Siria, Libano, arabi e Olp tentano un nuovo accordo di Igor Man

Siria, Libano, arabi e Olp tentano un nuovo accordo Stamane ancora un colloquio tra le parti Siria, Libano, arabi e Olp tentano un nuovo accordo (Dal nostro invialo speciale) Beirut, 8 ottobre. Domani a Chtoura riprenderanno i colloqui tra la Siria, l'Olp, il Libano e la Lega araba. L'incontro è previsto per le 11, al Park Hotel, nello stesso salone dove il 23 settembre il presidente libanese Sarkis prestò giuramento sotto la protezione delle baionette siriane (Chtoura, a cento chilometri da Damasco, è j occupata dalle forze della Siria). Per dare ai giornalisti la «buona notizia», il rappresentante della Lega araba, Hassan Sabri Kholi, ha tenuto stamane una conferenza stampa straordinaria all'Hotel Coral Beach un tempo ritrovo della «haute» libanese, che è stato trasformato in ospedale dei palestinesi. 1 giornalisti hanno fatto circolo intorno al dottor Kholi — ama farsi chiamare così — in un angolo dell'ingresso di Coral Beach. C'era una confusione indescrivibile: uomini armati, infermiere, fotografi e cameramen. Spesse volte Hassan Kholi ha dovuto richiamare all'ordine alcuni miliziani che giocavano con i loro mitra, vociando. In maniche di camicia, un grosso sigaro in bocca, Kholi ha detto che si attende «buoni risultati in un prossimo futuro» dai colloqui di Chtoura. Bisogna ricordare tuttavia che in Libano durante diciotto mesi vi sono stati 56 accordi di cessate il fuoco e pressoché altrettante trattative. Gli uni e le altre sono regolarmente affogati in un mare di sangue. Dopo l'ultima riunione di Chtoura, che vide di fronte, fra gli altri, Arafat e Sarkis, ci fu l'attacco siriano di Metn, sulla montagna. A quale livello avverranno i colloqui? Vi parteciperanno Sarkis e Arafat? «In un primo tempo vi saranno altri personaggi; come al solito fungerò da mediatore. Posso dirvi però che negli ultimi giorni i contatti fra Sarkis e Arafat sono stati continui. E spero che si possa stabilire un contatto permanente tra le varie parti a Beirut». Per i libanesi saranno presenti a Chtoura tre alti ufficiali, tra i pochi rimasti fedeli allo Stato che fu e che si presume siano al di sopra della mischia. Arafat ha designato, da parte sua, Hani Hassan, Abu Maher e un altro esponente qualificato della Resistenza. I siriani non hanno ancora indicato i propri delegati. Quale , potere contrattuale avrà la rappresentanza palestinese, dal momento che i siriani pretendono la sostituzione dell'attuale leadership? Kholi risponde che, perché è stato Arafat a sceglierli, i palestinesi presenti a Chtoura rappresenteranno a tutti gli effetti la Resistenza. «Del resto — aggiunge — non dimenticate che al vertice di Rabat si stabilì che nessun paese arabo dovesse interferire negli affari interni dell Olp». 11 richiamo a Rabat significa che la Siria non chiederà più l'allontanamento di Arafat? Kholi non risponde, si limita ad aspirare profondamente il sigaro. Qual è l'ordine del giorno dell'incontro di Chtoura? «L'applicazione degli accordi del Cairo». (In base a tali accordi i palestinesi dovrebbero rimanere nei campi e rispettare la sovranità del Libano, che li ospita). Proporrà il dott. Kholi un calendario per il ritiro dei palestinesi dalla montagna e questo calendario prevede garanzie per i «fedayn?». «Certamente occorre predisporre un calendario ed è pacifico che i palestinesi, come chiunque altro, hanno diritto a chiedere garanzie». Codeste garanzie dovrebbero concernere soprattutto lo spazio di manovra, politica e militare, nell'ambito della «lotta contro Israele». Ma saranno flessibili i palestinesi che chiedono il ritiro dei siriani dai territori libanesi occupati? «Sono convinto che i palestinesi siano ben disposti. È anche gli altri. L'opinione pubblica tutta intera, compresi i combattenti delle varie fazioni, vogliono la fine della guerra. I fatti han dimostrato, dopo la morte di 50 mila persone e distruzioni immani, come non possa esserci un vincitore assoluto in questa terribile guerra. In realtà non ci cativo so/io né vincitori né vinti. Il solo perdente è il Libano. E' dunque necessario metter fine al conflitto». 11 Libano è teatro di uno scontro tra nazioni, tra le due superpotenze; questa non è una crisi locale. I Paesi arabi, poi, con le loro contraddizioni costituiscono un elemento determinante del conflitto. Ma è signifi- afferma Kholi «che oltre alle grandi potenze, i Paesi arabi e gli stessi libanesi sembrano finalmente convinti dell'urgenza di avviare a soluzione la crisi. Non dimentichiamo che l'inverno è vicino e sarà duro, senza riscaldamento, con maggiori difficoltà di approvvigionamento. Quelli che ho esposto ed altri elementi mi spingono a non disperare. Beninteso, possono sempre sorgere degli imprevisti. Questa, non dimenti¬ catelo, è la terra dei colpi di scena». D'altra parte, sempre secondo l'inviato della Lega araba, una intesa di base bisogna raggiungerla prima del vertice del Cairo, previsto per il 18 ottobre. Ma avrà luogo questo vertice? «Senz'altro. Sadal ha già avuto l'adesione di re Hassan del Marocco, di re Khaled dell'Arabia, di Boumedienne e di Assad, anche se la Siria tuttora non ha fatto pervenire al Cairo una comunicazione ufficiale». E' dunque ottimista il dottor Kholi? «Non è questione di essere ottimisti o pessimisti. L'importante è muoversi nella giusta direzione. E' quello che stiamo cercando di fare. Come dicono i cinesi: un viaggio di mille miglia comincia con un piccolo passo». Igor Man