua garanzia per piccole e medie Imprese, che serviranno ad eliminare l'intervento agevolato da parte dello Stato ». , Parlando poi dell'utilizzazione dello strumento creditizio e di quello fiscale In combinazione tra loro, Frugali ha sottolineato che questa è una ne- cessità per realizzare chiari obiettivi di sviluppo settoriale e territoriale e, per quanto riguarda le , piccole e medie industrie, verso l'obiettivo primario di valorizzare 11 loro ruolo nel sistema economico italiano, puntando all'eliminazione di quel punti di debolezza che consistono nella mancanza di una tecnostruttura, di una guida manageriale dotata di tutte quelle capacità conoscitive e tecniche, necessarie In un'economia aperta che si sviluppa soltanto se mantiene la propria competitività. Il problema della "mobilità" Dal canto suo, 11 sottosegretario Erminero, parlando del plano di ristrutturazione industriale approntato dal governo, ha accennato anch'egll al problema della mobilità del lavoro come a quello dei costi del lavoro. « Non si possono chiedere sacrifici — ha detto li rappresentante del governo — senza che si attui una qualche forma di orientamento e di verifica sugli sbocchi del surplus Industriale. Prima, durante e dopo la crisi, non verrà egualmente consentito che permangano rendite, che quote di profitto si spendano per consumi aristocratici, per Intollerabili speculazioni finanziarle o si disperdano In fughe di capitali ed evasioni fiscali ». Infine, Luciano Barca ha rilevato Interessanti punti di convergenza con la relazione, soprattutto per quanto riguarda l'esigenza di partire da un esame veritiero della situazione, che non nasconda la gravità dei problemi che sono di fronte al Paese. « II pericolo principale — ha detto — è oggi l'Inflazione, ma occorre evitare di combatterla con misure che creino le condizioni di una caduta recessiva, che sarebbe esiziale per 11 Paese e la piccola Industria. Occorre, per questo, collocare le misure anche congiunturali in un più ampio e solido disegno politico ». Anche 11 segretario generale della UH, Giorgio Benvenuto, ha criticato l'azione del governo. « Il plano di austerità — ha detto — non ci convince perché non è equo ed anche perché non sappiamo chiaramente dove andranno a finire 1 soldi rastrellati. Il governo ha rifiutato le proposte di austerità avanzate dal sindacato, ma noi le rlpresenteremo al Parlamento ed al partiti. Siamo enormemente preoccupati — ha aggiunto Benvenuto — per 1 prossimi aumenti delle tariffe. Prima di accettare altri rincari 11 sindacato esige l'abolizione degli sconti e del privilegi di cui godono attualmente molte categorie, che non pagano la luce, 11 telefono, il gas, 1 trasporti, le fer¬ rovie ».
Persone citate: Enzo Ermlnero, Frugali, Giorgio Benvenuto, Luciano Barca
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