Lauda- Hunt, domenica si decide? di Michele Fenu

Lauda- Hunt, domenica si decide? Il circuito di Watkins Glen potrebbe assegnare il titolo mondiale Lauda- Hunt, domenica si decide? Niki impegnato a difendere gli otto punti di vantaggio che gli restano in classifica - Nel Gran Premio del Canada il pilota della Ferrari è stato "tradito" da un guasto banale, accusato anche dalla vettura di Regazzoni - La lunga assenza dell'austriaco ha impedito la perfetta messa a punto delle auto di Maranello (Dal nostro Inviato speciale) Toronto, 4 ottobre. « La vita non è sempre facile, vero? '. Lauda è, almeno in apparenza, sereno. Commenta quasi con distacco le vicende di questo Gran Premio del Canada che si è risolto per lui in un'amara sconfitta e per James Hunt in una brillante vittoria. L'austriaco ha una notevole capacità di controllo, ma da una sua suggestiva battuta si intuisce che cova dentro di sé una grande rabbia ed una disperata voglia di rivincita. « Domenica a Watkins Glen — sibila — intendo stargli davanti'. Il •> gli • — è chiaro — è il biondo arcirivale Inglese, che ieri sera ha festeggiato il successo cenando con i meccanici della McLaren. Per Lauda la corsa di Mosport è stata una delusione, un dramma provocato da ragioni tecniche e non personali, ma sempre un dramma. I 17 punti di vantaggio su Hunt nella classifica del Campionato di Formula 1, si sono ridotti ad 8, l'impegno delle prove vanificato, la rimonta dal settimo posto del primo giro al quinto del decimo inutile. Un duro colpo per un uomo che due mesi fa lottava tra la vita e la morte in un ospedale di Mannheim e che con l'aiuto di un fisico d'atleta e con una forza di volontà ammirevole, era riuscito ad anticipare il rientro nel mondo delle competizioni. A Monza il campione del mondo si sarebbe accontentato di arrivare in fondo al Gran Premio d'Italia ed aveva ottenuto il quarto posto, qui avrebbe voluto progredire, battersi con Hunt e non ha conquistato neppure un punto. A Mosport, tuttavia. Lauda ha raccolto anche una indicazione positiva, stando almeno a quanto mi si dice, e non vedo proprio perché non dovremmo credergli. - Avevo qualche timore — spiega Niki — per II mio fisico, per la mancanza di allenamento. E, invece, non ho avuto problemi: ho tenuto giù II piede sull'acceleratore, ho compiuto una corsa normalissima. Peccato che non losse in forma anche la mia Ferrari ». Era tanta la preoccupazione per Lauda che ieri, quando dodici giri prima della fine del Gran Premio del Canada la rossa Ferrari con il numero « 1 » ha calato il ritmo ed è stata superata dalla McLaren di Jochen Mass, dalla Ferrari di Clay Regazzoni e dalla Brabham-Alfa Romeo di Carlos Pace, nel clan di Maranello è corsa una ondata di panico. Tutti hanno pensato ad un cedimento del pilota provocato dalla stanchezza e Daniele Audetto, Il direttore sportivo della squadra, ha per precauzione richiesto nel box la presenza del medico di ser¬ vizio. Questi è arrivato con alcuni infermieri ed apparecchiature di pronto soccorso. Il gruppo è stato sistemato di nascosto in uno degli stands: Marlene Lauda, pallidissima, non se n'è nemmeno accorta. L'episodio ha avuto un risvolto quasi paradossale nel momento in cui la corsa si è conclusa. Patrick Depailler, intossicato dalla benzina spruzzatagli in viso e sulla tuta dal manometro che si era rotto si è fermato dopo la linea del traguardo ed è svenuto. Il medico voleva lanciarsi in soccorso del francese, ma è stato trattenuto da Audetto. Si è svolto un dialogo concitato, più o meno cosi. Medico: ■ Devo andare da Depailler...'