Due fratelli sono accusati d'aver ucciso il seduttore (sposato) della cuginetta

Due fratelli sono accusati d'aver ucciso il seduttore (sposato) della cuginetta Due fratelli sono accusati d'aver ucciso il seduttore (sposato) della cuginetta Gli imputati negano tutto - Il delitto avvenne il 12 marzo dello scorso anno - La vittima, 31 anni, aveva circuito la ragazza (16 anni) con la promessa d'un matrimonio riparatore (Dal nostro inviato speciale) Ivrea, 7 ottobre. Regolamento di conti per una questione d'onore al giudizio della Corte d'assise (presidente Bracchi, p.m. Gumina, cancelliere Bernava). Imputati i fratelli Attilio e Vincenzo Scali, 24 e 35 anni, originari da Mammola (Reggio Calabria), ma residenti a Cuorgnè. Sono accusati di avere assassinato, il 12 marzo dello scorso anno, Paolo Sarica, 31 anni, seduttore di una loro cugina sedicenne, Sarina Fazari. Un delitto che s'innesta nell'antico e anacronistico tema dell'onore offeso, della ragazza beffata con la promessa di nozze riparatrici che l'amante mai avrebbe potuto soddisfare perché già sposato j ed anche convivente con un'altra donna dalla quale sono nati un paio di figli. Storia triste e spietata che prende corpo all'ombra dell'Aspromonte e viene chiusa dai killers vendicatori con sei colpi di pistola ai margini di un bosco della frazione S. Lucia di Cuorgnè dopo avere attirato la vittima — dice l'accusa — in un agguato ordito con sottile perfidia. Una vicenda in cui agisce anche la molla del raggiro perpetrato dal Sarica alle spalle dell'intero clan Fazari-Scali, due famiglie legate da vincoli di matrimonio e fidanzamenti e nel quale ad un certo punto s'inserisce, mal tollerato, il seduttore, un uomo violento e spiccio con un cospicuo bottiI no di cuori infranti. L'inchie- sta seguita al delitto ha così ricostruito i fatti. Paolo Sarica mette gli occhi su Sarina nell'autunno del '74. Privo di scrupoli, pur di fare sua la ragazza, promette l'impossibile, cioè il matrimonio e spergiura sul proprio stato civile. «Non ci credi? Ecco qui la prova che sono libero» e mostra, per carpire la buona fede della ragazzina, la fotocopia di un documento pescato chissà dove nel quale risulta che non è sposato. Sarina eli crede e da quel momento la relazione si fa intima, ma per Sarica incominciano i guai: se ne rende conto quando la «fidanzata» incomincia a parlare di matrimonio. Il seduttore tergiversa e nel clan dei Fazari-Scali s'insinua il sospetto dell'inganno e quando il raggiro diventa evidente prende corpo l'idea della vendetta. Sarina è mandata a Cuorgnè presso parenti e dove vivono i fratelli Scali. Pare (il dubbio rimane finché il dibattimento non l'avrà sciolto) che da Cuorgnè parta, verso fine febbraio, una lettera-trappola con la quale s'invita il Sarica per un chiarimento. Il seduttore giunge all'appuntamento il 12 marzo, incontra Attilio e Vincenzo Scali, poi sparisce. Due giorni dopo lo trovano ucciso, il corpo bruciacchiato. Le indagini conducono difilato alla famiglia Scali ed a Sarina Fazari che prima del delitto è tornata frettolosamente in Calabria. I due fratelli, arrestati, negano tutto ed anche oggi in udienza si sono dichiarati innocenti nonostante non siano in grado di sostenere un alibi credibile. Gli indizi gravano soprattutto su Attilio Scali. I testi numerosissimi chiamati a difesa si sono spesso trincerati dietro imbarazzanti silenzi. Ribaltare il contenuto dell'inchiesta che accusa i presunti killers non è compito facile per il collegio di difesa (composto dagli avvocati De Marchi, Dal Fiume, Musumeci e Puccio). Accusa (pubblico ministero e due avvocati di parte civile, Cosentino e Priolo) e difensori parleranno domani; in serata la Corte dovrebbe già emettere la sentenza. Pier Paolo Benedetto j Ivrea. Wanda Perona, arrestata in aula e poi rilasciata Ivrea. Saveria Fazara detta « Sarina » (Foto A. Bosio)

Luoghi citati: Calabria, Cuorgnè, Ivrea, Reggio Calabria, Sarina