Kohl: L'investitura è mia (e fa la corte ai liberali) di Tito Sansa

Kohl: L'investitura è mia (e fa la corte ai liberali) Che dice il leader dei democristiani Kohl: L'investitura è mia (e fa la corte ai liberali) Ma Schmidt ha ribattuto: "Non diventerà cancelliere" (Dal nostro corrispondente) Bonn, 4 ottobre. Le elezioni politiche di ieri in Germania non hanno soddisfatto nessuno e hanno scontentato tutti. Benché i partiti della coalizione di governo siano riusciti a mantenere la maggioranza assoluta dei seggi parlamentari e l'opposizione democristiana abbia ottenuto uno straordinario successo in tutte le 248 circoscrizioni della Repubblica federale (nessuna esclusa) riuscendo a ridiventare il primo partito del Paese, né gli uni né gli altri quest'oggi cantano vittoria. Non era mai accaduto in precedenza, quando tutti — per un motivo o per l'altro — vantavano il proprio successo. I motivi di questa ritrosia generale sono forniti dalle cifre: i democristiani di Helmut Kohl e i cristiano sociali del bavarese Franz Josef Strauss hanno ottenuto da circa 18 milioni e mezzo di elettori il 48,6 per cento dei voti (più 3,7 per cento rispetto a quattro anni fa), ma hanno mancato per un soffio l'obiettivo della maggioranza assoluta per governare; i socialdemocratici si sono disgregati su tutta la linea, dalla maggioranza relativa sono scesi al 42,6 per cento dei voti (meno 3,3 per cento); i liberali hanno inaspettatamente perduto, sono ridotti al 7,9 per cento (meno 0,5 per cento). Consolazione comune è che le estreme comunista e neonazista e i dodici partitini sono risultati praticamente inesistenti, tutt'insieme hanno raccolto le briciole, lo 0,9 della fiducia dell'elettorato cosciente e democratico. Preoccupante per la coalizione di governo socialdemocratico - liberale del cancelliere Helmut Schmidt e del ministro degli Esteri Hans Dietrich Genscher è l'assottigliamento della maggioranza dei seggi nel Bundestag di Bonn. Da un solido cuscino di 46 seggi (271 contro i 225 dell'opposizione) essa si è ridotta a soli 8 seggi (252 contro i 244 dei partiti dell'unione cristiana). I socialdemocratici | hanno perduto 17 mandati, i liberali 2, tutti e 19 sono andati a finire a candidati dell'opposizione, la quale — essendo ridiventato il partito più forte — designerà dalle proprie file il presidente del Parlamento, acquisterà la presidenza di diverse commissioni parlamentari e otterrà maggior peso (forse la maggioranza) nella commissione di mediazione tra le due Camere. La seconda Camera, il Bundesrat — è il caso di ricordare — è già dominata attualmente dall'opposizione democristiana, la quale finora ha bloccato diverse leggi e certamente ne potrà bloccare g altre in avvenire, rendendo più difficile l'attività parlamentare della coalizione di governo. La situazione potrebbe aggravarsi nelle prossime settimane sotto la spinta di manovre politiche già scatenate oggi dai democristiani in tre regioni dove vi sono situazioni poco chiare: nella Bassa Sassonia, dove i democristiani hanno un governo di minoranza, hanno fatto stasera offerte allettanti ai liberali; nell'Assia, dove il capo del governo della coalizione socialdemocratico - liberale si è dimesso proprio ieri perché coinvolto in uno scandalo; nella Saar, dove i democristiani governano in una situazione di stallo. Se le manovre nelle province dovessero riuscire, i democristiani otterrebbero i due terzi dei seggi nella Camera dei Laender e potranno maramaldeggiare con l'attività legislativa. Questo — secondo esperti costituzionalisti — è il rischio più grave dopo i successi democristiani e l'indebolimento dei liberali alleati dei socialdemocratici. Schmidt ha dichiarato la scorsa notte: «Helmut Kohl non diventerà cancelliere», subito dopo avere saputo che il suo antagonista democristiano, appoggiato da Strauss, ha rivendicato l'investitura ufficiale da parte del presidente della Repubblica Walter Scheel, in quanto si considera non soltanto «vincitore morale» delle elezioni di ieri (e nessuno glielo contesta, l'ex cancelliere Willy Brandt lo ha ammesso pubblicamente, congratulandosi cavallerescamente con lui), ma anche capo del partito di maggioranza relativa. Nonostante l'esplicita dichiarazione di Sch- Tito Sansa (Continua a pagina 2 in seconda colonna)

Luoghi citati: Assia, Bassa Sassonia, Bonn, Germania