De Vlaeminck-Moser sfida al "Lombardia" di Maurizio Caravella

De Vlaeminck-Moser sfida al "Lombardia" Tv a colori per gli ultimi 30 chilometri De Vlaeminck-Moser sfida al "Lombardia" Il favorito numero 1 è il belga - Assenti Baronchelli e Battaglin (Dal nostro Inviato speciale) Milano, 8 ottobre. // favorito c'è, e si vede, De Vlaeminck arriva In Italia e piazza subito due botte vincenti, a raffica, nel giro di tre giorni: al Giro dell'Emilia ha voglia di fare un po' il matto (non è uno sforzo per lui}, resta In fuga da solo per due ore e si impone per distacco: alla Coppa Agostoni decide di calmarsi e si accontenta di vincere allo sprint. Poi, dato che avrà tanto genio ma anche un bel po' di sregolatezza, mangia troppo e troppo tardi e si mette a letto con un forte mal di pancia. Ma poi il mal di pancia passa e Roger dice che domani vincerà anche il Giro di Lombardia, per completare la serie. GII altri, anziché contraddirlo, rispondono che ha proprio ragione, che quasi sicuramente vincerà lui. Chi lo batte, un De Vlaeminck così? Intanto, non c'è Maertens. il suo nemico numero uno. Il biondo Freddy, infischiandosene del fatto che cosi non si onora certo la maglia di campione del mondo, sente aria di complotto e anche aria di sconfitta, e decide di restarsene a casa. Moser vuole la rivincita del mondiale? Non l'avrà. De Vlaeminck vuol vendicarsi di essere stato escluso dalla nazionale belga pei causa sua? Si vendicherà un'altra volta, se ci riuscirà. Si diano pure botte tra di loro, Moser e De Vlaeminck: Maertens preferisce togliersi dal ring. Non c'è neppure Merckx, ma è assente giustificato, perché i dolori alla schiena che si trascina da tempo gli Impediscono di salire in bicicletta. E anche buona parte della nostra • nouvelle vague » si vedrà questo Giro di Lombardia per televisione: Baronchelli ha problemi personali e non se la sente di correre, Battaglin ha problemi fisici e lo imita. Insomma, stavolta De Vlaeminck non deve neppure battere tutti, perché molti si battono da soli restando a casa. Ma c'è qualcuno, allora, che può battere lui? C'è Moser, e ci proverà. Aveva una noiosa tracheite, se l'è portata dietro come una pesante zavorra, anche perché non poteva (o non voleva?) usare antibiotici, che debilitano. Adesso è guarito e dice dì essere stanco di arrivare secondo: gli è successo alla Parlgi-Roubaìx, al Giro delle Fiandre, al campionato del mondo ed anche a quello italiano. Una specie di abbonamento, ma ne avrebbe latto a meno volentieri, visto che a Moser — come a tutti i campioni veri — arrivare secondo non interessa. Dice che le sconfitte, così, bruciano di più. Moser sfida De Vlaemincl', dunque. Francesco dice: «Il favorito è lui e dandogli questa responsabilità non scopro nulla. E' il più forte, in questo momento. Gimondi, Bitossi ed io siamo tutti sullo stesso piano, ma un gradino più sotto ». Martini, commissario tecnico degli azzurri, spera in una « santa alleanza », ma slamo al Giro di Lombardia, non ad Ostunl, e gli interessi qui sono diversi. Ciascuno correrà per sé ed è giusto che sia cosi. Il guaio (o la fortuna, a seconda dei punti dì vista) è che De Vlaeminck, oltre ad essere torte, dispone di uno squadrone che domani sarà tutto per lui. De Muynck e De Witte sono molto più di due gregari, lasciare libertà a due tipi del genere significa rivederli dopo il traguardo. Cribiori lo sa e probabilmente la tattica della Brooklyn sarà quella di mandare In fuga, a turno, uno dei due, per costringere gli altri ad impegnarsi nell'inseguimento (con De Vlaeminck nel ruolo, per lui comodo, di rimorchio). Se gli italiani bisticceranno, finirà che nessuno tirerà e magari vincerà proprio De Muynck, o De Witte, e alla Brooklyn andrebbe benissimo: se invece Moser, Gimondi e Bitossi faranno causa comune. De Vlaeminck si lascerà portare avanti In carrozza e alla fine, allo sprint, Il batterà tutti. Troppo facile, troppo logico, forse, perché vada proprio cosi. Ma per rendere la corsa « illogica », bisogna che qualcuno trovi il coraggio e la forza per uscire allo scoperto, partendo magari in contropiede. Se Moser è di nuovo Moser, questo ruolo spetta a lui: e se Gimondi sarà in vena di fare un altro miracolo, come alla Parigi-Bruxelles, potrebbe toccare anche a lui: e se Bitossi si dimenticherà un'altra volta di avere trentasei anni (gli è successo parecchie volte, ultimamente), potrebbe dare dei dispiaceri a tutti. Insomma, De Vlaeminck forse vincerà, ma non ha ancora vinto. Dicono che prima delle corse importanti Roger venga assalito da una strana tremarella alle gambe e poi sbagli completamente la recita, come se si fosse dimenticato all'improvviso la parte. Ecco, c'è chi spora ir. una sua amnesia. Oltre a Moser, Gimondi e Bitossi, altri italiani sono decisi a giocare il tutto per tutto, anche perché non hanno nulla da perdere (e questa, forse, è la condizione migliore per vincere). Quattro nomi: Bertoglio, che senza Battaglin a fianco a renderlo capitano a mezzo servizio sembra che sorrida di più; Conti, maestro del contropiede; Panlzza, che promette sempre e ogni tanto mantiene; e Paolini, un velocista che quando trova II momento magico è capace di tutto. Non ci sarà Zì'.ioII, Invece: è arrivato alla punzonatura vestito da corridore, ma ha lasciato i documenti in albergo, per evitare II rischio di cambiare Idea all'ultimo momento e ritirare il numero di partenza. Ha detto basta con il ciclismo ma la tentazione, oggi, è stata forte. Nella lotta fra gli italiani e De Vlaeminck sperano di inserirsi anche altri: i belgi Verbeeck e Godefroot; il francese Tehevenet e magari anche II suo connazionale Poulìdor, al cui confronto Bitossi è poco più di un novizio: l'olandese Zoetemelk, abilissimo nel mimetizzarsi per tre quarti della corsa, tanto che spesso ci sì dimentica di lui (e a volte è un grosso errore). Vincere il « Lombardia », si sa, significa vìvere di rendita fino a primavera e vivere di rendita piace a tutti. Partenza da Milano, arrivo a Como, come al solito: non ci sarà il Ghlsallo, stavolta, per via dì una frana, ed il percorso sarà più corto di tredici chilometri. Ma anche senza II Ghlsallo, il percorso vale quello di un campionato del mondo. Peccato che Maertens abbia dato forfait. Ma contro la paura, si sa, non c'è medicina. Maurizio Caravella Francesco Moser