Il finanziere narra (vagamente) i suoi otto giorni di prigionia

Il finanziere narra (vagamente) i suoi otto giorni di prigionia Sono molti i punti oscuri nel sequestro di Cannes Il finanziere narra (vagamente) i suoi otto giorni di prigionia Alcune evidenti contraddizioni complicano il "giallo" di Francois Feriel liberato, a quanto pare, senza pagare alcun riscatto - La giornata nella villa dell'amico compositore Lopez (Dal nostro inviato speciale) Cannes, 5 ottobre. Dopo otto giorni trascorsi sotto la sorveglianza dei quattro banditi che lo avevano sequestrato mentre rientrava nella villa del compositore Francis Lopez a Cannes, l'uomo d'affari, Francois Feriel, 61 anni, l'altra notte è stato rilasciato nei pressi del cimitero di Cagnes-sur-Mer, senza il pagamento di alcun riscatto. Il mistero su questa vicenda, anziché dissiparsi, sembra diventare ancora più fitto. Alcune contraddizioni in cui è caduto il protagonista nel raccontare la prigionia, qualche frase sibillina riguardo ai possibili mandanti del sequestro, i legami con personaggi equivoci, sembrano contribuire a far sì che «l'affaire Feriel» abbia le carte in regola per restare negli annali della cronaca nera transalpina, come uno dei più complicati. Per tutta la giornata odier na, Villa Gipsy è rimasta sbarrata a curiosi e giornalisti. Francis Lopez è partito stamane per Parigi, dove deve sistemare alcune faccende e non rientrerà che a notte. Nella principesca villa, ha lasciato la propria moglie Anja, a vegliare sul riposo dell'amico Feriel, colui che finanzia la messa in scena delle operette che il musicista di origine basca sforna a getto continuo. Qualche ora di calma, d'altra parte ci voleva per l'uomo d'affari che possiede un ufficio di cambio a Berna. Nella giornata di lunedì, infatti, subito dopo il proprio rilascio avvenuto alle 2 di mattina, ha dovuto sottoporsi prima a due ore di interrogatorio da parte della polizia, poi al fuoco di fila delle domande dei giornalisti. Era un bel quadretto di famiglia, ieri pomeriggio, il lussuoso salone di villa Gipsy. Francois Feriel, in vestaglia di seta blu, era al posto d'onore, circondato dal compositore, dal figlio undicenne dei Lopez e da Madame Anja, statuaria ed elegantissima in un vestito bianco all'orientale e stivali di leopardo. «Questa è la mia vera famiglia», è stata la prima frase pronunciata da Feriel. E la si può credere, tanto più che non s'è nemmeno preoccupato di avvisare in qualche modo la propria moglie, anch'essa in una villa di Cannes, che era tornato in libertà. Veniamo al racconto del finanziere: «Per otto giorni sono rimasto su un letto con gli occhi sempre coperti da una benda fissata da un cerotto e con dei tappi nelle orecchie. Non vedevo e non sentivo niente, avevo un piede ed una mano incatenati al letto e quando mi lasciavano solo mi incatenavano anche il collo, come si fa con i cani». Ha mai avuto la sensazione di essere prossimo alla libertà? «Sì, credo fosse venerdì ed era notte. Mi dissero che stavano per incassare il riscatto, ma poco più tardi tornavano, affermando che era andato tutto a monte». Ha qualche idea sul luogo dove è stato trattenuto? «Credo ci trovassimo in montagna, perché sentivo uno scorrere d'acqua, come si trattasse di un torrente. Per arrivare a Cagnes abbiamo viaggiato almeno due ore lungo una strada tortuosa. I banditi sembravano giovani, ma penso fossero dei semplici esecutori di ordini emanati da un mandante che potrebbe anche essere persona vicina a me». Mistero profondo, dunque Un mistero iniziato la notte del rapimento, quando i Lopez, che pur avevano subito un furto di 180 milioni di lire, anziché avvisare la polizia, chiamarono un amico, Henri Leani, ex titolare di un ristorante a Cannes. Soltanto dodici ore dopo l'assalto banditesco, una lettera anonima avvisava la magistratura di Grasse di quanto successo a villa Gipsy. Le stesse modalità del rilascio del finanziere lasciano la porta aperta a degli interrogativi. Ha detto Francis Lopez: «Lunedì notte ho ricevuto una telefonata con la quale mi si avvisava di andare a cercare Feriel presso il cimitero di Cagnes. Mi ci sono recato in compagnia di Leani e lo abbiamo trovato seduto su un muretto. La sua liberazione è dovuta soprat¬ tutto all'inchiesta di un giornalista parigino mio amico, che mi è rimasto vicino negli ultimi due giorni di questa vicenda. E' lui che ha convinto i rapitori a lasciare Feriel». Non basta. In seguito all'istanza di divorzio, Francois Feriel si è visto porre sotto amministrazione giudiziaria i propri beni e malgrado ciò, afferma di poter avere, in qualsiasi momenti tutti i soldi che vuole e progetta nuovi investimenti. L'acquisto del teatro Athénée a Parigi, per lavorarvi con Anja e Francis Lopez, l'apertura di un nigth-club a Cannes insieme a Leani ed un grosso affare a Monte Carlo in società con lo stesso Leani ed il musicista. Inoltre, ci sono legami con Francois Marcantoni, il corso che qualche anno fa balzò agli onori delle cronache in occasione dell'omicidio dello jugoslavo Markovitch, segretario di Alain Delon. Quali sono i rapporti tra Feriel e Marcantoni, dopo che il finanziere gli ha concesso un prestito di circa 150 milioni di lire? «Siamo in affari assieme — dice Feriel —, ma piccole cose. Se avessi potuto chiamarlo in mio aiuto, sono certo che si sarebbe precipitato subito qui». Vittorio Preve

Luoghi citati: Berna, Cannes, Parigi