. Audetto: »Wo. aspetti Lauda-. Medico: 'Ma quello ha già perso i sensi'. Per fortuna, il campione del mondo ha risolto la situazione piombando con la macchina nei box e facondo chiaramente capire che lui I stava benissimo e la Ferrari un j po' meno. • All'inizio — mi racconta l'au- i siriaco — la vettura era troppo sottosterzante nelle curve lente. Comunque, Peterson era in testa ed io guidavo senza particolari difficoltà. Poi, Hunt al comando. Pazienza. Passo Brambilla e Peterson, sono quinto. Non male. Di colpo, la macchina diventa sovrasterzante. Controllo difficilissimo, devo rallentare. Per me corsa finita. Ma Insisto: sto bene, gara come buon allenamento. Già qualcosa, no? ». La Ferrari di Lauda è stata messa k.o. da un guasto banale quanto determinante, che si è prodotto, in modo simile, anche sulla macchina di Regazzoni. Sulla 312-T2 del campione del mondo si è rotto il « fermo » del braccetto della sospensione posteriore destra che regola l'inclinazione della corrispondente ruota, su quella dello svizzero II braccetto stesso. Per tale motivo Regazzoni ha sbandato uscendo dalla curva che immette nel rettilineo del traguardo ed ha « chiuso » la strada a Pace, che lo ha tamponato. L'incidente, senza danni per piloti e vetture, ha avuto una coda polemica. Quelli della Brabham (ed è divertende sottolineare che novanta su cento Regazzoni affiancherà Pace in squadra nel prossimo anno) hanno presentato un reclamo, accusando addirittura lo svizzero di » aver attentato alla vita di Pace ». Roba da matti. I due piloti hanno chiarito ai commissari sportivi del Gran Premio la dinamica della collisione e la vicenda si è conclusa in un nulla di fatto: è stato giustamente sentenziato che Regazzoni non aveva avuto alcuna intenzione di danneggiare il collega e che, quindi, era innocente. Se. dunque, il dramma di Mosport è più della Ferrari che di Lauda, almeno nelle motivazioni di base, ci si chiede come possa essere accaduto. E' la seconda volta quest'anno che la nostra squadra incappa in una giornata negativa, ma in luglio, in Francia, il cedimento dei motori delle vetture di Lauda e Regazzoni fu provocato dal materiale difettoso di un for- ! nitore. Qui è entrato fondo stradale del circuito, con crepe e gobbe, però all'origine non può non esserci una certa carenza nella preparazione. Ed ecco un serio risvolto della lunga assenza di Lauda. L'austriaco non ha potuto provare sulla pista di Fiorano per circa tre mesi e la messa a punto delle macchi- n gioco il I ' ne è stata affidata al solo Regazzoni, il quale non ha certo l'orecchio e l'abilità di Niki. Inoltre, è stato compromesso lo sviluppo delle vetture: come è noto una monoposto di Formula 1 si affina di gara in gara, progredendo In dettagli magari minimi ma rilevanti ai fini del miglioramento delle prestazioni. La McLaren (è la sensazione generale dopo il Gran Premio del Canada) ha ormai raggiunto e, su certi circuiti, forse superato la Ferrari. Un ulteriore motivo di preoccupazione è dato dal fatto che le vetture non possono rientrare a Maranelio per una accurata revisione, ma rimangono nel Nord America. I lavori sono più difficili e precari. Si tocca ferro, ricordando la grana degli ammortizzatori scoppiata due anni fa negli Usa, grana che costò II titolo a Regazzoni, e ci si consola pensando al 1975, al successo di Lauda a Watkins Glen. La squadra, ad ogni modo, ha reagito benissimo al k.o. di Mosport. » Facciamo quadrato Intorno a Niki — proclama Audetto Trasformeremo questa esperienza negativa in una molla per I due prossimi Grandi Premi ». Lauda as sentisce, poi conclude duro: « Per Watkins Glen le macchine debbono essere perfette. Mercoledì avremo una giornata di prove "libero": avrà una importanza definitiva. E' lì che costruiremo la nostra vittoria o la nostra scon fitta in campionato ». Michele Fenu I j i Niki Lauda