Napoli ieri e domani
Napoli ieri e domani Una guida intelligente per capire la città Napoli ieri e domani Autori vari: « Guida di Napoli vera », Ed. Procaccini, s.i.p. La guida «classica», tradizionale come quella del Touring, o di nuova formula, come la «Companion Guide» Collins, è un genere che non tramonta, e non deperisce: destinato anche in vecchiaia ad occupare un posto accanto ai dizionarii e ai manuali. E la sua scarsa deperibilità deriva proprio dal fatto che essa si adegua al metro, lussuoso, del viaggiatore per eccellenza: il viaggiatore per il quale la visita a un paese, o a una città, può essere una tappa, educativa o formativa, talvolta essenziale. Ma la guida classica pretende di essere letta e adoperata con calma e metodo, mentre in tempi come i nostri anche il viaggiatore frettoloso che, magari tra una faccenda e l'altra, desidera tuttavia vedere qualcosa (e qualcosa che ne valga la pena) della città, è un personaggio che ha sempre maggior diritto di venire preso in considerazione. E appunto, per quel che ci consta, la prima guida concepita ad uso e consumo di questo tipo di viaggiatore, che non è giusto abbandonare alla mercé della frusta pubblicità del dépliant turistico, è stata pubblicata ora a Napoli. A cura di un gruppo di esperti, che quasi tutti appartengono alla categoria dei difensori militanti del patrimonio ambientale e monumentale cittadino. Questa Guida di Napoli Vera ha una stuttura insolita, che è anche molto funzionale. Essa offre, oltre un itinerario ragionato che oseremmo dire esemplare, una serie di capitoli in cui si fa il punto su argomenti che interessano particolarmente il viaggiatore in quanto sono tradizionali, oppure di grande attualità polemica. Abbiamo quindi un ottimo panorama delle tradizioni, e delle condizioni odierne, dell'artigianato, fatto da Mario Florio e Generoso Procaccini, e un quadro asciutto, e analiticamente nitido, delle feste e tradizioni popolari, a cura di Roberto De Gregorio e Sergio De Simone. La prima parte della guida è invece articolata in tre sezioni: Napoli «com'era», «come è», e «come potrebbe essere». «Napoli come era» la troviamo attraverso l'itinerario di Maurizio Di Cunzo, che ha la capacità di guidarci per le strade della città velocemente, ma dandoci il senso vivo della ricchezza delle sue particolarità architettoniche, e delle memorie storiche che si affollano ad ogni angolo di strada. In «Napoli com'è» Antonio Jannello ci illustra invece il dato fondamentale che Napoli ha ottenuto, recentemente, un piano regolatore ispirato alla concezione moderna, che riconosce nel risanamento rigorosamente conservativo del centro storico l'unica soluzione socialmente progressiva ed economicamente valida per risollevare la città dalla sua decadenza. Si fa quindi un cenno delle persistenti minacce costituite dalla inesausta bramosia della speculazione di conquistarsi nuove aree edilizie, spostando in nuove orrende periferie urbane la popolazione artigianale e di piccoli commercianti, che tuttora mantiene vivo e attivo il centro storico. In «Napoli come potrebbe essere», Lello Raimondi espone infine delle proposte-campione per l'utilizzazione di alcuni edifizi d'interesse storico-ambientale, e prospetta la necessità di procedere il più rapidamente possibile al loro adattamento a scopi scolastici: dando la priorità assoluta a quello che è il problema più grave del centro storico, e cioè la spaventosa carenza di aule scolastiche, le gravi condizioni igienico sanitarie di quelle esistenti: con le conseguenze, che da ciò derivano, di sfruttamento del lavoro minorile e delinquenza minorile. Altro problema a cui si accenna nella guida è il persistere di progetti che in parte si fondano sugli interessi della speculazione, in parte su una ancora alquanto diffusa psicologia bovaristìca, che continua a vagheggiare il sogno del «campus» di tipo americano, e continua ad evocare lo spettro di una Università ad Agnano, che finirebbe di distruggere i Campi Flegrei, e sottrarrebbe energie e mezzi a uno sviluppo positivo che è già in corso: l'insediamento dell'Istituto Orientale nello splendido palazzo Corigliano ne è un recente segno concreto. Almeno per ciò che riguarda le facoltà umanistiche, il centro storico di Napoli è in potenza una delle più belle città universitarie del mondo. Va ancora sottolineato come un merito di questa guida l'accurata eliminazione dell'insopportabile tritume folkloristico, e le ottime fotografie, vivaci, precise, e senza pretese estetizzanti. Elena Croce
Persone citate: Antonio Jannello, Autori, Corigliano, Elena Croce, Generoso Procaccini, Lello Raimondi, Mario Florio, Procaccini, Roberto De Gregorio, Sergio De Simone
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