Andreotti; reazioni positive di Luca Giurato

Andreotti; reazioni positive Il discorso che ha annunciato duri sacrifici Andreotti; reazioni positive Da partiti e sindacati un tacito consenso ai provvedimenti - Il psi intende aiutare il governo - Pei: l'obiettivo deve essere il rilancio produttivo e l'occupazione Roma, 2 ottobre. ] A giudicare dalle reazioni dei partiti e dei sindacati, Giulio Andreotti può essere abbastanza soddisfatto del suo discorso di ieri sera alla tv: mai un premier che annunciava pesanti sacrifici è stato accolto con tanta responsabile «indulgenza». Non vi sono grida di «evviva» né di «bravo» naturalmente; vi sono però riconoscimento, sia impliciti sia espliciti, al senso di responsabilità e alla chiara volontà di agire del presidente del Consiglio. In una situazione come quella di oggi, con tanti problemi aperti che investono la sussistenza di migliaia di persone, forse neppure lo stesso Andreotti si attendeva reazioni, se non proprio positive, comunque ben disposte a «lasciarlo lavorare». Nel gran coro degli interventi, v'è, almeno per ora, una carenza sconcertante: quella della de, il partito che sostiene il governo «moreocolore». Qualcuno ha voluto attribuire a tale «silenzio», di certo momentaneo, un significato politico; molto più probabilmente, è solo una circostanza causata dall'ora molto tarda in cui il premier ha preso la parola per il suo appello al Paese. Se II Popolo si limita a registrare il discorso, senza commenti, l'Unità annuncia con un corsivo in prima pagina che è finito «l'ottimismo incosciente». I comunisti vogliono che le misure di rigore e severità siano finalizzate alle esigenze del rilancio produttivo, di riforma, di sviluppo dell'occupazione; che colpiscano energicamente le speculazioni, il parassitismo, l'evasione; che «i provvedimenti destinati ad avere rilevanti conseguenze economiche siano sottoposti al dibattito in sede parlamentare, partendo da una analisi e da una informazione seria dei dati reali». Ciò detto, l'Unità precisa: «L'appello pronunciato ieri sera alla televisione dal presidente del Consiglio è parso muoversi, in più punti, in questa direzione». Per il pei, le prossime misure devono muoversi «in un quadro organico, in coerenza con l'avvio di una nuova politica economica». Il commento dell'Avanti! è assai più disinvolto: sembra fatto apposta per smentire chi, in questi giorni, indicava i socialisti come i «killer» del «monocolore»: «Nessuno si tira indietro davanti ai sacrifici da affrontare. Anche se un governo non ha maggioranza in Parlamento, un governo, finché è governo, ha il diritto e il dovere di governare, e noi lo lasceremo governare anzi lo aiuteremo a governare». Il giornale socialista invita, comunque, a non illudersi in una facile ripresa economica. Senza illusioni, intrisi di realismo, sono anche i commenti di numerosi esponenti dei gruppi laici minori. Romita, neosegretario del psdi, dichiara che «è questo il momento dì dire basta a un indirizzo, o meglio a un non indirizzo di politica economica, che ci fa trovare periodicamente con l'acqua alla gola». Romita suggerisce alcune misure urgenti (tra le quali una azione più energica sul sistema bancario contro le iniziative speculative); quindi sdrammatizza con poche parole il clima di tensione e di disagio che ha dominato ieri la giornata politica: «Non crediamo che sia il caso di insistere, in un momento così difficile, in una polemica sui canali e sui modi di consultazione adottati dal governo nel tenere i contatti tra i partiti». Questi modi e canali sono molto piaciuti al socialista Signorile (.«Qualche cosa è cambiato. Il clima è diverso. L'emergenza diventa una realtà e non è soltanto una trovata politica») e non sono invece piaciuti al leader del pli Zanone («I liberali ricordano ad Andreotti l'impegno di mantenere il rapporto tra governo e partiti nella sede esclusiva del Parlamento evitando ogni pattuizione nascosta»). Dai partiti ai sindacati: sia Lama che Camiti e Benvenuto hanno rilasciato ampie dichiarazioni sulle misure Andreotti. Benvenuto, appena eletto, sembra il meno soddisfatto; Camiti, almeno oggi, ha assai spuntato i suoi tradizionali toni polemici ma insiste, come il collega della Uil, su un'azione che non deve assolutamente colpire i lavoratori con i redditi più bassi. Ed ecco una parte dell'in¬ tervento di Lama, quello dove il leader della Cgil fa un po' il punto sulla situazione, anche in vista dell'imminente nuovo incontro tra Cgil-Cisl-Uil e il presidente del Consiglio. «Ad Andreotti che ci sottoponeva le misure da prendere abbiamo posto due condizioni: che ci sia una difesa rigorosa dei redditi più bassi e delle fasce più deboli. Dobbiamo garantire, ha sottolineato, i consumi essenziali, con misure in favore dei redditi divendenti. In secondo luogo, i sacrifici devono essere finalizzati. Sap- I piamo bene, ha detto Lama, che le conseguenze dei sacrili-1 ci di oggi non potremo averle subito domani. 3 ottobre: i quindi, quando parliamo di \ certezza dell'uso di questi sacrifici, ci riferiamo a condizioni temporali non impossibili, ma certe». Molta cautela e qualche perplessità per quanto riguarda gli aspetti tecnici dei provvedimenti adottati ieri dal Consiglio dei ministri; cauto ottimismo e giudizi positivi invece «per la chiarezza con cui la classe politica sì è rivolta al Paese in un momento tanto critico quanto delicato». Queste le reazioni «a caldo» degli ambienti della Confindustria ai provvedimenti adottati dal Consiglio dei ministri e alle dichiarazioni di Andreotti di ieri sera. Secondo gli imprenditori, prima di formulare un giudizio definitivo su quelli che saranno gli effetti dei provvedimenti sull'apparato produttivo si dovrà «accertare con precisione il meccanismo di ricaduta dei provvedimenti stessi». Luca Giurato

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