Manfredonia: iniziata la bonifica ma altri intossicati dall'arsenico di Remo Lugli

Manfredonia: iniziata la bonifica ma altri intossicati dall'arsenico Sull'area più inquinata accanto allo stabilimento Manfredonia: iniziata la bonifica ma altri intossicati dall'arsenico Irrorati cento ettari di terreno (su un totale di 1500) Ricoverate in ospedale altre otto persone, compresi quattro bimbi - Il consiglio comunale sostiene: PAnic paghi tutti i danni (Dal nostro inviato speciale) Manfredonia, 4 ottobre. Ufficialmente si è iniziata stamattina «l'azione massiccia» di disinquinamento contro l'arsenico; in realtà questo aggettivo dovrebbe essere meno roboante, di massiccio non c'è proprio nulla. Si diceva che oggi sarebbero arrivati cinquanta mezzi mobili, di una ditta sola, provvisti di attrezzature per la irrorazione e la nebulizzazione. Ieri sera il direttore dell'Anic, la ditta responsabile dell'inquinamento che si è assunta il compito della bonifica, ha corretto la cifra di previsione in quaranta e stamattina, invece, sono arrivati appena trenta veicoli di tre diverse ditte. Lo slancio era soltanto nelle parole e nelle speranze. Si è affrontata l'«area A», la più vicina allo stabilimento e presumibilmente la più inquinata (manca ancora la mappa con i tassi dell'anidride arseniosa caduta nei vari punti); che è appena cento ettari sui 1500 del totale che deve essere bonificato. Bene, questi pochi mezzi si disperdevano nella distesa della campagna e ognuno lanciava un piccolo getto di liquido decontaminante. La scena, a guardarla, appariva poco tranquillizzante: ci si chiedeva se ogni metro di terreno con alto tasso di arsenico riceverà davvero la sua giusta dose di cloruro di calce prima e, un'ora dopo, quella di solfato ferrico. Dopo il terreno, gli alberi dovranno ricevere lo stesso trattamento, e sono tante migliaia di ulivi e mandorli. Il sindaco Magno, quando ieri ha lanciato l'appello via radio per invitare da tutta Italia le ditte in grado di irrorare terreni, aveva avuto la sensazione giusta: occorreranno tanti altri mezzi, campagnole, gipponi, land-rover, capaci di affrontare terreni scosesi, di procedere tra i filari degli uliveti. L'Anic dice che è in trattative anche con ditte straniere, ma intanto passa tempo prezioso, le condizioni atmosferiche possono voltarsi al brutto (stamattina il cielo si era iscurito, ma poi è tornato il sole) e se piove l'arsenico si diluisce, penetra nel terreno, il guaio diventa irrimediabile. L'ospedale ha dimesso qualcuno dei trentatré ricoverati, ma altri vengono accolti con sintomi di avvelenamento: quattro bambini e una donna tra stanotte e stamattina, e tre operai nel pomeriggio. Questi ultimi stanno apparentemente bene, ma le analisi cui sono stati sottoposti perché avevano lavorato nel disinquinamento del Petrolchimico, hanno dimostrato che essi presentano un alto tasso di avvelenamento. Spiega il professor Ambrosi, direttore dell'istituto di medicina del lavoro di Bari: «Può verificarsi che uno sia gravemente intossicato senza presentare, al momento, i classici sintomi del vomito, della diarrea e della cefalea; le conseguenze, ovviamente, emergono dopo». All'ospedale ci si lamenta perché non arrivano 1 risultati delle analisi delle persone ricoverate. Il fatto è che i vari laboratori pubblici sono oberati da un gran numero di esami e le attrezzature sono insufficienti. Il Nas, nucleo antisofisticazioni dei carabinieri, di Bari e di Napoli, ha messo a disposizione i propri analisti per gli esami che riguardano il terreno. Il Consiglio comunale di Manfredonia ha deciso di sedere in permanenza per seguire l'evolversi della situazione. Stamane c'è stata una riunione con la presenza di alcuni parlamentari e consiglieri regionali. E' stata sottolineata la necessità di indurre l'Anlc al risarcimento dei danni di qualsiasi genere; di creare comitati per il controllo sul pericolo degli inquinamenti di ogni tipo; di indurre la fabbrica ad approntare piani di emergenza in caso di disastro. L'onorevole Le Noci (psi) ha suggerito di non chiedere una legge speciale come qualcuno aveva ventilalo, ma di servirsi del decreto approvato a favore di Seveso e farlo rendere valido, nei limiti possibili, anche per l'inquinamento di Manfredonia. Il de onorevole Da Cosmo si è chiesto se non fosse stato molto meglio dedicare allo sviluppo dell'agricoltura nel Tavoliere della Capitanata, la provincia di Foggia, i 400 miliardi che servirono per la costruzione dello stabilimento Anic. Remo Lugli

Persone citate: Anic, Da Cosmo, Le Noci, Panic

Luoghi citati: Bari, Italia, Manfredonia, Napoli, Seveso