Come Schmidt governerà con l'esigua maggioranza di Gaetano Scardocchia

Come Schmidt governerà con l'esigua maggioranza I risultati delle elezioni in Germania Come Schmidt governerà con l'esigua maggioranza Al Bundestag i 46 seggi di vantaggio della coalizione socialdemocratico-liberale si sono ridotti a otto (e i democristiani hanno la maggioranza nell'altro ramo del Parlamento oltre che in 6 "Laender" su 11) (Dal nostro invialo speciale) Bonn, 4 ottobre. «Il vento dei cambiamenti non sojjia più», scrive, con esplicito compiacimento, il quotidiano conservatore Die Welt. Questo vento si è manifestato a sprazzi e con titubanti folate nei primi sette anni di governo (1969-1976) della coalizione tra socialisti e liberali; e già da tempo era esaurito. Le elezioni di ieri, che hanno ridotto il margine di maggioranza parlamentare di Helmut Schmidt da 46 a 8 seggi, condannano il cancelliere al più cauto dei centrismi oppure a un immobilismo che potrebbe sfociare in nuove elezioni. Quando è apparso chiaro che socialisti e liberali avrebbero vinto con un esiguo vantaggio, il leader cristiano-democratico Helmut Kohl ha pronunciato pari pari la stessa frase che noi italiani abbiamo ascoltato spesso da Berlinguer: «Contro di noi non si può governare». Un giudizio ineccepibile. La Cdu ha ormai un peso deterrente in Parlamento. Conviene ricordare che il partito cristiano democratico governa già in sei degli undici Lancler; e i Lander non sono le nostre Regioni, ma piccoli Stati con estese competenze che vanno dalla pubblica istruzione al controllo della polizia. Questa supremazia periferica assicura alla Cdu la maggioranza nell'altro ramo del Parlamento, il Bundesrat, che è appunto espressione dei Lander; il parere del Bundesrat è vincolante su tutta una serie di leggi di natura economico-finanziaria. Infine, avendo ieri riconquistato la maggioranza relativa, la Cdu avrà diritto alla presidenza del Bundestag c a una rappresentanza quasi paritaria nelle commissioni parlamentari. E' un intreccio formidabile di poteri che può strangolare il governo social-liberale a Bonn. 1 cristiano-democratici hanno oggi la stessa forza parlamentare che avevano ai tempi di Ludwig Erhard, ma sono costretti a rimanere all'opposizione, anche se Kohl scalpita e protesta. In mancanza di un bipartitismo perfetto, l'alternativa tra i governi è assicurata dal pendolarismo dei liberali. La svolta a sinistra del 1969 fu il frutto di un rimescolamento delle alleanze: la Fdp abbandonò la Cdu e si schierò al fianco di Willy Brandt. Ora tutto diventa più difficile. La Cdu farà i salti mortali per sciogliere l'abbraccio tra socialisti e liberali e potrebbe anche riuscirci. C'è già un esempio nel Land della Bassa Sassonia, il primo ministro Albrecht (Cdu) è stato eletto con i voti di tre «franchi tiratori» liberali. Una prima analisi dei risultati evidenzia un sostanziale spostamento a destra dell'elettorato. I voti perduti dai socialdemocratic: (3,2 per cento) e dai liberali (0,5 per cento) sono finiti tutti ai cristiano-democratici. Anche se la tendenza presenta variazioni geografiche di intensità — la Cdu guadagna più nel Sud cattolico, dove domina Strauss, che nel Nord protestante e liberale; la Spd resiste meglio nei quartieri operai della Ruhr che nelle città a più complessa stratifica* zione sociale — essa risulta sufficientemente uniforme per giustificare un dubbio di portata storica: si sta già esaurendo la breve e pallida stagione social democratica? Diversamente che in Svezia, la sconfitta della Spd può apparire incomprensibile se la si valuta soltanto sulla base delle ultime circostanze politico-economiche: ha stranamente perduto consensi un partito che meritava di essere premiato per aver saputo guidare brillantemente la Germania attraverso le tempeste monetarie e inflazionistiche che scuotono il mondo. Da che nasce l'ingratitudine dell'elettorato? Evidentemente ci sono motivazioni più profonde, più remote, nel suo comportamento. Forse hanno visto giusto gli psicologi ed esperti pubblicitari della Cdu che hanno bombardato gli elettori con slogans terroristici, confidando nell'antico senso di insicurezza che si risveglia nei tedeschi appena una nuvola offusca l'orizzonte Anche i popoli ricchi — è stato detto loro — non possono vivere tranquilli quando il disordine altrui preme alle porte (l'Italia, l'Inghilterra, l'eurocomunismo): meglio affidarsi agli uomini di destra, ai conservatori che sanno fare il loro mestiere. Ed ecco voto fluttuante, aveva premiato che un certo che nel 1972 {'Ostpolitik (era anche quella una promessa di sicurezza), è ora rifluito verso la Cdu. L'orientamento dei neoelettori diciottenni, tra i quali la Spd sembra aver raccolto meno voti della Cdu, è un'altra sorpresa di queste elezioni. Ai motivi specilici di malcontento — il numero chiuso nelle università, la diffi¬ coltà di trovar lavoro — si accompagnano i sintomi di un fenomeno più ampio: la fine della preferenza pregiudiziale che finora i giovani accordavano alla Spd. Agli occhi di chi ha 18 o 20 anni, i tre partiti tedeschi sono tutti eguali, un grigio continuo in cui è difficile distinguere i tratti dell'uno da quelli dell'altro. Si può prevedere che l'ala si¬ nistra della Spd accuserà Helmut Schmidt di aver smorzato ogni capacità di suggestione, ogni forza di mito, nella socialdemocrazia. Ed è vero. Ma è tutt'altro che provato che una socialdemocrazia più creativa o più combattiva, comunque meglio caratterizzata a sinistra, avrebbe ottenuto un maggior successo. Tutto lascia presumere che la sconfitta sarebbe stata ancora più cocente. Questo è un elettorato in cui, oggi come oggi, un partito riformatore di sinistra è in minoranza, sbatte la testa contro il muro. E guai poi se nel partito c'è qualcuno, come gli Jusos (fungsozialisten, l'ala di sinistra), che propone la nazionalizzazione delle grandi banche e il controllo degli investimenti. Ci vuole allora Helmut Schmidt per ammansire i moderati. E non sempre ci riesce. Un acuto giornalista tedesco I ha scritto che, se fosse stato possibile, i suoi connazionali avrebbero votato per questa soluzione: Helmut Schmidt cancelliere, perché è bravo, ma a capo di un governo formato e sostenuto dalla Cdu, perché è più rassicurante. E, per stare più tranquilli, una bella maggioranza assoluta Gaetano Scardocchia

Luoghi citati: Bassa Sassonia, Bonn, Germania, Inghilterra, Italia, Ruhr, Svezia