Novità per miliardari arrivate dall'Italia

Novità per miliardari arrivate dall'Italia Novità per miliardari arrivate dall'Italia (Dal nostro inviato speciale) Parigi, 8 ottobre. Riprendiamo la rassegna delle novità esposte al sessantatreesimo Salone di Parigi. Negli stand Ferrari e Pininfarina troviamo due modelli già noti ma largamente migliorati: la «BB 512» e la «400 Automatic». La prima vettura, che era nata in tempi migliori (1971) è rimasta pressoché immutata nelle linee essenziali, ma è stata allungata di sei centimetri e allargata di otto, ha ricevuto uno spoiler anteriore per aumentare ulteriormente l'aderenza, pneumatici di maggior sezione, due prese d'aria aerodinamiche sulle fiancate, in prossimità dei passaggi ruota, per il raffreddamento dei freni posteriori. La «512», che con il suo motore 12 cilindri boxer di 4942 ce e 360 CV in posizione centrale, è la più prestigiosa e potente vettura sportiva del mondo (supera i 300 km orari), costa 35 milioni. La «400 Automatic», evoluzione del modello «365 GT4» a due porte e quattro posti, come dice il nome è dotata di cambio automatico GM a tre rapporti (è la prima volta che Ferrari adotta una trasmissione automatica) accoppiato al motore 12 cilindri a V di 4823 ce e 340 cavalli, Pininfarina ha ritoccato la parte anteriore aggiungendo uno spoiler con la funzione di migliorare il convogliamento dell'aria sul radiatore, e soprattutto ha rielaborato l'interno riuscendo a migliorare ancora spazio e comfort. Restando nel campo dei carrozzieri italiani (che però riservano all'imminente Salone di Torino i loro «pezzi» di maggiore interesse), Bertone espone, tra il prototipo di macchina sportiva Navajo su meccanica Alfa Romeo 33, presentato la primavera scorsa, e la Fiat 131 rally di produzione, una serie di spider Fiat Xl-9 nella nuova personalizzazione, assai elegante: ogni giorno, il solo mercato Usa ne assorbe 65 unità. La «Ital Design» di Giorgetto Giugiaro ripropone la Maserati Medici (motore 8 V di 4950 ce) profondamente modificata nella parte frontale e nell'interno: vettura di rappresentanza (ci sono anche il radiotelefono, il televisore, un piccolo bar), pare interessi un gruppo americano che ne ordinerebbe al costruttore torinese una piccola serie. Altre novità dell'industria mondiale di cui per ragioni di spazio ieri non avevamo parlato, sono il Break a tre porte Austin Allegro II (gruppo British Leyland), con motore 1300, di linea non proprio entusiasmante ma con indubbie doti di spazio e praticità. Costa 3.900.000 lire circa. Infine la cecoslovacca Skoda ha presentato la nuova serie 120 derivata dalle precedenti 100 e HO che rimangono in produzione. Sono tre versioni con motori da 1046 a 1174 ce, sempre montati a tergo ma con radiatore dell'acqua portato davanti, con conscguente rielaborazione del frontale, e l'intera linea della vettura ridisegnata. I prezzi non sono ancora fissati, tuttavia saranno, come sempre, molto bassi, come avviene per tutte le vetture prodotte nei paesi socialisti. Il tipo S 100 di 988 ce viene venduto in Francia, tutto compreso («chiavi in mano», come dicono qui), l'equivalente di due milioni 185 mila lire, la Lada 1200 (versione sovietica della Fiat 124) costa 2 milioni 900.000, e poco di più la PolskiFiat 1300, mentre la Zastava j 1100 super (cioè la 128 in edizione jugoslava, a cinque porte) ha all'incirca la stessa quotazione della Lada. Il modello meno caro in Francia rimane, per poche centinaia di franchi, la 126 seguita dalla citata Skoda e dalla Citroen 2 cv. Ma in materia di prezzi il confronto è particolarmente vivace nella categoria oggi più battagliata della produzione europea, cioè quella attorno al litro di cilindrata, che ha i suoi rappresentanti di punta nelle Fiat 127 e 128 a due porte (rispettivamente 16 mila 490 e 17.950 franchi), nella Mini 1000 (16 mila 100), nella Sinica 1005 LS (14 mila 900), nella Opel Kadett (16 mila 914), nella Renault 5 L (17 mila 900), nella sempre presente Volkswagen «Maggiolino» (17 mila 960) e nella nuovissima Ford Fiesta 950 che viene venduta su questo mercato a 17.900 franchi. Credevamo che la trovata, tutta parigina, dei grandi sarti I che danno il loro nome a vetture habillées in modo particolare, non avesse più ragione di esistere, in questi tempi cosiddetti di austerità. Invece ne troviai mo ancora uno: Cacharelle, sui j cui suggerimenti un piccolo car! rozziere francese ha realizzato I sulla Renault 5 un cabriolet a 1 quatttro posti color rosso amaranto, capote e sedili rivestili di tela a fiori. Ma è una curiosità che non dice nulla. Ben altri sono i motivi di fondo della rassegna, inserita in un momento di buoni risultati industriali e commerciali, ma denso di incognite per l'avvenire. Oggi, nell'industria e nel mercato mondiali dell'automobile prevalgono, fortunatamente, le motivazioni tecnico-economiche su quelle emotive che fino a ieri sembravano predominanti: di fronte alle difficoltà di controllo dei costi e dei prezzi, sono sempre più evidenti gli sforzi di contenimento dei consumi di carburante e soprattutto dei costi di esercizio anche come contrappunto alle spinte inflazionistiche. Non solo: mentre i fattoli di sicurezza, dopo i continui progressi dell'ultimo decennio hanno ormai largamente superato il livello sperimentale e oggi contribuiscono ad elevare l'affidabilità globale dell'automobile, si va avanti — pur attraverso difficoltà che incidono severamente sui costi di produzione — nel campo del controllo delle emissioni nocive, che dovrebbe a sua volta raggiungere entro il 1980 risultati ottimali. Ferruccio Bernabò

Persone citate: Austin Allegro Ii, Ferruccio Bernabò, Giorgetto Giugiaro, Pininfarina

Luoghi citati: Francia, Italia, Parigi, Torino, Usa