Lauda: "Devo ancora ritrovarmi" di Michele Fenu

Lauda: "Devo ancora ritrovarmi" Hunt conquista la "pole position,, e medita vendetta in Canada Lauda: "Devo ancora ritrovarmi" "Mi è rimasta un po' di paura, era previsto" - "E' ora di pensare alla nuova versione della 312-T2" (Dal nostro Inviato speciale) Toronto, 2 ottobre. Niki Lauda sorseggia un bicchiere di latte. Jeans di velluto blu, camicia a quadrettini, golf di lana grigio, berretto in testa per nascondere il morso delle fiamme di quell'orma! lontana domenica d'agosto. Un momento di pausa alla vigilia del Gran Premio del Canada, una corsa importante, perché domani sera Niki potrebbe essere per la seconda volta consecutiva il campione del mondo. Arriva un ragazzino, si presenta, molto compito, gli stringe la mano, si congratula: » Bravo, sei forte ». Lauda sorride. « Simpatico, vero? », mi dice. Riflette un attimo, poi aggiunge: « In questo momento sono meno forte di quanto lui non creda. Non sono ancora tornato il Lauda di una volta. Ho bisogno di qualche altra corsa, devo migliorare. L'incidente del Nuerburgring mi ha lasciato una conseguenza: tengo il piede troppo leggero, non dò gas come dovrei. Ma non mi preoccupo, era previsto ». « lo — spiega con calma — ho voluto anticipare il mio rientro in gara per limitare gli strascichi di quella brutta avventura. Più si sta lontani dal volante dopo un incidente e più è dilficile riprendere. Capita a tutti, anche ai normalissimi automobilisti. Non ho avuto problemi, ho compiuto felicemente questo primo passo. Però, con la mia Ferrari devo riprendere il vecchio affiatamento. Non sono ancora soddisfatto: freno un po' prima del giusto, accelero un po' meno. Normale. Questione di tempo, dì riabituarmi e sarà come prima. Certo, occorre avere forza di volontà ». Niki fa una confessione. » Ieri — afferma — non ho ottenuto un tempo brillante. Colpa mia, sono andato troppo adagio. Non avevo più guidato dopo Monza e questa mancanza di allenamento si è fatta sentire. Inoltre, mi sono intestardito a regolare la vettura In un certo modo e non ho tentato altre strade. Ma cosa posso fare? Provare a Fiorano? I test " privati " non offrono lo stimolo di un Gran Premio ». Mentre chiacchieriamo passa James Hunt, pantaloni sdruciti, maglietta e sandali, l'aria di un hippy. Lauda gli lancia un'occhiata, beve un sorso di latte, poi sbotta: » Quello è matto, tutto matto, da mandare in clinica, lo corro da molti anni in formula 1, ho sempre rispettato gli altri piloti: siamo nella stessa barca, scendere in pista è duro. Dopo I' "affare" della Spagna, ho criticato Teddy Majer, la McLaren, perché aveva dato ad Hunt una vettura Irregolare, non James. Lui, invece, dopo II Gran Premio d'Inghilterra e la sentenza della Fe derazione Internazionale, mi ha Insultalo, ha sostenuto che io non sono sportivo. Assurdo » Niki continua: - £ non mi sono piaciute certe sue interviste. Dopo il mio incidente. Hunt ha dichiarato che avrebbe preferito non vincere il tìtolo, visto che io ero In ospedale. Poi, dopo avermi quasi raggiunto in ciassilica, ha cominciato a sostenere che avrebbe voluto vedermi in pista. Grazie tante. Prima fa punti mentre io non posso difendermi, poi mi vuole allorché siamo vicini. Cosa ere de, di essere tanto furbo? Lui è cretino, e basta ». « Però — dice II campione del mondo con un sorrlsetto — più cretino di Hunt e Majer. Quest'an¬ no ha tentato tutti I trucchi possibili ed immaginabili per battere la Ferrari. Ma non è stato capace di farli bene, si è sempre fatto scoprire. E sarei io il non sportivo? La Ferrari ha sempre gareggiato con vetture in regola. Non parlatemi della faccenda del radiatore dell'olio del cambio: primo, non c'è malafede; secondo, la sistemazione del radiatore sul supporto dell'alettone non poteva offrirmi il minimo vantaggio ». Lauda interrompe il suo sfogo. Vittorio Brambilla lo saluta, s'informa delle sue condizioni. « Stai tranquillo — promette il Brambillone — domani ad Hunt penso io ». » La March — commenta Lauda con me — a Mosport va bene, come altre macchine sono molto competitive su altri circuiti. Noi non abbiamo più il vantaggio dello scorso anno: nel '75 eravamo ì più veloci ovunque, In questo campionato slamo stati raggiunti. E' ora di pensare al '77, alla nuova versione della 312-T2, che si prepara a Maranello. Nella prossima stagione, fin dal primo Gran Premio, voglio partire in "pole position ". Lavorerò molto in novembre, dopo in Giappone, anche se ancora non so come conciliare la messa a punto della vettura con l'operazione che devo eseguire al viso. Non posso chiudere completamente la palpebra dell'occhio destro, che s'irrita e lacrima. Non ho trovato neppure il medico: ne vorrei uno in gamba, ma non uno in cerca di pubblicità sulle mie spalle ». Il discorso sulle prospettive '77 provoca una domanda: « Cosa ne pensi dell'arrivo di Carlo Reutemann e della partenza di Clay Regazzoni? ». La risposta è fredda, da « real politic », tipica di un uomo come Lauda, che vede le corse soprattutto come fatto tecnico, calcolo, precisione. « Nulla. Il " commendatore " decide, per me tutto bene, io sono solo pilota. Carlos arriva? Mi auguro di fare un buon lavoro con lui. Clay va via? Un latto normale, capita in ogni team ». Non abbiamo parlato di questo titolo che potrebbe arrivare domani. Forse Niki dà per scontato che finisca nelle sue mani, in Canada o negli Stati Uniti o in Giappone. Normale anche questo. Michele Fenu

Luoghi citati: Canada, Giappone, Inghilterra, Maranello, Monza, Spagna, Stati Uniti