Como invasa dall'acqua del lago Lodi: timori per l'Adda in piena

Como invasa dall'acqua del lago Lodi: timori per l'Adda in piena Situazione allarmante in Lombardia per la piena dei fiumi Como invasa dall'acqua del lago Lodi: timori per l'Adda in piena Straripati il Seveso, il Lambro e il Redefossi - Ne lodigiano allagati 4000 ettari di terreno - Sgomberati molti casolari - Strage di selvaggina - Proibita la caccia in tutta la zona alluvionata - Danni per molti milioni (Dal nostro inviato speciale) Como, 5 ottobre. Migliaia di metri cubi d'acqua straripati dalle sponde del lago hanno allagato ieri tutta la parte bassa della città, invadendo strade e piazze, garages, negozi e scantinati. I danni dell'alluvione, la più grave degli ultimi 75 anni, ammontano a parecchi miliardi. Oggi, grazie anche a una giornata di sole splendido, il livello del lago si è stabilizzato, mentre continua instancabile il lavoro dei vigili del fuoco e di civili che operano con pompe idrovore e costruiscono dighe improvvisate. Se non pioverà più sarà ancora necessaria almeno una settimana perché gli argini del lago ricompaiano. La piena ha colto alla sprovvista un po' tutti, salendo in maniera rapidissima coi nubifragi dei giorni scorsi. Dalla Valtellina l'Adda rovesciava nel bacino, a Colico, oltre 1300 metri cubi d'acqua al secondo, mentre il deflusso al Sud — attraverso la diga di Olginate — era di solo 820 metri cubi. Alle 19,30 del 20 settembre, le paratie della diga avevano già la massima apertura (come conferma un telegramma dell'ing. Raffa, direttore del Consorzio dell'Adda, al sindaco di Como, avv. Spallino), ma non è stato sufficiente. Velocemente il livello del lago era salito ai limiti di guardia e la piena a monte, verso l'alba di ieri, faceva già temere, con 12 ore d'anticipo, quanto si è poi verificato. Un rapporto dell'Ufficio tecnico del Comune, elenca le frane e i danni causati alle strade e alle opere idriche dai 131 millimetri di pioggia caduti nell'arco di 14 ore, sottolineando — quasi come un bollettino di guerra — l'aggravarsi della situazione. Straripano il torrente Crosia, il Breggia, la roggia Segrada, il Valletto, a Monte Caprino. Alle 6 di ieri pomeriggio, il lago supera di tre metri e dieci centimetri lo zero idrometrico (nel '51, nell'alluvione del Polesine, era giunto a metri 2,47). Le previsioni sono per un aumento di almeno altri 10 centimetri in 4-5 ore, ma a questo punto tutta la città bassa è già allagata. Dal lungo Lario Trento e Trieste l'acqua, alta quasi due metri, sale a piazza Cavour, piazza Matteotti (capolinea delle corriere), lungo l'elegante via Plinio, verso via Cairoli, via Fontana, piazza Volta, fino all'inizio di via Garibaldi; così nella zona dello stadie, in viale Puecher e sulla passeggiata di Villa Olmo. Sono invasi da melma e detriti decine di bar, ristoranti, negozi, che i commercianti non hanno fatto a tempo a liberare della merce. Al Banco Lariano e alla sede della Banca Popolare di Novara, i sotterranei sono allagati, alla Banca Nazionale del Lavoro si devono svuotare in gran fretta « caveau » e cassette di sicurezza minacciate dall'acqua. In poche ore le passerelle di legno a disposizione del Comune vengono esaurite: molte abitazioni sono bloccate, le cabine elettriche della zona rischiano di «saltare», lasciando nel buio mezza città, si circola solo più con stivaloni o addirittura in barca. Nella giornata di oggi. con il bel tempo, la situazione si normalizza. Secondo i rilevamenti del Genio Civile l'equilibrio tra la massa d'acqua introdotta dall'Adda a Colico e quella uscita dalle chiuse di Olginate è (almeno per il momento ( ristabilita su valori di circa 800 metri cubi al secondo. Sperando che il sole continui a splendere, i vigili del fuoco accorsi da tutta la provincia lavorano intanto senza soste con pompe idrovore, mentre commercianti e cittadini tentano di riparare negozi e androni erigendo a tempo di record piccoli argini di cemento. C'è rabbia e disappunto in città per i danni ingenti che — si dice — potevano essere evitati con un minimo di preallarme. Sotto accusa è il Consorzio dell'Adda, che ha il controllo del regime idrico del lago. « Noi non abbiamo purtroppo voce in capitolo — sottolinea il sindaco, Spallino — e già altre volte in passato avevamo richiesto l'abbassamento del livello del lago, ottenendo una risposta negativa, per nulla esauriente: ci rispondevano sempre che è necessario mantenerlo su certi limiti, senza specificare a quali fini. La Giunta, intende ora riesaminare tutta la questione sotto il profilo legale ». Perché le chiuse di Olginate non sono state aperte al massimo prima del 30 settembre? « Probabilmente non si aspettavano una pieno di queste proporzioni, così improvvisa ». Ora invece si fa il conto dei danni e le cifre, ancora lontane dalla realtà, sono pesanti. Settecento milioni già spesi dal Comune per interventi di ripristino della viabilità, e somme molto più alte da mettere in preventivo per una completa sistemazione idrogeologica della zona, che eviti in futuro simili sorprese. Con gli allagamenti provocati dal lago e dal fiume Seveso, si aggiungono poi altri miliardi di danni (700 e 500 milioni rispettivamente per le sole aziende tessili Pessina e Seta). Roberto Reale Como. Piazza Cavour invasa dalle acque del lago. Nella zona bassa della città si circola solo con le barche

Persone citate: Lario Trento, Pessina, Seta, Sono, Spallino, Villa Olmo