Clay Regazzoni e il "cavallino,, per un revival di sette anni felici di Michele Fenu
Clay Regazzoni e il "cavallino,, per un revival di sette anni felici Tre corse ancora, poi il passaggio alla Brabham-Alfa Clay Regazzoni e il "cavallino,, per un revival di sette anni felici Settanta corse, un record di fedeltà alla casa modenese - Quasi concluso l'accordo con Ecclestone per passare al team Martini - Lo stato d'animo: "Un po' di nostalgia, di dispiacere" (Dal nostro inviato speciale) Toronto, 1 ottobre. L'uomo sorride scanzonato, si aggiusta i baffi, dà un'occhiata molto latina ad una bella ragazza in cerca di autografi. L'uomo è Clay Regazzoni, 37 anni appena compiuti, moglie che sta sempre a Lugano, due figli bellissimi, svizzero di nascita ma napoletano di origine (antica). In Canada, due anni fa, puntava al titolo mondiale con la Ferrari, adesso sta per concludere il suo rapporto con Maranello. Tre grandi premi, questo di Mosport, poi quelli degli Stati Uniti e del Giappone, e addio. Capitolo chiuso, dopo 70 corse, quattro vittorie, una lunga serie di piazzamenti e sette anni insieme con il 'Cavallino-: mal, nella storia della nostra Casa, un niIota è sceso In pista in tante gare e per tanti anni con i 'bolidi rossi: Ben s'intende, adddio alla Ferrari, ma non alle competizioni, perché Regazzoni è sempre in gamba, ha voglia di correre e di divertirsi. «Sono un giovanotto — dice —, l'età non conta, conta quello che senti, che vuoi fare». Lo svizzero napoletano, che I tifosi della Ferrari amano come se fosse il tanto sospirato pilota «tutto italiano-, sta cercando una sistemazione, ed è un po' nell'imbarazzo. McLaren o Brabham-Alfa Romeo? «Ragazzi — esclama — consigliatemi un po' voi-. Analizziamo insieme la situazione. La McLaren è forte, ha una macchina competitiva, è un team di furbi; la Brabham quest'anno è andata mate, ma sta preparando una vettura nuova e quelli dell'Alfa han messo a punto una versione «super- del loro già valido dodici cilindri. A soldi stanno bene entrambe. «1 soldi — borbotta Regazzoni — mi interessano, ma relativamente. Sapete che vi dico? Beh, mi piace di più la Brabham-Alfa. Si parla inglese, ma anche Italiano, se scelgo la squadra di Bernie Ecclestone sentirò di meno il cambiamento». E, detto e fatto, lascia l'Holliday Inn di Oshawa per cercare Ecclestone. Torna dopo un'ora, contento. «E' quasi fatta — confida —. C'è un problema di "sponsors", lui è tutto Martini, io dovrei avere anche Marlboro, ma non penso che sia un problema difficile da risolvere. Entro una settimana spero di combinare». // sorriso sì spegne quando si parla della Ferrari, di questi sette anni trascorsi con II -cavallino-. «Era bello — dice Regazzoni — poter lavorare con tutto lo staff tecnico: vedevi i disegni, discutevi, non c'erano segreti. La macchina era anche tua. Gli inglesi con i loro piloti non si comportano così. Era brutto, invece, trovarsi spesso al centro di polemiche non provocate, di discussioni, e non avere un vero rapporto diretto con il "commendatore". Con lui parlavo del più o del meno, non di problemi. Mai che ini abbia fatto un complimento per un bel risultato o rinfacciato una prova infelice...». Regazzoni aggiunge: «Ho un po' di nostalgia, di dispiacere, come quando ci si lascia con una donna senza litigare, serenamente. Con la Ferrari ho provato grandi gioie e momenti d'amarezza. Qualche esempio? Mah! I due successi di Monza: indimenticabili. Rabbia invece per quel titolo amaramente perso nel 74. Mi è sfuggito in America, ma prima ancora in Argentina o a Monaco o in Italia. Qualcuno non credeva in me...». «Ouello che non capisco — dice Clay, con un filo di polemica nella voce — è l'avere scelto Reutemann per sostituirmi. Avessero preso un giovane, sarebbe stato logico. Ma Carlos ha solo tre anni meno di me e non è un "mostro": se la vettura non va bene, si smonta facilmente. E, poi, adesso debbono rifare la squadra, ci saranno molti problemi da risolvere. Uno è banale, ma importante: Lauda e Reutemann hanno taglie assai diverse. Le loro macchine dovranno essere molto differenti. Niki e io, invece, potevamo scambiarci le nostre monoposto o salire sulle "muletto" senza il minimo adattamento». «Non so — continua Regazzoni — se alla Ferrari si siano resi conto del lavoro che Lauda e io abbiamo svolto in questi anni. Nel 74 abbiamo messo a posto una macchina che arrivava da una stagione negativa, nel 75 Niki ha vinto il titolo. E ricordatevi, per piacere, che i collaudi non sono stati tutti opera sua. A Fiorano ho fatto più chilometri di lui. Mah! Non comprendo proprio perché sia stato deciso che era ora d'interrompere il binomio Regazzonl-Ferrarl». Regazzoni si tormenta un ballo, poi previene una domanda. «Non crediate con questo che io passi il mio tempo a tormentarmi o che mediti chissà quale vendetta. Voglio troppo bene alla Ferrari e alla sua gente. Mi auguro semplicemente di avere nel prossimo anno una macchina competitiva, tanto da poter stare qualche volta davanti a Lauda o a Reutemann. Ouanto alla gara di domenica o a quelle degli Stati Uniti e del Giappone, correrò per me, soprattutto per Maranello». Come dire: se sarà necessario, darò una mano a Lauda, cercherò di togliere punti a Hunt e alla McLaren. E' un atteggiamento intelligente e simpatico. Regazzoni si congeda da gentiluomo. Michele Fenu
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